Valori da difendere
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La guerra in Ucraina si è intensificata e l’interruzione dei commerci con la Russia sarà inevitabilmente un danno anche per le aziende europee. Ma i leader del mondo occidentale restano uniti nel dire che quando è troppo è troppo e le sanzioni fanno comprensibilmente parte della nostra reazione. Ma intanto, a pagarne le conseguenze sono, in larga parte, le persone normali. E questo da entrambi i lati della nuova «Cortina di Ferro». Nelle ultime settimane il direttore d’orchestra russo di fama mondiale Valerij Abisalovič Gergiev è stato tolto dal cartellone della Scala di Milano. Questo è solo uno dei tristi casi di sanzioni culturali che abbiamo iniziato a vedere, purtroppo, anche contro i protagonisti russi nei settori dell’arte, della cultura, della musica. La mia domanda è: fino a che punto può arrivare la politica nella censura della cultura? Stiamo tornando ai giorni in cui si sradica tutto ciò che non si allinea alle nostre posizioni? La cultura non dovrebbe fare ponte quando la diplomazia fallisce? Nella mia mente è sempre stata uno strumento di guarigione attraverso i confini. Elif Shafak scrive: «Gli artisti devono parlare più forte, più audacemente, non abbiamo il lusso di essere apolitici, ma non dobbiamo fare il terribile errore di confondere un governo con il suo popolo». L’arte e la cultura non dovrebbero essere aree colpite; bisognerebbe invece concentrarsi su coloro che sono al potere, per spiegare le ragioni dietro questa crisi. Perché questa orribile battaglia colpisce i veri e semplici cittadini di ogni Paese.