La storia

C'è la fila per vivere nel grattacielo ticinese a Zurigo

Gli 85 appartamenti della torre costruita da Artisa sulla Hagenholzstrasse sono andati a ruba – Ne resta solo uno, «a partire da 6.000 franchi al mese»
Andrea Stern
Andrea Stern
10.12.2023 10:45

Vivere a ottanta metri sopra il suolo ha un costo. Circa 11.000 franchi al mese, per un appartamento di 4,5 locali al 24. e ultimo piano della Tower 55, il grattacielo in pietra naturale e vetro recentemente ultimato dal gruppo Artisa sulla Hagenholzstrasse a Zurigo, a un tiro di schioppo dall’Hallenstadion. «Tutti gli appartamenti ai piani alti sono aperti su tre lati - osserva Flavio Petraglio, CEO di Artisa -. È come vivere sospesi nel cielo».

Flavio Petraglio tende a evitare l’altitudine, poiché soffre moderatamente di vertigini. Ma gli zurighesi sembrano apprezzare l’idea di vivere in quota, di potersi rifugiare lontano dalla frenesia del traffico sottostante, di avere quali primi vicini le Alpi, se il cielo è limpido, nessuno quando c’è la nebbia. Un privilegio straordinario.

Costruita e venduta

Così quando in settembre gli 85 appartamenti del grattacielo sono stati messi sul mercato da AXA, che ha rilevato il grattacielo da Artisa, le domande sono fioccate. In men che non si dica, la torre si è riempita quasi completamente. «Attualmente gli appartamenti sono tutti occupati tranne uno» spiega Petraglio. Resta sul mercato soltanto un quattro e locali e mezzo di 150 metri quadrati, al penultimo e 23. piano. Il canone d’affitto? Sul sito della Tower55 si legge: «a partire da 6.000 franchi mensili».

Non sono prezzi popolari ma il fatto è che a Zurigo c’è fame di alloggi di qualsiasi tipo e categoria. A giugno in tutta la città risultavano essere liberi solo 144 appartamenti, per un tasso di sfitto dello 0,06%. A titolo di paragone, il tasso di sfitto a livello nazionale è dell’1,15%, quasi venti volte superiore. A Lugano è del 2,18%, a Bellinzona del 2,56% e a Chiasso addirittura dell’11,76%.

La situazione ticinese

«Non si può paragonare la situazione di Zurigo, Berna o Ginevra con quella del Ticino - afferma Petraglio -. Tuttavia anche nel nostro cantone l’investimento nell’abitativo resta interessante. Perché è vero che c’è tanto sfitto ma c’è anche tanta vetustà. Quindi chi costruisce edifici nuovi ha un vantaggio competitivo rispetto a chi gestisce stabili vecchi e non interviene per ammodernarli. Ci sono parecchi inquilini che passano dal vecchio al nuovo, anche perché la differenza di canoni d’affitto non è così marcata».

In effetti i recenti progetti residenziali di Artisa in Ticino - dal Parco Gerretta di Bellinzona alle LocTowers di Locarno - hanno tutti conosciuto un grande successo commerciale. «Praticamente tutti gli spazi sono occupati», spiega Petraglio. Ora però il gruppo Artisa si sta sempre più concentrando sulla rivalorizzazione di edifici esistenti, anche perché gli spazi liberi iniziano a scarseggiare.

È su uno di questi, uno dei pochi rimasti a Zurigo, che la Tower 55 ha visto la luce. «Noi abbiamo ripreso il terreno, sul quale era previsto un progetto diverso, che non è andato in porto - racconta Petraglio -. Quindi, in collaborazione con architetti locali, abbiamo elaborato il progetto della torre. Per realizzarla, ci sono voluti meno di quattro anni».

Con la qualità si vince

Altrove poteva andare peggio. «Abbiamo potuto contare su un buon rapporto con le autorità comunali, che hanno trattato il progetto in tempi normali - afferma Petraglio -. Questo è stato sicuramente merito della qualità di quanto abbiamo presentato e comunque della collaborazione con professionisti locali».

Perché di primo acchito a Zurigo c’è ancora un velo di diffidenza nei confronti dei ticinesi. «Ma se dimostri che sei lì a creare qualcosa di positivo - dice Petraglio - poi sei ben accolto».

Ora la strada è tracciata. Il gruppo Artisa ha realizzato il primo grattacielo «ticinese» a Zurigo. I riscontri sono stati tutti positivi, per cui chissà che non si possa fare il bis. «Attualmente seguiamo una trentina di progetti, la maggior parte in Svizzera e qualcuno all’estero - afferma Petraglio -. Tra questi non ci sono grattacieli. Ma costruire in altezza sta diventando ormai la normalità nelle grandi città. Non escludiamo certo di tornare a farlo anche noi».

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