Da Berna una pioggia di sussidi «discutibili»
Circa 48,8 miliardi di franchi. A tanto ammontano i sussidi che la Confederazione avrà versato in questo 2024. Una cifra esorbitante che rappresenta quasi i due terzi della spesa corrente e che, nonostante il freno all’indebitamento, è destinata a crescere ulteriormente. Perché tra sanità, assicurazioni sociali, trasporti, asilo, agricoltura e quant’altro, nessuno è disposto a rinunciare agli aiuti provenienti da Berna.
«Potenzialmente, i risparmi derivanti da una riforma delle pratiche di sovvenzione potrebbero colmare il deficit fiscale a breve e lungo termine», sostiene l’Istituto di economia politica svizzera (IWP) dell’Università di Lucerna, che per la prima volta da oltre un decennio ha analizzato sistematicamente l’intero sistema di sussidi federali.
Un’analisi di 240 pagine che fa emergere incongruenze apparentemente difficili da spiegare. Per esempio, con una mano la Confederazione sussidia il trasporto aereo e l’allevamento di bestiame, con l’altra mano finanzia misure per attenuare l’impatto ecologico di queste attività. Con una mano versa 61 milioni di franchi a una fondazione ginevrina che gestisce e affitta uffici per le organizzazioni internazionali, pur sapendo che in questo modo falsa il mercato immobiliare e quindi con l’altra mano dovrà rimediare al problema della penuria di alloggi. Tutti sussidi «discutibili» che a volte «generano più danni che benefici», secondo gli analisti dell’IWP.
Assistenza sociale sempre più pesante
La parte del leone, in ambito di contributi dalla Confederazione, spetta ad ogni modo all’assistenza sociale. In misura sempre maggiore. Dal 2008 le sovvenzioni in questo settore sono aumentate di 8,69 miliardi di franchi su base annua. Oggi la prima voce di spesa è rappresentata dalle prestazioni a favore dell’AVS, oltre 10 miliardi di franchi l’anno scorso. Altri 4 miliardi e rotti sono andati a sostenere le prestazioni dell’AI. Ci sono poi circa 3 miliardi di franchi spesi dalla Confederazione per la riduzione individuale dei premi di cassa malati e quasi 2 miliardi per le prestazioni complementari all’AVS e all’AI. «Quest’ambito di spesa continuerà a crescere in futuro - prevede l’istituto lucernese -. Nel 2025 e nel 2026 è previsto un leggero calo temporaneo, ma solo perché non sono stati più ufficialmente preventivati i contributi ai Cantoni nell’ambito del sostegno ai rifugiati ucraini, che per il 2024 ammontano a 1,2 miliardi di franchi».
Stranieri e svizzeri all’estero
Quello dei rifugiati resta tuttavia un campo nel quale le sovvenzioni federali continuano a fioccare. L’IWP evidenzia che nell’ultimo decennio, ucraini esclusi, la Confederazione ha speso più di 12 miliardi per l’aiuto sociale nell’ambito dell’asilo. Per quest’anno sono previsti 1,1 miliardi. Tra le altre spese in questo settore, spiccano i 481 milioni di franchi spesi l’anno scorso per le misure di integrazione degli stranieri.
Un sussidio che può essere considerato un investimento, visto che dovrebbe facilitare l’inserimento nella società di persone che già si trovano in Svizzera. Più dubbie, secondo l’IWP, sono altre spese come il sussidio all’Organizzazione degli svizzeri all’estero. «Questo contributo non ha un chiaro significato di bene pubblico - scrive l’istituto -. In linea di principio, sono possibili alternative private. Oppure si potrebbero riversare i costi sui beneficiari diretti».
Sussidi difficili da capire
I sussidi dovrebbero infatti servire, secondo la definizione della legge federale sugli aiuti finanziari e le indennità, a promuovere «compiti di terzi importanti per la collettività che non potrebbero essere realizzati senza tale sostegno». Inoltre, precisa la suddetta legge, «i sussidi devono essere sufficientemente motivati, conseguire lo scopo in modo economico ed efficace, essere concessi uniformemente ed equamente nonché essere stabiliti secondo le esigenze della politica finanziaria».
Alla luce di ciò, osserva l’IWP a titolo di esempio, «non si capisce perché l'industria cinematografica venga sovvenzionata per 46 milioni di franchi svizzeri e quindi favorita rispetto alle alternative del settore culturale e del tempo libero».
Oppure, per citare un’altra incongruenza, «l’esenzione fiscale sulle vincite al gioco d’azzardo nei casinò è incomprensibile dal punto di vista della salute pubblica e del rischio di una maggiore dipendenza dal gioco d’azzardo». O ancora, non si capisce per quale motivo i camion che trasportano latte o quelli dei circhi debbano beneficiare di un trattamento di favore a livello di tassa sul traffico pesante. O infine, scrive l’IWP, «i sussidi al fondo per il supplemento di rete, per un totale di 1,3 miliardi di franchi svizzeri quest’anno, non avranno un effetto efficiente, poiché la produzione di elettricità è già soggetta allo scambio di certificati europei di CO2».
Non basta annaffiare
Già l’anno scorso l’IWP aveva stimato che solo una piccola parte dei sussidi versati dalla Confederazione (9,1 miliardi) contribuisse realmente ad aumentare il benessere. Ora, con questa analisi, l’istituto lucernese è entrato maggiormente nel dettaglio. «È importante guardare di tanto in tanto a ciò che lo Stato sovvenziona e a ciò che ottiene con esso - commenta l’economista Mathias Binswanger -. È ancora diffusa la convinzione che i sussidi funzionino come un distributore automatico. Più soldi si immettono nella parte superiore più risultati desiderati si ottengono in basso. Ma questo è solo un pio desiderio. L’analisi dell’IWP lo dimostra chiaramente ancora una volta».