Confine

Il finto sparo a Ponte Tresa

Il motivo della chiusura del valico lo scorso lunedì? Tutta colpa di un dispositivo per addestrare i cani
Il valico italo-svizzero di Ponte Tresa. ©Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
20.08.2023 09:30

È un dispositivo per l’addestramento di cani da caccia ad aver provocato la chiusura della dogana di Ponte Tresa, lo scorso lunedì. Manipolandolo, un doganiere ha inavvertitamente fatto partire un colpo che ha dato adito alle più svariate speculazioni.

Negli istanti seguenti c’è chi ha parlato di «munizioni esplose», chi ha ipotizzato il morto e addirittura chi ha raccontato di una sparatoria a cavallo del confine. Voci di scene da Far West che l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) non ha contribuito a smorzare trincerandosi dietro al laconico annuncio di un «incidente».

In effetti di «incidente» si è trattato. Ma di un genere ben diverso da quello che l’opinione pubblica ha amato immaginare.

Tutto è iniziato con un controllo di routine a un veicolo in entrata in Svizzera. Il conducente dice di non avere nulla da dichiarare ma un doganiere vuole verificare che sia effettivamente così. Durante l’ispezione, trova uno strano aggeggio riposto tra due sedili. Lo prende. Si tratta di un dispositivo per l’addestramento di cani da caccia, che serve ad abituarli al rumore degli spari.

Il colpo e la fuoriuscita

Ignaro della presenza di un colpo in canna, il doganiere maneggia il dispositivo finché, inavvertitamente, fa partire lo sparo, un finto sparo, visto che si tratta di una pistola a salve. Un finto sparo ma molto rumoroso, tanto che negli attimi successivi il doganiere riporterà dei problemi all’udito.

Non solo. Sembra che l’esplosione del colpo abbia provocato la fuoriuscita di una sostanza infiammabile, a causa della quale il doganiere avrebbe riportato anche dei problemi alla vista. Questa fuoriuscita spiegherebbe lo scatto dell’allarme antincendio e il successivo intervento dei pompieri. L’ambulanza invece è giunta sul posto per prestare soccorso al doganiere, il quale non dovrebbe in ogni caso aver subito conseguenze troppo gravi. La polizia, infine, è intervenuta sul posto per isolare la zona e fermare il traffico doganale, visto che a quanto pare i doganieri non avevano ritenuto necessario chiudere il valico.

Alla fine la chiusura della dogana si sarà protratta solo per una ventina di minuti, tempo di chiarire l’accaduto e prendere i necessari provvedimenti. C’è stato qualche disagio al traffico, chiaramente, tuttavia di proporzioni molto più limitate rispetto a quelle che si sarebbero registrate in qualsiasi giorno che non fosse la vigilia del giorno festivo dell’Assunzione di Maria, nel bel mezzo delle vacanze dell’edilizia.

È ad ogni modo comprensibile il clamore che ha suscitato la chiusura del valico doganale, anche perché si tratta di una misura infrequente. Tuttavia, a Ponte Tresa non c’è stato alcun Far West. Solo un piccolo incidente di percorso nell’ispezione del veicolo di un addestratore di cani da caccia, cui per la cronaca è stato sequestrato il dispositivo, il cui uso è autorizzato in Italia ma non in Svizzera. 

Correlati