Quello scontrino rivelatore
Se sul quando si comincia ad invecchiare i pareri sono discordi (c’è chi ritiene sia la carta d’identità a dare il definitivo verdetto, chi invece sostiene che non si invecchi in base al tempo che si ha alle spalle, bensì quando si smette di sognare), credo si sia tutti concordi nell’affermare che ad ognuno di noi, prima o poi, arrivano segnali inequivocabili che quella gioventù che in cuor nostro riteniamo non sia ancora tramontata, è invece definitivamente alle spalle. Personalmente il primo segnale lo ebbi anni fa quando ancora di mestiere facevo il dj (ebbene sì, prima di tormentarvi con i miei scritti, ero una di quelle figure che faceva ballare le gente nelle discoteche facendo girare i dischi – non utilizziamo il termine «suonare» perché i disc jockey non suonano un bel niente... ): una sera alla mia postazione di lavoro si avvicinò una giovane e seducente ragazza che dopo avermi incantato con un sorriso mi fulminò dicendomi: «Mi scusi Signore, potrebbe per cortesia mettermi il tal disco?». Una richiesta che, tra il «mi scusi», il «Signore» e soprattutto il «Lei», fu una coltellata al mio ego facendomi bruscamente capire che, forse, quello non era più il mio ambiente. E infatti da lì a poco appesi cuffie e dischi al chiodo... Un altro episodio accadde più avanti quando, in piedi sull’autobus mentre stavo leggendo un libro, un ragazzo si alzò offrendomi il suo posto a sedere – posto che un rigurgito d’orgoglio mi spinse a rifiutare cedendolo ad una giovane donna al mio fianco. Ma probabilmente il definitivo suggello all’avvenuto trapasso generazionale è accaduto la scorsa settimana. Di ritorno da un viaggio in Italia, mi sono fermato ad un supermercato per un veloce acquisto. Arrivato alla cassa, la solerte impiegata mi ha chiesto: «Lei è per caso già in pensione?». Le ho risposto che purtroppo – o per fortuna – quel momento è ancora abbastanza lontano. «Ma ha più di sessant’anni?», ha continuato. A fronte di un mio assenso ha sentenziato: «Dunque ha diritto allo sconto» e senza dire altro ha digitato sulla sua tastiera un codice che ha applicato alla mia spesa una riduzione con specifica «promozione anziani». Devo dire che la sua sollecitudine mi ha provocato più angoscia che piacere: non era infatti l’impressione di un singolo a determinare il mio status bensì una certificazione ufficiale, quale quella rilasciata dallo scontrino emesso dalla catena di vendita. Scontrino che, detto per inciso, ho deciso di conservare gelosamente nel portafoglio come «memento». Quando, infatti (e accadrà, ne sono certo) verrò colto dalla tentazione di fare qualcosa di esagerato, da post-adolescente, certo di avere ancora tutti i mezzi per reggerlo, mi basterà lanciare uno sguardo a quel pezzettino di carta per rammentarmi che sebbene mi ritrovi ancora nell’età in cui ci si sente un ventenne, per certe cose ormai è tardi…