Da Caslano a Bellinzona, le sepolture rimosse «a insaputa» dei familiari
Non ci sono più da tempo. Ma adesso, è come se ci fossero ancora di meno. Il padre di Roby Noris, ex direttore di Caritas Ticino, era sepolto al cimitero di Caslano fino a tre mesi fa. Poco lontano dalla madre, che riposa ancora oggi qualche fila più in là e a cui il figlio ha portato dei nuovi fiori mercoledì mattina.
«Avere un posto dove ritrovare i propri cari fa sentire bene» dice Noris davanti alla tomba della signora Tosca, passata a miglior vita - dice la lapide - nel 2009. Anche lei non c’è più. Ma la sepoltura è allo stesso posto da vent'anni e per i figli in qualche modo è una forma di certezza. È rimasta vicina al marito Ignazio, deceduto otto anni prima di lei e sepolto nello stesso cimitero, fino all'ultimo sgombero annunciato dal Municipio a fine agosto: allora è scomparso una seconda volta.
Dov'è finito? Il mistero è venuto a galla poco prima delle festività dei morti. «Mia sorella è venuta a rendere omaggio ai nostri genitori e non ha più trovato la tomba del papà» spiega Noris. «Al suo posto c’era un prato verde». Adesso è cresciuta l'erba dove un tempo riposava il signor Ignazio e il figlio guarda il prato con aria sconsolata.
«Nessuno ci ha contattati»
La famiglia ha contattato immediatamente il Comune e il mistero è stato risolto in fretta. Ogni vent’anni le tombe vengono rimosse per creare spazio per i nuovi arrivi. Cinquantanove sepolture risalenti a prima del 2004 dovevano essere «spurgate» e l’avviso è stato esposto all’albo comunale e pubblicato sul foglio ufficiale, per permettere agli eredi di farsi avanti e recuperare i resti per la cremazione. «Nessuno si è preso la briga di contattarci, bastava prendere il telefono» lamenta Noris.
La sorpresa poco piacevole non è toccata solo a Noris. Anche Lucia Bertoli ha trovato il vuoto al posto della tomba paterna sempre nel cimitero di Caslano. «Mi sono arrabbiata e ho subito chiesto spiegazioni a degli operai che ho trovato sul posto» racconta la 73.enne che oggi vive a Montagnola e ha scritto al Corriere del Ticino le proprie lamentele pochi giorni dopo Noris. «Gli operai sono stati gentili e mi hanno riconsegnato degli oggetti ornamentali con cui avevo decorato la sepoltura con le mie sorelle». Per le rimanenze terrene di suo padre invece non c’era niente da fare: sono finite nell’ossario comune, assieme a quelle di Ignazio Noris.
Una quindicina non pervenuti
La stessa sorte, spiegano al servizio cimiteriale di Caslano, è toccata a una quindicina di defunti di cui non risultavano eredi o non si sono presentati all’appello. «Non abbiamo avuto lamentele prima d’ora» spiega il funzionario incaricato presso il Municipio. Negli ultimi dodici anni a Caslano sono state sepolte 550 persone e dissepolte meno di un centinaio (questo è il terzo spurgo dal 2006, il prossimo è previsto tra non meno di una ventina d’anni). «In quest’ultima occasione abbiamo contattato una quarantina di famiglie e preso nota di tutte le richieste relative agli arredi cimiteriali, che abbiamo conservato in caso qualcuno voglia venire a prenderli. Solo in cinque casi gli eredi hanno chiesto la cremazione del defunto. Per il resto siamo dispiaciuti, ma non possiamo correre dietro a tutti».
Problema diffuso
È vero che, con l’evoluzione demografica degli ultimi decenni, la mobilità geografica in Ticino è aumentata: sono molte le famiglie disperse in comuni diversi da quello d'origine dei genitori. Non è improbabile che gli eredi «non raggiungibili» con mezzi tradizionali siano più frequenti di quanto s'immagini. I cimiteri hanno bisogno di spazio e la procedura per liberarlo da Locarno a Lugano è la stessa. A Camorino uno spurgo parziale dei loculi condotto nei mesi scorsi ha suscitato un «diffuso malumore» tra i familiari dei defunti, venuti a conoscenza dell’intervento solo dopo che le urne cinerarie erano state rimosse: il caso è stato sollevato con un’interpellanza dal consigliere del Centro Pietro Ghisletta.
Anche qui, per 107 dei 345 loculi spurgati dal 2023 (tra Camorino e Bellinzona) gli eredi non erano noti. Nell’ossario comunale sono così finite 124 urne che nessuno finora ha ancora ritirato, fanno sapere dai servizi competenti. «Siamo consapevoli della delicatezza di questi interventi e per questo facciamo ricerche accurate. Qualsiasi Comune grande o piccolo è confrontato con questa problematica». Le risposte all’interpellanza invece arriveranno domani in consiglio comunale e - perché no - potrebbero interessare anche gli «scomparsi» di Caslano e di chissà quanti altri cimiteri ticinesi.