Un rito collettivo
Una settimana di spettacoli per tutti i gusti nell’accogliente cornice del giardino del Teatro Paravento: è la proposta del festival internazionale Il Teatro in Festa che, giunto alla sua XX edizione, animerà Locarno da lunedì 24 a domenica 30 luglio in una sorta di anteprima del festival del film.
La forza delle collaborazioni
«Per presentare la rassegna partirei proprio dal titolo che le abbiamo dato», esordisce il direttore artistico del Teatro Paravento Miguel Ángel Cienfuegos. «Durante l’estate Locarno è pervasa da un clima di festa imputabile ai molteplici e diversificati eventi che hanno luogo in città: penso, per esempio, a Moon&Stars o al Locarno Film Festival. Quando abbiamo deciso di creare a nostra volta una manifestazione, ci siamo detti che doveva sposarsi con l’atmosfera che caratterizza la stagione calda in riva al Verbano e con la voglia delle persone di trascorrere delle belle e coinvolgenti serate all’insegna della riflessione e del divertimento». In tal senso anche la scelta del luogo in cui ambientare gli spettacoli sottostà a logiche precise. «La location consente una differente relazione tra lo spettatore e ciò a cui assiste in quanto il contesto più raccolto invita il pubblico ad entrare in simbiosi con gli artisti».
Ogni anno la rassegna si contraddistingue per un aspetto peculiare e l’edizione alle porte non fa eccezione. «Quest’anno l’accento è stato messo sulle collaborazioni tra artisti», rivela il nostro interlocutore. «Penso, per esempio, allo spettacolo di apertura Freud aveva ragione – una coproduzione tra la cantautrice siciliana Gabriella Lucia Grasso e il Teatro Paravento – oppure all’opera lirica di Domenico Cimarosa Il matrimonio segreto che nasce da una collaborazione con TicinoMusica. Come non citare poi 16 AniMe del gruppo Laribalta di Novara con cui abbiamo già lavorato in passato e con il quale in autunno inaugureremo un prolifico programma di scambio».
Spicca, tra le collaborazioni, quella con TicinoMusica, giunta al suo terzo anno: come è nata la sinergia con tale istituzione? «A prendere l’iniziativa è stata TicinoMusica che, dopo aver visto il nostro giardino, si è resa conto che il luogo era ideale per rappresentare le proprie opere», racconta il direttore artistico del Paravento. «Sul piano tecnico, inoltre, possiamo fornir loro un supporto di alto livello. Una cosa interessante è come il luogo condizioni sempre lo spettacolo di TicinoMusica: i cantanti approfittano dello spazio e, per esempio, può accadere che alcuni di loro entrino in scena arrivando dal fondo del giardino». Riferendoci alla sinergia tra Il Teatro in Festa e TicinoMusica possiamo dire che il proverbio «l’unione fa la forza» sia azzeccatissimo. «La serata in collaborazione con Ticino Musica è sempre ben frequentata perché convergono in un unico luogo due pubblici differenti: il nostro e il loro. Ciò è molto importante anche da un punto di vista culturale perché permette a due mondi solitamente distanti di coesistere in un unico festival».
All’insegna dell’apertura
Sin dalle prime edizioni, cifra stilistica de Il Teatro in Festa è l’eterogeneità dei generi proposti: si va dal teatro di prosa a quello circense passando per una grande varietà di forme. «Un altro aspetto a cui teniamo particolarmente è includere uno o due spettacoli senza parole», sottolinea Cienfuegos. «Durante l’estate, infatti, a Locarno arrivano diverse persone dalla Svizzera tedesca e dalla Germania che vorrebbero assistere a rappresentazioni teatrali, ma che finiscono col rinunciarvi a causa dello scoglio linguistico. Con questo tipo di offerta riusciamo così ad includere anche chi non capisce bene l’italiano. Sempre nella medesima ottica si inseriscono i concerti, come quelli che proporremo in chiusura di rassegna con Oktopus Orkestars».
Altra caratteristica de Il Teatro in Festa è l’accostamento tra rappresentazioni più improntate al divertimento puro e altre che invitano ad una riflessione su temi d’attualità. «Alla radice di questa “formula magica” c’è la Compagnia del Teatro Paravento: guardando alla sua drammaturgia si osserva come si possono trovare pièce “serie” ed altre più “leggere” e “divertenti”», spiega il nostro interlocutore. «Va sottolineato comunque che anche negli spettacoli impegnati ci sono momenti ironici in cui si ride così come le rappresentazioni più leggere veicolano costantemente un messaggio importante».
Se le scelte di tipo artistico operate da Miguel Ángel Cienfuegos e dalla sua squadra sono molteplici, l’obiettivo de Il Teatro in Festa è uno solo. «Intendiamo essere un’alternativa alle grandi manifestazioni che animano l’estate locarnese», chiarisce il nostro interlocutore. «Vogliamo offrire un altro tipo di ascolto e un diverso approccio alla cultura e al divertimento. Oggi le proposte culturali vengono spesso valutate in base alla ricaduta economica che sono in grado di generare. Ora, per noi questo aspetto è sì importante, ma passa in secondo piano in quanto puntiamo su altri aspetti quali quello umano, civile e dei valori. Il teatro serve a trasmettere conoscenza e deve adoperarsi per innalzare il livello culturale generale della popolazione. Esso ha poi una funzione sociale e comunitaria innegabile, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui l’isolamento causato dalle tecnologie digitali è molto marcato».
Un contesto arido
Strettamente legata all’idea di festival quale momento di incontro comunitario e di scambio è altresì la formula della rassegna: tutti gli eventi sono gratuiti. Una scelta coraggiosa, soprattutto considerando «la siccità, in quanto a sostegni alla cultura, [che] si fa sempre più preoccupante» denunciata dagli stessi organizzatori de Il Teatro in Festa nel loro comunicato stampa. «Agli inizi si è trattato di attirare pubblico: da qui la gratuità dell’offerta», spiega Cienfuegos. «La mossa si è rivelata vincente visto che, negli anni, il numero di spettatori è cresciuto. Raggiunto il nostro obiettivo primario, oggi si potrebbe anche pensare di introdurre un biglietto d’entrata. Crediamo tuttavia che l’arte debba essere, se non gratuita, facilmente accessibile e perciò abbiamo deciso di mantenere l’ingresso libero. Con questa mossa vogliamo inoltre responsabilizzare lo spettatore e fargli capire che lo spettacolo si può fare solo grazie a lui. La gente deve quindi adoperarsi per fare in modo che una rassegna sopravviva negli anni innanzitutto marcando presenza e, secondariamente, lasciando un’offerta in base alle proprie disponibilità economiche, se se la sente. Ad ogni modo, per noi è importante che non sia il soldo a condizionare una persona nella scelta di andare a teatro o meno».
Come dicevamo, tra le righe del comunicato stampa di presentazione de Il Teatro in Festa si legge una critica velata, forse neanche troppo, al Cantone, reo di non sostenere a sufficienza le sue realtà culturali. Quali potrebbero essere i correttivi da apportare? «Innanzitutto bisognerebbe istituire un vero e proprio fondo per la cultura e non attingere unicamente dal fondo Swisslos», illustra Cienfuegos. «In secondo luogo, il Cantone dovrebbe essere più trasparente e chiaro riguardo ai criteri che sottostanno all’ottenimento delle sovvenzioni. Infine, la ridistribuzione dei fondi dovrebbe venir fatta in maniera più equa».
Si replica in agosto
L’estate, per il Teatro Paravento, è una stagione ricca di proposte. Non ci sarà nemmeno il tempo di congedare Il Teatro in Festa che dal 2 al 12 agosto avrà luogo il Bistrot Teatro Paravento. «Alla base della rassegna c’è, ancora una volta, la volontà di far incontrare la gente. Vogliamo poi che la situazione del Bistrot Paravento sia godibile e partecipativa: per questa ragione le persone devono potersi parlare e, di conseguenza, la musica non deve essere proposta ad un volume fuori di testa. A livello musicale, l’offerta spazierà dalla musica irlandese al tango passando per la musica cantautoriale, il jazz e la musica latinoamericana».
Il programma: sette giorni di spettacoli
Lunedì 24, ore 21.00
Freud aveva ragione
Di e con Luisa Ferroni e Gabriella Lucia Grasso.
Regia di Miguel Ángel Cienfuegos.
Martedì 25, ore 21.00
Bikila
Di Davide Ravan, con Davide Fabbrocino.
Regia di Luca Zilovich.
Mercoledì 26, ore 21.00
16 AniMe
Con Marta Raciti, Sarah Leo, Asia Bosio, Matteo Chippari, Riccardo Brumat e Patrice Bussy.
Regia di Roberto Lombardi.
Giovedì 27, ore 20.00
Il matrimonio segreto
di Domenico Cimarosa.
Con i cantanti e l’ensemble strumentale dell’Opera Studio internazionale Silvio Varviso diretti da Umberto Finazzi.
Venerdì 28, ore 21.00
Sin remite
Di e con Quique Méndez.
Sabato 29, ore 21.00
Il silenzio del violino
Con Matteo Fantoni.
Testo e assistenza alla regia di Sara Venuti.
Domenica 30, ore 21.00
Oktopus Orkestars
Con Martin Kaspar, Santiago Moreno e Karl Stets.