Detto tra noi

Tutta colpa del signor Holonyak...

L'avvento dei LED ha portato gli amanti delle luminarie ad esagerare un po', sembrerebbe!
Mauro Rossi
15.12.2023 06:00

Secondo me il proprietario dovrebbe essere multato per vilipendio cromatico», è il caustico commento di mia moglie davanti ad una casa agghindata per Natale. Non posso darle tutti i torti: la graziosa villetta e il giardino davanti ai quali transitiamo, sono infatti zeppi di luci di ogni colore – dal giallo al turchese, dal rosa al rosso al verde – in ogni punto, balconate, grondaie, perfino il comignolo. Ma anche alberi del giardino, suppellettili varie creando un patchwork disorganico in cui le tinte si mescolano quasi a casaccio, all’interno del quale campeggia una altrettanto coloratissima slitta di Babbo Natale trainata da un paio di luminose renne e un abete, anch’esso stracarico di luminarie. Tutta colpa di Nick Holonyak, comento io. «E chi sarebbe ‘sto tizio?», ribatte lei. L’inventore delle luci a LED, le spiego, senza le quali queste cacofonie luminose non esisterebbero. In effetti un tempo le luminarie di Natale erano più contenute per varie ragioni: le strisce di lampadine tradizionali erano delicate, si fulminavano spesso, potevano causare pericolosi cortocircuiti e – dato non secondario – consumavano molta energia elettrica. Perciò venivano sì usate, ma con una certa parsimonia. Poi, una ventina d’anni fa, la tecnologia LED –acronimo che sta per Light Emitting Diode – inventata dall’americano Holonyak negli anni Sessanta e perfezionata da tre giapponesi (tali Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura) ha rivoluzionato il mondo dell’illuminazione proponendo fonti di luce più efficienti, meno pericolose e che consumano un’inezia rispetto alle vecchie lampadine. Una tecnologia che in breve tempo ha conquistato il mondo e che ha trovato nelle luminarie decorative un campo di applicazione particolarmente fortunato. Nel quale ci si sono buttati tutti: enti pubblici che hanno iniziato ad illuminare durante le feste i loro centri urbani con coreografie spesso carine ma talora anche terrificanti – ho visto un borgo addobbato con creazioni luminose che riproducevano dei pappagalli (?) –; centri commerciali che per le feste si trasformano in pacchiani Luna Park e, soprattutto, gente comune che grazie a queste soluzioni può dar sfogo alle più svariate fantasie cromatiche, molte volte con ottimi risultati, altre volte – come l’abitazione citata in apertura – con soluzioni da film dell’orrore. Con il risultato di stravolgere completamente l’essenza del Natale, una festa originariamente da celebrare in modo raccolto, avvolti in una sorta di intimità al cui interno la luce delle candele o di tenui luminarie aveva un ruolo importante perché, nel periodo più buio dell’anno, regalava una speranza nei confronti del futuro. E con la quale le sfarzose ed eccessive luci di oggi non hanno alcun legame.

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