«Il brano dell'UDC è una mia iniziativa e la polemica gli ha messo le ali»
Di giorno è un imprenditore di successo, gestisce patrimoni per oltre 2 miliardi, ha fondato una sua banca, è considerato tra le 300 persone più ricche della Svizzera. La sera Thomas Matter cambia veste e diventa DJ Tommy, autore e produttore di «Das isch d’SVP», la canzone che la denuncia di plagio da parte di Sony Music ha catapultato su tutti i media svizzeri.
Signor Matter, dica la verità, ha fatto apposta a copiare «We are family» delle Sister Sledge?
«Non mi sembra il caso di parlare di copia. Però è chiaro che la polemica ha dato ulteriore visibilità al video. Non ci fosse stata l’obiezione di Sony Music, i media avrebbero deliberatamente ignorato la nostra canzone».
La canzone è una sua iniziativa?
«Sì, è una mia iniziativa. Ma grazie ai miei colleghi parlamentari dell’UDC ho avuto degli ottimi aiutanti, sostenitori e coprotagonisti nel video».
Perché non ha coinvolto Christoph Blocher?
«Perché non è candidato alle elezioni federali. Per contro, sua figlia Magdalena Martullo fa un’apparizione di grande effetto».
Come mai nel video i parlamentari sono accompagnati da ballerine ma non ballerini?
«È un caso. È la stessa compagnia di danza che aveva già partecipato al video del 2015. Ora è composta da molte più donne».
Nel video si vedono un solo ticinese, Marco Chiesa, e un solo romando, Michaël Buffat. Perché?
«Tutti i consiglieri nazionali e consiglieri agli Stati UDC sono stati invitati. Poi chi aveva tempo e voglia, ha partecipato».
Forse se avesse pensato anche a una versione in francese e italiano, qualcuno in più sarebbe arrivato.
«Realizzare altre due versioni avrebbe richiesto molto tempo e denaro. Ma se mi permettete di mandarvi il conto, la prossima volta ci penserò molto volentieri...».
Ci accontenteremo della versione tedesca. Tra l’altro, quanto è costata?
«Non così poco da non avere un impatto. Ma neanche così tanto da dover cercare finanziamenti».
Cosa le ha detto il presidente Marco Chiesa quando ha sentito la canzone per la prima volta?
«Gli sono piaciuti sia la canzone, sia il video».
E le sue quattro figlie, cose le hanno detto?
«Anche a loro è piaciuta. Mi danno sempre la loro opinione in modo aperto e schietto».
Ma lei, uomo d’affari e politico impegnato, perché si diletta a fare il DJ?
«Mi piace molto la musica d’intrattenimento e vorrei dare un mio contributo per cercare di avvicinare i giovani alla politica in modo giocoso e divertente. Il messaggio centrale del brano è infatti politico: ‘Kein Schritt links und zwei Schritt rechts’ (nessun passo a sinistra e due passi a destra)».
Quindi lei fa il DJ solo per fini politici?
«Faccio il DJ perché mi piace. Ma mi esibisco solo nei video elettorali perché non potrei dedicare più tempo alla musica. Fra tutti gli impegni professionali, politici e familiari, ho già un’agenda strapiena».
Quale pubblico intendete raggiungere con «Das isch d’SVP»?
«Tutti gli elettori - giovani e meno giovani, di ogni regione della Svizzera - che hanno il senso del divertimento, ma anche della buona politica».
E qual è il pubblico che avete voluto raggiungere l’altro sabato con la festa in stile americano alla Swiss Life Arena?
«Questo evento eccezionale, che nessun altro partito avrebbe potuto organizzare in questo modo, è stato principalmente un’iniezione di fiducia e motivazione per i nostri membri e per coloro che lo diventeranno».
Non crede che gli elettori di un partito conservatore si attendano una campagna conservatrice?
«L’UDC promuove idee liberal-conservatrici che sono moderne e orientate al futuro. E sono anche positive, in contrasto con l’oscurità rossoverde e la sua costante minaccia della fine del mondo».
Lei guarda la meteo?
«Sì, ogni tanto guardo SRF Meteo e vedo come il tempo e il clima vengono mescolati senza ritegno, sebbene gli specialisti ci abbiano messi in guardia proprio da questo».
Perché lo fanno?
«Alla SRF Meteo cercano di fare propaganda usando colori rosso-scuri e temperature per le località costiere dell’Europa del sud fino a 10 gradi superiori alla realtà. So di cosa parlo, perché trascorro molto tempo in Spagna e mi accorgo di persona della discrepanza».
Sta dicendo che i meteorologi non hanno un approccio scientifico?
«Sicuramente sono coinvolti nella propaganda climatica e diffondono il panico con le loro continue allerte meteo».
Lei è in prima fila nella campagna per la riduzione a 200 franchi del canone radiotv. «Un attacco alla Svizzera», secondo il direttore della SSR SRG.
«Gilles Marchand equipara il suo monopolio alla Svizzera. È assurdo. La coesione della Svizzera non viene indebolita dall’iniziativa popolare ‘200 franchi bastano’ ma piuttosto rafforzata. La proporzione delle diverse regioni linguistiche rimarrebbe invariata».
Lei guarda i canali della SSR?
«Solo quando ho i nervi abbastanza saldi da non farmi turbare dall’unilateralità politica che vi regna».