Con i libri nel sangue
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È forse la libreria più grande del cantone e in effetti i clienti alla Segnalibro di Lugano entrano ed escono quasi di continuo. C’è chi si ferma subito davanti al banchetto degli autori e dei libri ticinesi, chi sfoglia un bestseller, chi sale al secondo piano alla ricerca di fumetti ed edizioni dedicate ad esempio all’arte e alla fotografia e chi va invece dritto al bancone per ordinare o ritirare la pubblicazione su cui ha messo gli occhi. Prisca Wirz Costantini, fondatrice della libreria insieme a Francesca Beltrani e Sabina Buzi, è proprio al bancone che sta parlando con un cliente. «I rapporti umani e i contatti con le persone sono senz’altro uno dei punti di forza di questa professione», spiega.
Wirz Costantini non parla a caso. Prima di aprire nel 2002 la Segnalibro ha lavorato alla Melisa di Lugano (libreria che oggi non c’è più) e si è diplomata come libraia. Una formazione che ha svolto nella Svizzera tedesca prima ancora che venisse portata anche in Ticino. Ma questa non è l’unica particolarità. «Anche mia madre era libraia - specifica - anche se nella Svizzera tedesca, quindi si può dire che ho quasi sempre vissuto nel mondo delle pagine e della parola scritta». I libri nel sangue, dunque. Per una libraia che si spende anche a favore della categoria se è vero come è vero che è anche presidente dell’Associazione librai ed editori della Svizzera italiana (Alesi). Associazione che tra i suoi scopi ha anche quelli di favorire la cultura della Svizzera Italiana e diffondere il piacere della lettura. Un piacere che negli anni, secondo Wirz Costantini, non è venuto meno.
I giovani lettori
Chi considerava morto il libro con l’avvento di internet ha dovuto insomma ricredersi, perché i clienti non mancano. Da Biasca a Bellinzona, passando per Lugano, c’è insomma sempre chi ha voglia di un bel libro di carta e non intende rinunciarvi, anche se esistono le versioni digitali «qualche lettore l’abbiamo sicuramente perso, ma c’è anche chi legge su entrambi i supporti». Merito forse anche dei casi editoriali che si sono succeduti negli anni, da Harry Potter al Fabbricante di lacrime, ma anche delle piattaforme sociali come Tik Tok, che hanno avvicinato i più giovani e indotto le case editrici a non smettere di stampare, tanto che in realtà oggi si pubblicano molti più libri che in passato. E non sempre si tratta di nuove pubblicazioni. «C’è stato anche un momento in cui andava forte Fëdor Dostoevskij con Le notti bianche», sottolinea la libraia. Un momento in cui sembrava «che tutti volessero quel libro».
Ciò nonostante non bisogna mai fermarsi, ma occorre continuare a promuovere i libri e le pubblicazioni. È da leggersi ad esempio in questo senso l’iniziativa nazionale del «Buono svizzero del libro» che può essere acquistato o riscosso in quasi tutte le librerie della Svizzera e del Principato del Liechtenstein e ha come obiettivo proprio quello di rilanciare il settore ma anche la cultura e il ramo economico che la veicola. Come le librerie, appunto. Che resistono, nonostante tutto.
Il mondo che cambia
«In realtà i lettori continuano a esistere - afferma Wirz Costantini - anche se il commercio online si fa sentire in negativo, purtroppo». Non è insomma un mistero che le librerie digitali - o meglio, i grandi distributori mondiali come Amazon - si sono prese una grossa fetta di mercato, anche in Ticino. Il mondo è insomma cambiato e ciò ha avuto ripercussioni anche per le librerie. «Se io penso a quando ho cominciato a lavorare alla Melisa avevamo i cataloghi degli editori cartacei e ne usciva uno all’anno con dei supplementi. Oggi invece occorre essere aggiornati al minuto anche perché escono molte più pubblicazioni». A essere rimasto, e forse questo è il punto forte delle librerie, è il contatto umano. Anche a Lugano, che è la città più grande del cantone. «Abbiamo clienti abituali che tornano spesso e che ci conoscono. Alcuni di loro ci frequentano da quando siamo aperti, quindi da più di vent’anni», afferma la libraia con orgoglio.
Certo, non tutto è rimasto uguale. Come ad esempio l’organizzazione delle presentazioni. Che non sempre sono seguitissime e perciò oggi si propende sempre più per dei «firma copie», momenti in cui l’autore autografa appunto la propria opera. Nello stesso tempo però sono «ci sono tante associazioni ma anche privati che organizzano eventi durante i quali ci mettiamo a disposizione per procurare libri, mentre a volte andiamo noi direttamente a venderli all’evento».
Ogni libreria è diversa
Tenere sempre gli occhi aperti, seguire le tendenze e i gusti dei lettori, ma anche fare rete. È insomma questo il compito dei librai del ventunesimo secolo. Anche in Ticino dove però «non ci sono purtroppo grandissime collaborazioni - annota la presidente dell’Alesi - perché alla fine le librerie sono anche diverse tra loro. Molte sono piccoline e quindi hanno esigenze ovviamente diverse». Tutto questo senza trascurare il fatto che «ogni libraio dà giustamente la sua impostazione alla sua libreria». Che significa dare importanza a un settore piuttosto che a un altro. «Se un libraio è appassionato di natura è molto probabile che la conosca bene e che quindi dedichi uno spazio un po’ più grande alle pubblicazioni che si occupano di natura, appunto».