Sanità

Cassa malati, perché Zugo fa lo sconto a tutti

I premi non sono aumentati molto ma il Cantone porta avanti la sua politica ridistributiva – Il consigliere di Stato Pfister: «Le finanze lo consentono»
Una veduta di Zugo
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
06.10.2024 06:00

Settecento franchi di «sconto» annuali sui premi di cassa malati per tutti. Il Canton Zugo scende in campo in favore degli assicurati e lo fa con denaro sonante. Duecentoventi milioni. Tanti sono i franchi messi a disposizione per la popolazione nel biennio 2026- 2027. Che a Zugo è così meno stritolata dagli aumenti rispetto a chi abita, ad esempio, in Ticino. Anche se, va detto, la crescita dei premi 2025 è stata contenuta. Tanto che qui si registra il quarto premio più basso nel confronto svizzero. «L’aumento della quota del Cantone ai costi ospedalieri - spiega il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento sanità del Canton Zugo, Martin Pfister - non è una misura di politica sanitaria, ma piuttosto una questione di trasferimento efficiente della parte del reddito eccedente alla popolazione». Zugo sta bene. Ha le finanze solide. E quindi condivide la propria ricchezza con i suoi cittadini. Niente di più semplice.

O forse no. Perché tanta ricchezza non è frutto del caso. Ma di una politica che si è modellata sulle caratteristiche endemiche del cantone, come ad esempio la vicinanza con il Canton Zurigo, che di fatto ha trasformato Zugo in una sorta di periferia ricca dell’industriosa Zurigo. Ma anche di una politica fiscale attraente e aggressiva. Che ha permesso l’arrivo e il mantenimento di un gran numero di aziende, dalle start-up alle grandi aziende affermate e quotate in borsa. Non solo società bucalettere, quindi.

Non è tutto oro, ma...

Certo, non è tutto oro quel che luccica. Gli spazi abitativi non sono ad esempio sufficienti per tutti e i prezzi degli affitti e degli immobili sono molto elevati. Nonostante ciò, Zugo può comunque guardare gli altri dall’alto al basso. Anche se qui si preferisce continuare a guardare a se stessi, ridistribuendo la ricchezza come nel caso dei costi della salute.

Una manna in un altro mondo

Una misura che permetterà di ridurre di circa il 18% i premi medi di cassa malati, pur con differenze a seconda del modello assicurativo, della fascia d’età e della cassa malattia. Di sicuro, la somma messa a disposizione permetterà di coprire il 99% dei costi per le cure ospedaliere, quando normalmente il Cantone garantisce il 55% dei costi per le cure stazionarie, mentre il restante 45% rimane a carico dell’assicurato.

Una manna, insomma. Una manna in un periodo dove invece tutti tirano la cinghia e fanno sforzi colossali per non indebitarsi troppo o rischiare di compromettere gli investimenti e i servizi presenti e futuri. Ma a Zugo si ragiona così. Quando le casse sono piene - e qui è il caso visto che il Consuntivo 2023 ha fatto registrare un surplus record da 461 milioni di franchi - si ridistribuisce. Non soltanto «attraverso l’aumento della quota del Cantone ai costi ospedalieri - riprende Pfister - . Un’altra possibilità è rappresentata dal taglio delle tasse. Un terzo modo è la riduzione dei premi. Tutti e tre gli approcci hanno effetti distributivi diversi e il Cantone di Zugo li utilizza in combinazione per ottenere il massimo impatto possibile».

Una politica sanitaria molto attiva

Sembra un altro mondo. Soprattutto se si guarda la situazione finanziaria di altri cantoni. Che non solo annaspano. Ma all’orizzonte non riescono neppure a vedere vie d’uscita. Zugo assomiglia invece a una piccola formica laboriosa. Che conosce i suoi limiti. Come ad esempio la difficoltà a reperire manodopera qualificata, più interessata a raggiungere altri lidi. Ma nello stesso tempo insiste su un’attrattiva fiscale, sia per le aziende che per le persone fisiche, che sa essere decisiva. Ben sapendo così di attirare una grande diversità di aziende e di settori, che arricchisce il mercato del lavoro con talenti e competenze.

Difficile dire se l’aumento dei premi nel cantone, leggermente inferiore alla media nazionale, sia frutto del caso. Quel che è certo è che «noi perseguiamo da tempo una politica sanitaria molto attiva - sottolinea Pfister -. Ciò vale in particolare per la pianificazione ospedaliera e per l’attuazione della limitazione del numero di medici che prestano prestazioni nel settore ambulatoriale. D’altra parte, ci sono poche possibilità di influenzare la portata del catalogo delle prestazioni e dei sistemi tariffari. In questi settori, si dipende dalle decisioni del governo federale», specifica il direttore del Dipartimento.

«Il sistema è comunque da cambiare»

Va bene insomma essere una formichina laboriosa. Va bene essere ricchi. Ma così non si può comunque andare avanti. Ne sono coscienti anche a Zugo. Dove come altrove si ragiona su una possibile risposta a lungo termine al continuo aumento dei premi sanitari. Ancora Pfister. «I premi seguono i costi. Continueranno a salire se i costi continuano a salire. Servono gli incentivi giusti per i pazienti, per i fornitori di servizi e per le assicurazioni. Nel sistema attuale, tutti beneficiano della crescita. Questo deve cambiare».

Nel frattempo però non ci si scompone. I premi aumentano? Non fa nulla. Le casse sono piene e il Cantone interviene scontando a tutti la fattura annuale di 700 franchi. Tutto questo, quando il sistema sanitario non solo regge, ma soddisfa pure la popolazione. E non soltanto per gli anni a venire. Secondo un sondaggio condotto tra gli abitanti tutti i valori chiave sono rimasti stabili a un livello elevato o addirittura sono migliorati. Valori come la soddisfazione per le cure mediche negli ospedali, per l’assistenza ai medici generici, per l’accessibilità dei servizi sanitari e per il senso di sicurezza per quanto riguarda l’assistenza sanitaria. Tutto fila liscio. Così come liscia è la situazione per la maggior parte degli abitanti di Zugo, che, secondo un’altra indagine cantonale, ritiene di sentirsi in salute e afferma di recarsi dal medico in media meno spesso che in tutta la Svizzera.

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