Gottardo

C'è da spostare una (enorme) opera d'arte

Si cerca una nuova casa per l'installazione di Tullio Zanovello, «sfrattata» dalle caverne del Sasso San Gottardo
Andrea Stern
Andrea Stern
16.02.2025 16:15

All’inaugurazione, il 1° luglio 2018 all’interno di una delle grandi caverne del Sasso San Gottardo, erano presenti le massime autorità dei cantoni Ticino e Uri, in contemplazione davanti all’imponente installazione realizzata dall’artista Tullio Zanovello, «Il marchingegno artistico Gottardo - Il Ridotto», un’opera poliedrica larga sette metri, alta più di quattro, pesante una tonnellata e mezzo.

«Uno spettacolo unico, commovente e umano», lo definì l’editore Giò Rezzonico, una delle decine di migliaia di persone che negli anni successivi si sono addentrate nelle viscere del massiccio per ammirare lo spettacolo di una ventina di minuti realizzato da Tullio Zanovello, uno scrittore, compositore, pittore che preferisce definirsi artista poliedrico. C’era in programma anche di utilizzare quell’installazione, che narra della storia della montagna e della leggenda del Ponte del Diavolo, quale luogo di incontro tra classi scolastiche ticinesi e svizzero tedesche. Ma poi è saltato tutto, per via del Covid e perché nella fondazione sono subentrate nuove priorità. A Zanovello è stato chiesto di portare via il suo marchingegno.

«Sto cercando una sistemazione adatta - spiega Zanovello -. L’installazione artistica è robusta, è stata costruita per stare in un bunker dove ci sono 13 gradi e il 98% di umidità. Io la vedrei bene in una chiesa sconsacrata o in una vecchia caserma o in qualche altro ambito in cui l’opera d’arte possa creare un effetto sorpresa. Ho ricevuto delle proposte in Leventina ma il trasferimento non si è ancora concretizzato, in alcuni casi perché non sono stati trovati spazi sufficientemente grandi per la mia opera, in altri per motivi burocratici o politici».

Zanovello, nato a Zurigo da immigrati italiani, ritiene importante che la sua opera resti in Ticino poiché è stata realizzata proprio con l’obiettivo di riunire le culture del nord e del sud delle Alpi. In questo senso il Sasso San Gottardo era il palcoscenico ideale, poiché rappresenta la porta tra i due mondi.Ma l’artista è convinto che sarà possibile trovare un’altra collocazione altrettanto ideale».

«Mi spiace che la fondazione Sasso San Gottardo abbia preso questa decisione perché l’interesse del pubblico tutt’altro che scemato. Ma questa può essere l’occasione per trovare, con un po’ di fantasia, una collocazione dovela mia installazione possa esprimere il suo significato e contribuire ad attrarre turisti interessati all’arte e alla storia».

Nell’attesa, Zanovello ha dovuto depositare il suo complesso marchingegno in un magazzino della Società elettrica sopracenerina. Ora quell’opera creata con l’intento di far dialogare il nord e il sud delle Alpi si trova nell’oscurità, impossibilitata ad esprimere il suo messaggio. Ma data la forza del messaggio, è difficile che possa restare nascosta ancora a lungo. Zanovello è pronto a valutare ogni proposta, specialmente le più fantasiose. Chi ne avesse una, non esiti a contattarlo

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