Chi più spende alla fine meno spende
Un ammiratore un giorno si avvicinò al grande pittore Pablo Picasso. «Maestro, desidererei avere un’opera realizzata da Lei», fu la sua richiesta. Picasso prese un foglio di carta, una penna e con pochi ma precisi tratti tratteggiò una splendida figura. «È meravigliosa», commentò quasi estasiato l’uomo. «Cosa le devo per il disturbo?» Picasso rispose con una cifra considerevolmente alta. L’uomo apparve sorpreso e balbettò. «Ma Maestro, ci ha impiegato poco meno di un minuto...» «A dire il vero ci ho messo quasi sessant’anni» fu la risposta sorridente ma ferma del pittore. Mi piace ricordare questo aneddoto ogni volta – e la cosa accade purtroppo sempre più spesso – che il costo di una competenza, di una preparazione, di una mansione non viene considerato in base alla sua qualità ma unicamente riguardo al suo costo. Del musicista chiamato a suonare per un’ora non si considera che dietro quella sessantina di minuti ci sono magari trent’anni di studi, ore e ore quotidiane di esercizi ripetuti con metodo e attenzione e un profondo studio delle partiture e che dunque il suo onorario debba tenere conto di ciò. Dell’artigiano che si muove con esperienza e con estrema precisione, venendo a capo in pochi minuti di un problema che a prima vista sembrava insormontabile, non si tiene conto che a quello stadio di conoscenza c’è arrivato dopo un lunghissimo – e magari mal pagato – apprendistato, con anni trascorsi a sviscerare quel campo fino a poterne vantare una grande conoscenza;del serio professionista che in pochi minuti riesce ad impostare un testo in modo corretto, chiarificatore senza alcuna possibilità di equivoco, non si riconosce che quella padronanza dei mezzi, quella capacità di sintesi e di conoscenza della materia non sono piovute dal cielo ma sono il risultato di un lunghissimo lavoro fatto prima e che, giustamente, merita di essere adeguatamente riconosciuto. Purtroppo oggi, sempre più le competenze, non vengono riconosciute: il fattore primario nella valutazione di ogni cosa è il suo prezzo. Che più è basso, più gode di considerazione. Con il risultato di ritrovarsi con cose improvvisate, lavori mal fatti oppure con persone che occupano posizioni per le quali sono completamente inadeguate solo perché costano poco o perché, chi avrebbe potuto o dovuto occuparle, non ne ha voluto sapere in quanto poco gratificanti da un punto di vista sia materiale sia della considerazione. Il costo, insomma, nella società contemporanea è quasi sempre messo in primo piano rispetto alla professionalità e al merito. E questo alla faccia di quell’insegnamento che i nostri nonni ci hanno tramandato e che in ogni scelta dovrebbe saggiamente guidarci, ossia che il più delle volte chi più spende, alla fine, meno spende...