Gesti e parole dal carcere
Quattro giornate durante le quali Arzo e Meride saranno animati da spettacoli teatrali per adulti e bambini, incontri, musica ed esposizioni: stiamo parlando del Festival internazionale di narrazione, in cartellone da giovedì 17 a domenica 20. L’appuntamento, giunto alla XXIII edizione, si intitola Vedersi di fronte e intende innescare visioni e riflessioni in cui il teatro diventa strumento per vedersi e conoscersi.
«Vedersi di fronte è un’occasione di guardarsi in faccia e potersi rispecchiare nelle storie e nei racconti», esordisce Camilla Stanga della commissione artistica della rassegna. «Il teatro, infatti, ha il potere di far incontrare le persone e permetter loro di condividere un momento».
Guardare attraverso le sbarre
Fil rouge dell’edizione 2023 del festival è il carcere. «Il titolo della rassegna rimanda altresì al tema conduttore degli spettacoli per adulti», continua Camilla Stanga. «Con il nostro appuntamento intendiamo far luce su una realtà diversa e far ascoltare al pubblico tanto le voci che provengono dall’esterno delle strutture penitenziarie quanto quelle che provengono dall’interno. Attraverso il tema del carcere, inoltre, lo spettatore può vedere le cose da una prospettiva diversa in quanto può ascoltare delle storie che provengono da realtà che di solito sono distanti dalla sua».
Il mondo dei penitenziari e quello del teatro, del resto, non sono così distanti come si potrebbe pensare. «In effetti esistono numerosi progetti di laboratori teatrali per i detenuti e le arti sceniche possono diventare uno strumento grazie al quale reinserirsi nella società», chiarisce la nostra interlocutrice. Ne è un esempio, del resto, Davide Mesfun, ex detenuto che ha incontrato il teatro nel corso della sua esperienza carceraria e ne ha colto le potenzialità non solo per rielaborare la propria esperienza, ma per condividerla trasformandola in un’occasione di scoperta e crescita anche per il pubblico. Al Festival internazionale di narrazione Mesfun arriva, sabato 19 alle 10.45 alla Vecchia Dogana di Arzo, con lo spettacolo Sguardi a confronto che propone un viaggio attraverso le sue riflessioni. Altro esempio della stretta relazione tra il mondo del carcere e quello del teatro è Mimmo Sorrentino, regista e drammaturgo che ha condotto diversi laboratori teatrali per carcerati e che al festival terrà un laboratorio pratico di teatro partecipato (già tutti esauriti i posti).
Nel dettaglio, il tema della detenzione è affrontato grazie al progetto Il Teatro, una finestra aperta sul carcere: in programma spettacoli dedicati alla tematica (House we left, in scena venerdì 18 alle 21.30 nel Giardino Castello di Arzo; Il Colloquio, in cartellone sabato 19 e domenica 20 alle 18.30 nella Corte dell’Aglio di Arzo e il già citato Sguardi a confronto), l’incontro Storie così grandi. Il teatro e il carcere, dialogo tra compagnie (sabato 19, ore 16.00 nella Corte dei Miracoli di Arzo), la tavola rotonda Pratiche artistiche dal carcere (domenica 20, ore 16.00 sempre alla Corte dei Miracoli), due mostre (l’esposizione Per me si va tra la perduta gente realizzata dalla ONLUS RI_SCATTI in collaborazione con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano che propone per le vie di Arzo fotografie scattate da detenuti e agenti di custodia e la mostra Su tutti insieme curata da Elia Gobbi che presenta alcuni lavori – arazzi, tele, disegni e sculture – realizzati nel carcere giudiziario La Farera e nel carcere penale La Stampa) e, infine, il già citato laboratorio di teatro partecipato con Mimmo Sorrentino.
Oltre la prigione
Nella ricca offerta del Festival internazionale di narrazione non ci sono comunque solo spettacoli incentrati sul carcere, numerosi sono infatti gli altri temi trattati tra i quali citiamo, per esempio, quello della linea sottile tra successo e fallimento affrontato in 80 centesimi di e con Pietro De Nova (sabato 19, ore 18.30 nella palestra delle scuole di Arzo). In Gli Altri – Indagine sui nuovissimi mostri della compagnia Kepler-452 si indaga invece l’identità degli hater, cioè gli autori dei commenti pieni d’odio e violenza che sempre più popolano il web. Sono invece due gli spettacoli che la compagnia Frosini/Timpano porta al festival: Gli Sposi (in agenda sabato 19 alle 21.30 al Giardino Castello di Arzo) e Carne (domenica 20, ore 18.30 nel Giardino Contessa di Arzo). Il primo racconta la storia di Nicolae Ceausescu ed Elena Petrescu, la coppia di dittatori che, al potere, ha messo la Romania in ginocchio per oltre vent’anni. Il secondo è un’indagine sullo sfruttamento dei corpi non umani attraverso il dialogo di due personaggi, uno vegetariano e uno carnivoro. Le storie raccolte sul confine tra Svizzera e Italia sono infine protagoniste di Vasi Comunicanti di Karakorum Teatro (venerdì 18, ore 18.30 alla Casa Fossati di Meride).
L’anima giovane del Festival
Come da tradizione, il Festival internazionale di narrazione è composto da due anime: quella degli spettacoli per adulti e quella degli spettacoli per bambini. Molto ricca quest’ultima la quale presenta anche diverse proposte engagé. «Il bello delle rappresentazioni per i più piccoli è che pure gli adulti possono assistervi vista l’universalità dei temi», spiega Camilla Stanga. «La cosa interessante è vedere come, a volte, i genitori interpretino uno spettacolo in maniera diversa rispetto ai figli». Anche l’età, in effetti, entra in conto nell’allestimento del programma per i più giovani. «Quando componiamo il cartellone per i bambini cerchiamo di inserire spettacoli che vadano a coprire un’ampia fascia d’età». Programma dettagliato e biglietti su festivaldinarrazione.ch.