«Camponovo faccia un passo indietro»
È curioso che la Lega abbia deciso di proporre come suo nuovo procuratore pubblico una persona che fino a poco tempo fa faceva parte dei Verdi liberali, in qualità di membro del Comitato distrettuale del Luganese.
Ma è ancora più curioso che tale persona sia il figlio del diretto superiore di Sabrina Aldi, deputata leghista in Gran Consiglio e seconda vicepresidente nella Commissione giustizia e diritti, quella che è chiamata ad avallare le proposte di nomina e indirizzarle al plenum.
Sono i casi della vita. Nel novembre scorso Sabrina Aldi è stata scelta come nuova direttrice amministrativa della Hospita Suisse Anesthesia Care SA, in sostituzione di un altro leghista, Eolo Alberti, che aveva lasciato quell’impiego e il suo seggio in Gran Consiglio per andare ad accasarsi nel CdA dell’EOC.
Pochi mesi dopo, questa settimana, Sabrina Aldi arriva alla riunione della Commissione giustizia e diritti e mette sul tavolo un nome, un solo nome, scelto dalla Lega tra un mazzo di dodici candidati ritenuti idonei per la successione delle procuratrici pubbliche Marisa Alfier e Pamela Pedretti. E chi è questo nome messo sul tavolo da Sabrina Aldi? È Alvaro Camponovo, figlio del dottor Claudio Camponovo, amministratore unico della Hospita Suisse Anesthesia Care SA e quindi diretto superiore della deputata leghista.
Per i casi della vita, Alvaro Camponovo si è ritrovato a essere il nome preferito dalla Lega, sebbene sia molto giovane, lavori come segretario giudiziario solo da un paio di anni e non sia stato il più brillante nelle valutazioni della commissione di esperti.
Sabrina Aldi, interpellata da La Regione, si è limitata a dire che Camponovo «è un candidato che la Commissione di esperti indipendenti ha ritenuto idoneo a ricoprire la carica di procuratore pubblico, un candidato che conosco personalmente e che reputo valido».
A parte il fatto che tutti i candidati sono stati ritenuti idonei (tranne i cinque che si sono ritirati da soli, due prime delle audizioni, tre dopo), a Palazzo di giustizia ci si chiede come mai Sabrina Aldi e compagni non abbiano preso in considerazione Raffaele Janett, anch’esso in quota Lega-UDC, anch’esso segretario giudiziario, ma con più esperienza. Tanto più che i due nuovi procuratori pubblici saranno chiamati a lavorare da subito a pieno regime, visto l’enorme volume di incarti in giacenza.
Malumori e critiche
In Commissione giustizia e diritti, Matteo Quadranti (PLR) non ha firmato il rapporto, poiché in disaccordo. Simona Genini (PLR) dice di averlo firmato «solo perché i miei predecessori in commissione avevano promesso il posto alla Lega e mi sembra corretto mantenere la parola data». Tuttavia, anche lei si dice «insoddisfatta». Pierluigi Pasi (UDC) non ha firmato come da tradizione del suo partito e valuterà la questione con i suoi colleghi.
Più diretto è infine il parere dell’ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi. «Alvaro Camponovo non ha mai fatto un processo, sino a diciotto mesi orsono, prima di mettere il piede al Ministero Pubblico faceva contratti per AIL - afferma -. Si dice che imparerà, ma fintanto che non avrà imparato, avvocati navigati e delinquenti smaliziati guadagneranno assoluzioni ingiuste di cui faranno le spese le vittime e i denuncianti. Non è ammissibile eleggere un procuratore che ha bisogno della balia per qualche anno».
L’avvocato Bernasconi ritiene dunque che Camponovo debba fare un passo indietro. «Proporre il suo nome è uno schiaffo nei confronti dei segretari giudiziari che lavorano da molti più anni e ai quali Camponovo è stato preferito in base ad un accordo scellerato - sostiene Bernasconi -. In seno al Ministero pubblico tira aria di rivolta e di frustrazione. Una simile elezione darebbe luogo a numerose dimissioni, magari anche di procuratori pubblici che si sentono ormai maltrattati da parte dei partiti politici. Il canton Ticino deve proprio pagare un prezzo così alto per fare un favore a qualche capoccia della Lega? Se Camponovo avesse un briciolo di rispetto per la funzione di procuratore pubblico, invece di affrontare la battaglia in Gran Consiglio, si dovrebbe ritirare di sua iniziativa».