Il sesso e le statistiche da caldana
Il caldo di questi giorni gioca tanti brutti scherzi e provoca reazioni inconsulte. Non mi riferisco ai tragici accadimenti di cui sono zeppe le cronache di questi giorni, ma ad altre – e fortunatamente più amene – situazioni che si verificano un po’ ovunque in questo periodo e attribuibili, almeno spero, agli aumenti della temperatura. E che toccano pure le redazioni dei giornali dove vengono pubblicate notizie che non esito a definire quantomeno bizzarre. Come quella pubblicata nella parte destra del portale online (quella ormai consacrata a quel settore denominato «life style» in cui trovano spazio le più incredibili sciocchezze, quelle che un tempo pure i rotocalchi da parrucchiere si rifiutavano di mettere in pagina) di un’importante testata e che riferisce di una donna che – citiamo testualmente – «è arrivata a 134 orgasmi in una giornata». La domanda che sorge spontanea, al di là di ogni possibile chissenefrega e di altre considerazioni di carattere psicofisico, è la seguente: chi era presente a contarli, uno scienziato oppure un guardone di passaggio? Il portale fornisce una risposta al quesito: uno studioso, anzi due, tali William e Marylin Hartmann, una coppia di sessuologi americani che negli ultimi vent’anni affermano di aver analizzato per la loro ricerca ben ventimila orgasmi di circa 800 soggetti. Orbene, partendo dal presupposto che il sesso è un argomento serio, mi incuriosisce il fatto di come – se non si è dei rodati professionisti del settore – si possa praticarlo con a fianco qualcuno che conta gli orgasmi e prende serissimamente gli appunti. Ma quello che mi rende ancora più curioso è come, al di fuori di un laboratorio, si riesca a misurare e a contabilizzare il privato. Mi riferisco in questo caso ad un’altra indagine sul sesso correlata a quella citata dal portale di cui sopra (che – ribadisco – non è YouPorn o un sito affine bensì uno storico brand giornalistico) sulla durata media degli amplessi. Il 40% dei quali, stando agli interpellati, ha una durata precoce; il 30% raggiunge l’apice in 11 minuti; una ventina supera i 20 e solo il 10% riesce ad andare oltre la mezz’ora. Ma chi misura i tempi? E come? Selezionando delle coppie e chiedendo loro se possono installarsi nelle loro alcove? Oppure seguendole furtivamente per strada, entrando di soppiatto nelle loro abitazioni e nascondendosi sotto il letto o dentro l’armadio? Mi piacerebbe saperlo. Certo che, a questo punto, è quasi d’obbligo un consiglio, caldo come questi giorni: d’ora in poi, quando decidete di congiungervi carnalmente con il vostro partner, fate attenzione che non ci sia nessuno nei paraggi, con un taccuino in mano, specie se sapete di non avere una tempistica, diciamo così... dignitosa. In caso contrario, anche se lo individuate, non abbiate paura a lasciarvi andare: per il bene della scienza e delle statistiche da caldana, naturalmente…