A Tenero il mobile che non t'aspetti
Quando Igor Saglini ha preso in mano la direzione della Sara SA di Tenero si è chiesto se non fosse il caso di cambiarle il nome. «Mi sembrava curioso che una ditta che produce robusti mobili in acciaio portasse un nome femminile - spiega -. Avevo l’impressione che fosse poco consono al ramo d’attività. Ma poi mi sono subito reso conto quanto il nome Sara fosse conosciuto e apprezzato in tutta la Svizzera. E mi sono convinto anch’io della bontà della scelta fatta da Giuseppe Cattori nel 1961».
Una scelta che ha una spiegazione semplice. «Il signor Cattori volle ringraziare un bravo tecnico, il signor Anzini, che aveva sviluppato e patentato un nuovo tipo di guida per cassetti - racconta Saglini -. Una guida che peraltro è stata in seguito prodotta per decenni. Decise quindi di dare alla ditta il nome della figlioletta del suo collaboratore, Sara».
Tra UBS, Rolex e il Lido
Un nome che negli anni ha saputo farsi spazio negli uffici di grandi gruppi come UBS, Nestlé, Rolex, Sunrise, Zurich, 3M, come anche nell’amministrazione cantonale e federale, negli ospedali dell’EOC, al Lido di Locarno, al Film Festival e in molte altre postazioni di lavoro più o meno grandi.
«Il nostro primo punto di forza è la versatilità - afferma Saglini -. Abbiamo un catalogo di mobili ma siamo in grado di disegnare e realizzare qualsiasi tipo di arredamento ci venga chiesto dal cliente. A seconda delle sue esigenze, noi concepiamo il prodotto, lo realizziamo dalla A alla Z e glielo consegniamo».
Un secondo punto di forza è sicuramente la solidità. «I nostri mobili in acciaio possono durare teoricamente in eterno - spiega il direttore generale di Sara SA -. Ci sono spesso dei clienti che dopo venti o trent’anni chiedono se possiamo riverniciare i loro armadi, scrivanie, cassettiere o altro. Noi lo facciamo e i mobili tornano come nuovi, pronti a rendere servizio per altri decenni».
Non si butta via niente
E nel caso in cui un qualche tipo di mobile dovesse essere passato di moda, è comunque improbabile che finisca in discarica. «Proprio in questo periodo stiamo partecipando a un progetto europeo sull’economia circolare - afferma Saglini -. L’obiettivo è avere una tracciabilità completa del mobile in acciaio, per capire quanti stadi ha attraversato dalla fabbricazione al fine vita».
Un destino, il fine vita, che può anche non arrivare mai. «Abbiamo una grande richiesta di mobili usati - spiega il direttore -. Tante persone li usano nelle cantine o nei garage, per esempio per stoccare gomme o ruote. Sicuramente in qualche garage ticinese si trovano ancora le prime scaffalature prodotte qui a Tenero negli anni ‘60».
Un’intuizione ancora attuale
Erano i tempi in cui Giuseppe Cattori, dopo essersi inizialmente concentrato sulla riparazione di mezzi agricoli, aveva fiutato l’opportunità di produrre soluzioni di arredamento per gli uffici che allora spuntavano come funghi un po’ in tutto il Ticino. Fu un’intuizione azzeccata, che portò a un rapido sviluppo dell’azienda di Tenero.
Oggi le condizioni sono diverse. La concorrenza estera a buon mercato ha in molti casi vanificato gli sforzi produttivi tra i confini nazionali. Il telelavoro ha rimesso in discussione il ruolo centrale dell’ufficio. Ma nonostante tutto, i mobili prodotti dai 40 collaboratori della Sara SA continuano a essere parecchio ricercati sul mercato.
«Nel nostro ambito la concorrenza asiatica si fa sentire un po’ di meno - dice Saglini -, perché i mobili sono ingombranti e non è per forza redditizio spedirli da Shanghai. Sentiamo un po’ di più la concorrenza dalla Turchia o dai Paesi dell’Est, ma noi possiamo rispondere con la qualità. Se un cliente fa un’analisi dei costi sul lungo periodo, si rende conto che è meglio spendere qualcosa in più per avere una soluzione durevole invece che risparmiare sul momento per poi dover cambiare i mobili ogni pochi anni».
A chilometro quasi zero
Chi acquista un mobile Sara fa una scelta lungimirante, ma anche sostenibile, visto che la produzione non è a chilometro zero ma comunque quanto di più vicino possa esserci. «L’acciaio lo compriamo in Svizzera, in Liechtenstein o in certi casi nel Nord Italia - spiega Saglini -, per il legno abbiamo un fornitore in Ticino e un altro in Svizzera interna, mentre la componentistica arriva da Svizzera eGermania. La produzione poi avviene tutta internamente, a Tenero, a partire dalla concezione del prodotto e dal design, fino alla piegatura, la saldatura, la brasatura, la termolaccatura a polvere, il montaggio e la spedizione».
L’unica eccezione riguarda i sistemi modulari Formae, che sono stati progettati in collaborazione con il designer ticinese Armando Carnevale e che potrebbero permettere di aprire un nuovo mercato.«Noi solitamente vendiamo solo mobili finiti, mentre nel caso di Formae si tratta di scaffalature in acciaio e legno che potrebbero essere vendute anche smontate e poi montate a piacimento dal cliente - dice il direttore -. In questo senso, potrebbero essere la nostra porta d’entrata nell’e-commerce, una modalità di vendita che ci piacerebbe sviluppare».
Perché al momento la vendita avviene ancora in maniera tradizionale. «Circa il 60% della nostra produzione passa attraverso i rivenditori - afferma -. Un’altra parte viene realizzata su misura per i nostri grandi clienti come enti pubblici, banche, assicurazioni, industrie.Infine ci sono i privati, che rappresentano circa il 5% del mercato ticinese. Sono persone che vengono da noi a chiedere un’offerta e acquistano direttamente in loco».
Una realtà da scoprire
Anche questa è una modalità di vendita che il direttore generale di Sara SA vorrebbe sviluppare. Non da ultimo per rafforzare i legami tra il territorio e quella che è una delle ultime aziende del settore di proprietà svizzera, il gruppo Eredi Giuseppe Cattori, che possiede anche il vicino camping. «Noi accogliamo sempre con piacere chiunque voglia venire a visitarci, che siano clienti, scolaresche o semplici curiosi - spiega Saglini -. Al momento abbiamo uno showroom che merita di essere rinnovato ma è comunque possibile visitare la fabbrica dall’interno e rendersi conto di cosa c’è dietro alla realizzazione di un mobile».
E così scoprire una realtà unica in Ticino, adagiata in una cornice idilliaca a pochi passi dal Lago Maggiore, là dove i turisti vengono a campeggiare e dove, a inizio anni ‘60, il signor Cattori e il signor Anzini diedero il via a questa storia di successo industriale.