Il tempo oppure la ricchezza?
Un amico musicista ha in repertorio una canzone che – racconta – gli è stata ispirata alla stazione di Zurigo dalla visione di un tizio che girava indossando una maglietta con la scritta «You’ve got Rolex, I’ve got Time» (Tu hai un Rolex, io ho il Tempo): uno slogan che reputo meraviglioso in quanto delinea in modo sintetico e con un pizzico di ironia due diversi approcci alla vita e altrettante filosofie esistenziali, una legata al materialismo, l’altra più spirituale. Ma quale di questi due orientamenti– mi sono chiesto ascoltando la canzone – è più utile al raggiungimento della felicità, che, in fondo è lo status a cui aspiriamo e che guida ogni nostra scelta e comportamento? Il primo è il più pragmatico e concreto, ho ragionato. Mirare ad una certa agiatezza economica, infatti, regala la prospettiva di poter affrontare l’esistenza in modo più libero e leggero: se si è svincolati dalla necessità di far quadrare i conti che spesso ci obbliga a sottostare a regole che non condividiamo o a scelte e comportamenti controvoglia, è possibile guardare sia al presente sia al futuro con maggior serenità, ci si può concentrare unicamente su ciò che si desidera davvero fare, senza imposizioni di sorta. E, non da ultimo, si ha la possibilità di avere piena disponibilità del tempo, quel tempo che, chi invece è costretto a barcamenarsi tra mille incombenze, molto spesso sente sfuggirgli sotto i piedi. Anche l’altro approccio alle cose, però, è ugualmente interessante. Mettere il tempo al centro delle proprie priorità significa uscire totalmente dalla perversa logica della nostra società secondo la quale una persona è anzitutto ciò che possiede e non ciò che realmente è. Vuol dire ribaltare la scala dei valori contemporanei, accantonare le mode e la futilità a favore di aspetti più profondi e intensi della vita; significa concentrare i propri sforzi e le proprie energie verso situazioni, obiettivi che, non avendo quale riferimento la ricchezza e il suo conseguimento, permettono di valutare serenamente e senza alcun rimpianto altre opzioni, nonché di godere e assaporare le bellezza e la poesia di ogni singolo istante si stia vivendo. Si tratta, insomma, di due visioni completamente diverse e, a loro modo, entrambe degne di rispetto. Anche se, a mio avviso, il vero aiuto al raggiungimento della felicità sta nel riuscire a conciliarle entrambe. Ossia puntare ad avere quei mezzi che permettono una vita dignitosa, ma senza lasciarsi soggiogare dall’assillo della ricchezza. E farlo tenendo sempre al polso un orologio – non necessariamente uno di valore – che ci ricordi che avere un po’ di tempo da dedicare a noi stessi è una delle ricchezze maggiori a cui si possa aspirare.