Curarsi è meno arduo con la profilassi giusta

Ogni anno in Svizzera 6.500 donne e 50 uomini sono affetti da cancro del seno, il che corrisponde - per la parte femminile - a quasi a un terzo di tutte le diagnosi di tumore. Tuttavia, se questa malattia, che uccide 1.400 persone ogni anno, viene scoperta precocemente, spesso è più facile curarla e le possibilità di sopravvivenza delle donne affette sono in linea generale più alte. Da qui l’importanza della diagnosi e della prevenzione, per le quali in Svizzera occorre però ancora fare di più. Almeno secondo la Lega contro il cancro, per la quale occorre migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione e ai programmi sistematici di screening e profilassi. I programmi organizzati per la diagnosi precoce del cancro del colon e del seno in particolare dovrebbero essere disponibili a livello nazionale in tutti i Cantoni, così che l’accesso a screening di qualità controllata ed esenti da franchigia non dipenda più dal luogo di residenza.
Pur vivendo in un’epoca caratterizzata da progressi impressionanti nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento del cancro, annota la Lega cancro, anche in un Paese ricco come la Svizzera ci sono dei limiti. Il reddito, l’istruzione o la posizione geografica sono alcuni dei fattori che possono influenzare negativamente l’accesso alle cure oncologiche. Ecco perché è importante che in tutte le fasi del percorso del paziente, tutti abbiano le stesse possibilità di evitare la malattia o di sconfiggerla.
Forse non tutti sanno che per alcuni tipi di cancro esistono esami di accertamento diagnostico precoce e programmi sistematici di screening volti a rallentare la malattia o, in certi casi, i suoi stadi precursori prima che provochi sintomi. Per una diagnosi precoce del cancro colorettale basilari sono ad esempio l’esame del sangue occulto nelle feci e la colonscopia. Non iniziare a fumare oppure smettere al più presto sono senz’altro il modo migliore di prevenire invece il cancro del polmone. Detto ciò, al momento la diagnostica per immagini con tomografia computerizzata a basso dosaggio di radiazioni è il metodo migliore per individuare un tumore al polmone ad uno stadio precoce. Tuttavia, questo metodo di accertamento non è attualmente rimborsato dall’assicurazione di base.
Sopravvissuti e dimenticati
Prevenire e sconfiggere la malattia però non basta. Perché, anche se il trattamento dei pazienti oncologici in Svizzera è di alto livello, secondo la Lega contro il cancro, mancano ancora offerte coordinate per i sopravvissuti al cancro. Dopo il trattamento, i cosiddetti “cancer survivors” hanno bisogno di strutture di assistenza diverse rispetto ai pazienti nella fase acuta. Oggi in Svizzera sono circa 400mila le persone, rileva l’associazione, che vivono con un tumore o dopo un tumore, il doppio rispetto a 20 anni fa. Molte di loro lottano con conseguenze psico-fisiche tardive, come la stanchezza cronica, l’infertilità o la depressione.
Ma non è tutto. Anche le cure palliative, specifica la Lega, presentano ancora delle lacune nell’accesso, tra l’altro perché il finanziamento di queste cure specialistiche non è garantito. «Da un rapporto pubblicato dal Consiglio federale nel 2020 risulta chiaramente che i servizi di cure palliative non sono sufficientemente integrati nel sistema sanitario e che l’accesso non è garantito in tutta la Svizzera. Mancano ancora misure concrete per poter migliorare la situazione».