L'analisi

Carovita: nessuno è esente

In Ticino circa il 25 per cento dei contribuenti non paga le tasse, ma le bollette sì
Andrea Stern
Andrea Stern
03.12.2023 12:00

In Ticino ci sono più di 44.000 contribuenti - il 25% del totale - che sono esenti da imposte, sottolinea Marco Bernasconi, consulente fiscale e professore alla SUPSI. «L’aumento delle spese che oggi gravavo sulle famiglie deve essere riferito, a mio avviso, non solo al complesso della popolazione, ma alle singole categorie di reddito - afferma Bernasconi -. Le spese per i premi delle casse malati e per le imposte hanno un peso differente a seconda dei diversi ceti sociali che le devono sostenere. Per le persone sotto il limite di povertà, che sono in costante aumento, le imposte sono trascurabili in considerazione dell’elevato numero di esenti e l’incidenza dei premi delle casse malati viene temperata dai sussidi».

Certe spese sono uguali per tutti

C’è però un rovescio della medaglia. «Il fatto di essere esentasse non ti esenta da tutta una serie di altre voci di spesa - osserva Christian Marazzi, economista e professore alla SUPSI -. L’alimentazione, l’alloggio, l’energia, i trasporti, sono tutte voci non proporzionali al reddito che hanno evidentemente un’incidenza maggiore sulle persone che guadagnano di meno. Non si tratta solo di pensionati o disoccupati, ma anche di tanti working poor, una categoria che in Ticino è molto più presente che nel resto della Svizzera».

All’ultimo rilevamento, nel 2020, risultava che il 14,5% della popolazione ticinese vivesse in un’economia domestica con un reddito al di sotto della soglia di povertà, contro una media svizzera dell’8,5%.

La politica delle deduzioni

«In Ticino abbiamo dei bassi salari e quindi è facile finire tra gli esentasse - prosegue Marazzi -. Ma bisogna anche tenere conto che noi siamo il cantone con il maggior numero di deduzioni fiscali, un’eredità del periodo masoniano in cui si è spinto molto in questo senso con l’idea di favorire il ceto medio. Quella era la narrazione. Ma alla prova dei fatti queste deduzioni favoriscono molto di più chi ha redditi alti, perché gli consentono di ridurre l’imponibile e quindi sfuggire alle aliquote più elevate».

Sarebbe quindi sbagliato, secondo Marazzi, ritenere che il fisco favorisca i ceti meno abbienti poiché li esenta dal pagamento delle imposte. «I poveri pagano meno imposte per ché guadagnano meno, il discorso è questo - afferma l’economista -. Qualcuno di loro finisce sotto la soglia di esenzione grazie alle deduzioni per figli, per questo e per quell’altro, ma il fatto è che le deduzioni favoriscono molto di più chi ha redditi elevati, perché a quei livelli la riduzione dell’imponibile ha un effetto maggiore».

Nonostante ciò, quella piccola parte di contribuenti che presentano un reddito imponibile superiore ai 100.000 franchi annui (appena più del 7% della popolazione ticinese), copre quasi la metà del gettito complessivo proveniente dalle persone fisiche. Mentre la metà meno benestante dei contribuenti ticinesei versa a malapena il 7% degli introiti.

Difficoltà a chiedere aiuto

Ma questo esula dal discorso del professor Bernasconi su quella fascia di popolazione che non viene toccata dalla crescente esosità dello Stato poiché troppo povera. «Questo ceto sociale soffre, forse e più degli altri, dall’aumento generalizzato delle spese - riprende Bernasconi -, anche perché molto spesso vi è una concreta difficoltà di far capo agli ammortizzatori sociali. Le procedure previste per ottenere il sostegno previsto dalla legislazione sociale (prestazioni complementari AVS e AI, sussidi per i premi della cassa malati, indennità di disoccupazione e per perdita di guadagno e condono delle imposte) e i formulari da compilare sono spesso molto complessi e comportano, a volte, lunghi tempi di attesa che incidono sulla possibilità di far fronte alle necessità esistenziali quotidiane dei richiedenti».

Queste persone sono, in un certo senso, vittime della burocrazia. «A mio giudizio - conclude Bernasconi -, questa categoria di persone dovrebbe trovare, dalla politica, un maggior sostegno amministrativo per poter fruire in tempi brevi del necessario e giustificato intervento dello Stato».

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