Scherzi da prete

Sabato scorso Asia ha lasciato detto che sarebbe andata a un importante workshop sull’intelligenza artificiale. Che bello, mi son detto, la mia amica microinfluencer del lago e content creator è sempre sul pezzo. In realtà era a far baldoria con Or Penagin al carnevale di Tesserete. La domenica mattina è arrivata al porto comunale stravolta, con le fette di cetriolo sugli occhi contro le occhiaie e la pretesa di trovare il battellino già pronto per Pasqua, carico di Barbera della resurrezione sempre fatto col mulo, colombe con impasto artigianale e ovetti di cioccolato, ma non quelli benefici della Ferragni, sulla quale Asia mi ha vietato di ironizzare per rispetto del dramma, vero o finto che sia, che l’influencer sta vivendo per la crisi coniugale con Fedez: «Sono piena di tutte le sfighe di questo periodo», si è sfogata la sventurata su TikTok. Dall’altra parte del lago sicuramente aspettano il rifornimento perché quest’anno la Pasqua arriva in fretta, cade bassa. Anzi bassissima, stando alle parole del deputato democentrista Pierluigi Pasi, candidato al Consiglio comunale di Mendrisio, il quale, riferendosi alla polemica sull’assurda epurazione dalla Funziun di Giüdee dei «mori» pittati, su un portale online ha scritto della «kafkiana vicenda dei Re Magi figuranti nelle Processioni storiche».
Effettivamente c’è qualcosa di kafkiano, perché se le cose stanno come afferma Pasi o i Re Magi si sono smarriti durante uno shopping compulsivo al FoxTown e hanno vagato nel Magnifico Borgo fino al Giovedì Santo oppure la Pasqua cade bassissima e coincide con l’Epifania. La mia amica sui Re Magi alle Processioni pasquali pensava di costruire una «story» da circo Barnum che avrebbe fatto impazzire il popolo della Rete. È tuttavia sconveniente scherzare su queste cose, tanto più che siamo in Quaresima, tempo di conversione e non di baggianate, anche se resta difficile dire in quale categoria di conversione vada collocata la lettera anonima, dietro la quale pare vi sia una cinquantina di parroci, che denuncia un clima di «terrore e corruzione» nella conduzione della Diocesi. Sono accuse pesanti. I veleni curiali sono sempre esistiti, come quelli politici, anzi son peggio, assicura chi ha avuto occasione di frequentare le angoscianti stanze del palazzo vescovile.
Magari la pasquinata pretesca è veritiera, ma sorprende la forma dell’anonimato da parte di chi per vocazione fa il pastore di anime e dovrebbe dare l’esempio del buon cristiano, capace di prendersi le sue responsabilità a volto scoperto, pronto a finire anche sulla croce per testimoniare la verità. Non bisogna inoltre dimenticare che il Paese è piccolo e si rischia in fretta l’effetto «Fantozzi, è lei?», la miserabile figura del ragionier Ugo quando al telefono, con voce camuffata e accento svedese per non farsi riconoscere, viene immediatamente identificato dal destinatario della chiamata visconte Cobram. E poi, cari parroci, ricordate che nel segreto dell’anonimato il vescovo forse non vi vede ma Dio sì! E non è una bella cosa. Pensate che succederebbe se il Padreterno, con tutto quello che viene a sapere, si mettesse a sua volta a divulgare messaggi anonimi con nome, cognome e peccati dei suoi ministri terreni che a quel punto, come la Ferragni, si ritroverebbero pieni di tutte le sfighe. Con rispetto per il dolore della Ferragni, sennò Asia mi manda una lettera anonima firmandosi Or Penagin.