Il 2024

Da «alcolemia» a «zoo», l'alfabeto critico ticinese

Cosa resterà (o forse no) dei fatti di cronaca che hanno segnato quest'anno ormai al termine
© CdT / Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
22.12.2024 06:00

Come ogni anno che si rispetti, anche il 2024 merita la sua retrospettiva sui fatti di cronaca che hanno contraddistinto i suoi 366 giorni (sì, è stato un anno bisestile). Nella Svizzera italiana lo sguardo non può prescindere dalle due terribili alluvioni che hanno colpito prima la Mesolcina e poi l’Alta Vallemaggia, lasciando sul campo 11 morti, due dispersi e danni per decine di milioni di franchi.

Ma l’anno che volge alla conclusione è stato caratterizzato anche da eventi meno tragici, come le elezioni comunali, che hanno visto in particolare la brillante conferma di Michele Foletti a Lugano, l’ascesa al trono di Nicola Pini a Locarno e l’inattesa rielezione con la nuova maglia democentrista di Massimo Cerutti a Mendrisio.

Il 2024 è stato anche l’anno in cui si è lungamente discusso dell’incidente occorso nel novembre precedente al consigliere di Stato Norman Gobbi. Se ne è discusso tanto, probabilmente troppo, ma si è capito poco, a parte che Gobbi ha tenuto un comportamento irreprensibile e due agenti di polizia apparentemente no, anche se a sancirlo dovrà essere la giustizia.

Una giustizia che quest’anno ha un po’ rubato la scena all’immancabile appuntamento di novembre con il circo Knie, di nuovo acclamato sul pratone di Agno, mentre i giudici del Tribunale penale cantonale più che acclamazioni hanno raccolto la perplessità dell’opinione pubblica ticinese, incredula davanti allo spettacolo offerto da persone che sembravano essersi completamente dimenticate del palcoscenico sul quale si trovavano. Ci sarà tempo per ritrovare serenità, si spera, ma non nello stabile EFG che i cittadini di sono rifiutati di acquistare.

Uno smacco per Gobbi, che almeno può consolarsi con il rispetto del volere popolare, mentre a Zali è stata cancellata la tassa di collegamento senza che al popolo sovrano sia stato chiesto alcunché. Misteri di una democrazia sempre più in affanno, ma per fortuna che a distrarci ci sono le imprese sportive di Lara Gut-Behrami e Noè Ponti, nonché le inaspettate visite di personaggi famosi come Hillary Clinton che ci permettono di continuare a credere di essere l’ombelico del mondo.

A come Alcolemia

Nell’era dell’interconnessione globale e dell’intelligenza artificiale è stato quasi rassicurante apprendere - nella scorsa primavera a seguito di un’interpellanza del presidente del Centro Fiorenzo Dadò - che alla nostra polizia cantonale capita ancora di trovarsi confrontata con problemi di natura molto più semplice, quali la calibratura degli etilometri in cui vengono fatti soffiare gli automobilisti, consiglieri di Stato compresi.   

B come Brutto

Era appena iniziato il 2024 quando l’ex Miss Svizzera Christa Rigozzi ha squartato l’ambiente festivo postando su Instagram un video in cui svelava che a lei e alla sua famiglia era successo «qualcosa di brutto». Sono seguiti alcuni giorni di suspense, timori e variegate speculazioni. Finché il solito beninformato Blick ha permesso di scoprire che casa Rigozzi a Monte Carasso era stata ripulita dai ladri mentre lei si trovava insieme alla famiglia sulle piste di sci di Zermatt.  

C come Cerutti

Il «Massimo del caffè» è stato l’artefice di quella che è probabilmente la «massima sorpresa» delle elezioni comunali nell’aprile scorso. Scaricato dalla sua sezione del PLR, sfiduciato dai colleghi di esecutivo, il cavaliere della Repubblica italiana ha indossato l’improbabile maglia dell’UDC ed è riuscito a salvare il proprio seggio nel Municipio di Mendrisio, a dimostrazione di come le logiche degli elettori non corrispondano sempre a quelle dei manovratori.

D come Decreto Morisoli

La creatura del deputato Sergio Morisoli resta protagonista indiscussa della politica ticinese. Anche perché il suo obiettivo, il pareggio di bilancio, resta quanto mai un miraggio. Approvato in votazione popolare nel 2022, il decreto è stato quest’anno oggetto di un’iniziativa popolare che chiede di abolirlo, ma anche di un’iniziativa parlamentare che chiede di rilanciarlo, chiamata «Decreto Morisoli bis». Seguiranno, si teme, il «tris», il «quater» e via dicendo.  

E come Eolo

Capita che un sindaco si faccia beccare con le mani nella marmellata ma la vicenda non ancora del tutto chiara di Eolo Alberti assume un’altra dimensione se si considerano gli intrecci che ne hanno preceduto l’arresto, con una girandola di nomine e scambi di favore che dall’EOC hanno raggiunto la magistratura, lasciando una sensazione di amaro in bocca agli osservatori, anche perché il parlamento ha ritenuto che andasse bene così, che in fin dei conti è normale favorire amici e parenti.  

F come Fotografa

Per alcuni il risultato è stato inversamente proporzionale alla fama della sua artefice. Annie Leibovitz, fotografa statunitense che non necessita di presentazioni, ha realizzato un poster ufficiale della 77esima edizione del Locarno Film Festival che ha avuto sicuramente il merito di riuscire a far discutere ma non quello di lasciare tutti a bocca aperta. «È come se l’avesse fatto l’intelligenza artificiale», ha osservato il critico de La Regione.

G come Giannini

Avremmo potuto scrivere «Michele Guerra» ma forse ancora più del nuovo primo cittadino del Cantone è stato il celebre attore italiano Giancarlo Giannini, invitato dallo stesso Guerra, a catturare l’attenzione durante la cerimonia di insediamento nel maggio scorso. «L’ho conosciuto a Roma, era vestito un po’ strano, sembrava un tirolese», ha detto Giannini davanti a un Gran Consiglio che si sarà sicuramente riconosciuto in quelle parole.

H come Hoffmann

Il primo festival del millennio che non si è svolto sotto la presidenza di Marco Solari è stato indubbiamente un successo su tutti i fronti per Maja Hoffmann, la collezionista d’arte che vuole rendere la rassegna locarnese più globale ma che per intanto ha raggiunto il pubblico profano innanzitutto per la sua idea di abbandonare quel «mese difficile» che è agosto, quando a detta della nuova presidente «i professionisti vogliono rilassarsi e non venire a Locarno».

I come Indigenza

Oltre alla solita stucchevole retorica del periodo pre-natalizio quando sembra che intorno a noi ci siano solo bisognosi, quest’anno il Ticino ha dovuto sorbirsi anche lo studio dell’Eurostat secondo cui saremmo tra le regioni europee a maggior rischio di indigenza. Dati da prendere con le pinze. Perché sta pur sempre meglio colui che ha un pollo intero in mezzo a chi ne ha due, rispetto a colui che può esibire due ossa scalcagnate in mezzo a chi muore di fame.

L come LGB

Non è l’inizio del sempre più lungo acronimo dei diversi orientamenti sessuali bensì Lara Gut-Behrami, l’incredibile fuoriclasse di Comano, capace nella scorsa stagione di riportare a casa la Coppa del mondo generale, oltre che quelle di SuperG e di slalom gigante, poi di concedersi una pausa e di tornare in pista cogliendo subito due podi. A 33 anni e una interminabile bacheca dietro le spalle, LGB non vuole smettere di stupire i suoi molti fan e altrettanti detrattori.

M come Mori

In secoli di storia, le Processioni della Settimana Santa di Mendrisio non erano mai state al centro di un dibattito pubblico di intensità paragonabile a quello scoppiato nel febbraio scorso dopo la decisione di rinunciare a dipingere di nero i volti dei figuranti che interpretano i mori, pratica ritenuta non più al passo coi tempi. In Ticino tutti, dal primo all’ultimo, hanno ritenuto necessario dire la loro. Alla fine il Cielo ha fatto piovere a dirotto, cancellando le processioni. Ma se ne riparlerà.

N come Noè

Come LGB, anche Noè Ponti ha dovuto suo malgrado confrontarsi con questo vizio tutto ticinese di sminuire le imprese dei nostri compaesani. Ma in realtà c’è ben poco da sminuire. Il nuotatore di Quartino si è comportato da mattatore assoluto ai recenti mondiali di Budapest, frantumando record del mondo e mettendosi al collo tre medaglio d’oro. Dalla sua non ha nemmeno la spocchia che contraddistingue altri atleti. Noè Ponti è un vero campione di cui si può solo andare fieri.

O come Occupazione

L’occupazione merita una menzione tra le parole dell’anno perché per la prima volta da parecchio tempo è diventata un non-tema (e anche perché l’alternativa sarebbe stata la parola «omicidi», lasciamo stare). A meno di guizzi dell’ultimo minuto, che non sorprenderebbero visto che l’occupazione è diventata un’attività da vacanze scolastiche, un po’ come lo scoutismo, quest’anno gli autogestiti non avranno occupato nemmeno una qualche vecchia catapecchia con la porta aperta.

P come Penale

Quell’immagine di una donna seduta sotto due falli giganti in plastica e la scritta «ufficio penale» resterà impressa come l’emblema della triste vicenda che quest’anno ha trasformato il Tribunale penale cantonale in un palcoscenico per voyeuristi, con l’inatteso finale, almeno per ora, che a essere travolti sono stati i due giudici che hanno denunciato l’invio di quell’immagine e non il collega che ha pensato di essere divertente condividendola via Whatsapp con una segretaria.

Q come Quaresmini

Docente di liceo, Enrico Quaresmini è il volto di Erredipi (Rete per la difesa delle pensioni), l’associazione fondata insieme a un paio di colleghi contrariati dalla volontà del governo di risanare l’ampiamente deficitaria cassa pensioni dello Stato chiedendo un sacrificio anche agli affiliati. In poco tempo Quaresmini e colleghi sono riusciti a relegare i sindacati tradizionali all’angolo delle manifestazioni di piazza e pure a soffiare loro, nel maggio scorso, la maggioranza nel CdA dell’istituto di previdenza.

R come Radar

In base al preconsuntivo diramato a novembre parrebbe che quest’anno i radar abbiano fotografato meno del previsto. All’appello mancano circa 2,5 milioni di franchi, non si sa se per minore frequenza dei controlli o maggiore disciplina degli utenti della strada. Ad ogni modo questo calo dell’attività fotografica non è bastato a placare la rabbia dei distruttori di radar, che forse ispirati dagli esempi provenienti dalla vicina Penisola sono stati particolarmente attivi, da Airolo a Moleno passando per Canobbio.

S come Semisvincolo

Se i nostri avi che a mani nude hanno costruito il Ticino dovessero tornare in vita, rimarrebbero allibiti nel constatare che con gli strumenti di oggi abbiamo impiegato più di vent’anni per realizzare due semplici rampe a lato dell’autostrada A2, il semisvincolo di Bellinzona, il cui primo progetto risale al 2001 e l’inaugurazione (solo parziale!) a quest’anno. Che poi c’è ancora di che gioire, visto che questo progetto ha perlomeno visto la luce, a differenza di tanti altri che restano intrappolati nei cassetti.

T come Tassa di collegamento

In un paese normale avrebbe suscitato indignazione l’arroganza con la quale i parlamentari si sono permessi di annullare una decisione del popolo senza nemmeno chiedergli cosa ne pensasse. Ma la vicenda della tassa di collegamento dimostra come il Ticino sia un territorio rassegnato a convivere con i problemi che lo affliggono, in questo caso il traffico, privo della volontà di vagliare soluzioni che, per essere definite inutili, avrebbero almeno dovuto essere testate.

U come Uber

L’approdo finalmente anche in Ticino del servizio di mobilità è stato salutato come l’entrata del nostro Cantone nel mondo avanzato, quello in cui basta un clic per vedersi trasportare in tempi rapidi e a basso costo ovunque se ne abbia voglia. Ma ancora una volta le aspettative sono state deluse dalla realtà, che al momento è fatta perlopiù di tassisti che accettano prenotazioni via Uber ma continuano ad applicare le loro esorbitanti tariffe e non di rado finiscono pure per alzare le mani tra di loro.

V come Vallemaggia

Non è possibile archiviare il 2024 senza ricordare le tragiche alluvioni che in giugno hanno colpito prima la Mesolcina e poi l’Alta Vallemaggia, causando 11 vittime, due persone tuttora disperse e danni nell’ordine delle decine di milioni di franchi. In questo desolante scenario spiccano comunque le note positive della rapidità record con la quale è stato ricostruito il tratto di A13 travolto dalle acque e soprattutto il grande slancio di solidarietà che ha coinvolto l’intera popolazione.

Z come Zoo

In fondo anche finire in prima pagina del Blick come «der traurigste Zoo der Schweiz», lo zoo più triste della Svizzera, può avere i suoi risvolti positivi. Che non sono solo i 50mila visitatori all’anno ma anche il progetto di rilancio che lo Zoo al Maglio ha presentato proprio pochi giorni fa, in conclusione del suo 50esimo anniversario, con l’obiettivo dichiarato di favorire una maggiore interazione tra persone e animali e quello malcelato di diventare «der schönste Zoo der Schweiz».

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