«Da due mesi all'ombra, ma stiamo bene»
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È da poco passato mezzogiorno, e il fuoco già scoppietta. Un barista della Vecchia Segheria sistema la legna nel braciere e le sedie intorno, subito i clienti si avvicinano. A Cadenazzo il sole non batte dagli inizi di dicembre e tornerà solo a fine mese: con le bollette in rincaro - e anche la legna - nelle «zone d’ombra» del Ticino il riscaldamento è una voce sempre più dolente. Ma non tanto da far perdere il buon umore.
Secondo un’indagine di SRF Meteo a Cadenazzo per 57 giorni l’anno il sole è totalmente assente. Questo colloca il comune sopracenerino al decimo posto nella classifica delle località meno soleggiate della Confederazione: in Ticino solo Bosco Gurin (87 giorni) è messa peggio, nei Grigioni Vicosoprano (78 giorni). Questione di orientamento est-ovest, dell’inclinazione dei rilievi montuosi. Se si considera il numero di abitanti, però, Cadenazzo è la zona d’ombra più popolosa in Svizzera - Hergiswil (NW) sfugge solo parzialmente ai raggi solari - e curiosamente gli abitanti continuano ad aumentare. A differenza di altre località ultra-ombreggiate, per lo più montane, che combattono contro lo spopolamento.
L’effetto Alptransit
Poco lontano dal fuocherello acceso fuori dalla Vecchia Segeria, la cancelleria comunale ha appena sfornato dati che confermano la tendenza positiva: al 31 dicembre la statistica annuale della popolazione ha registrato un aumento di 14 unità (3.200 in totale) grazie al bilancio positivo nascite-decessi (+21) e ai molti arrivi (361). Il sindaco Marco Bertoli sorride scorrendo i numeri. «Ormai da alcuni anni vediamo questo andamento» osserva. «Si vede che all’ombra non si sta poi così male». E anche che i maggiori costi per il riscaldamento - molto più alti rispetto alla «dirimpettaia» Gudo, ad esempio, che è al sole tutto il giorno - sono compensati dagli affitti meno cari, e dalla posizione strategica. La galleria di base del Ceneri, inaugurata nel 2020, è st ata il punto di svolta. «Con il treno arriviamo a Lugano in meno di un quarto d’ora» ricorda Bertoli. «Ci siamo accorti che proprio il pendolarismo verso il Sottoceneri ha inciso positivamente sui nuovi arrivi».
![Cadenazzo vista dalla casa del fotografo Alessandro Crinari (foto Tipress)](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/01/18/internals/121a6d77-cabc-406f-ba75-c9700c1c9959.jpg)
Luci e ombre dunque. Per Mihela, mamma 38enne, il freddo non è un problema: è originaria della Romania dove «d’inverno arriviamo a meno venti gradi» ed è arrivata in Ticino proprio grazie ad Alptransit. «I primi anni abbiamo abitato a Sigirino, mio marito lavorava al cantiere della galleria del Ceneri» racconta mentre accompagna la figlia Maria, 2 anni, in una passeggiata tra i prati imbiancati dalla brina. L’erba è dura come il giacchio da mattina a sera. «Quando la galleria è stata completata siamo venuti a vivere dal lato nord» racconta. «Nel Luganese gli affitti erano troppo alti».
Chi cresce e chi no
Il freddo ha il vantaggio di conservare le cose a lungo: compresi i prezzi immobiliari. A volte «congela» interi paesi come Bosco Gurin, dove il tempo sembra essersi fermato. L’inverno demografico è «sicuramente un problema per noi» molto più dell’inverno climatico, spiega il sindaco Alberto Tomamichel. «L’ombra prolungata è qualcosa a cui ci si abitua, da Bosco i giovani se ne vanno per altri motivi». Le nuove generazioni scendono a valle per cercare lavoro: ma molti tornano nei weekend e in estate, assieme al sole che «è decisamente abbondante se si escludono i mesi invernali».
All’ombra del Ceneri la situazione è opposta.La domanda di abitazioni nel Bellinzonese è cresciuta significativamente, con il collegamento veloce verso Lugano ma anche Zurigo. Attirati dai prezzi più convenienti i pendolari hanno trainato un aumento demografico che ha segnato un record nel 2023 ( +21 per cento nel distretto) e ha portato, come conseguenza, a un incremento di domande di costruzione: i terreni edificabili scarseggiano, anche i prezzi immobiliari stanno aumentando.
Il comune più «vivibile»
La casa di Alessandro Crinari ha grandi finestre rivolte al Piano di Magadino. «L’agenzia immobiliare ha messo subito in chiaro che non c’era sole d’inverno» racconta il fotografo, trasferitosi a Cadenazzo due anni fa. «Basta saperlo e essere preparati. Ci sono altri vantaggi: posizione strategica, un tessuto sociale vivace, e le abitazioni nuove come la mia sono progettate apposta per raccogliere la luce riflessa. Altrove avrei pagato molto di più».
Crinari ama passeggiare e fotografare i contrasti tra luci e ombre nella campagna sotto il paese. Ogni anno a febbraio immortala il momento in cui i primi raggi spuntano dal Ceneri e colpiscono Cadenazzo. «All’inizio durano pochi minuti e poi spariscono» racconta. «È molto emozionante».
Intorno al fuoco alla Vecchia Segheria, intanto, si sono radunati pareri contrastanti. Il proprietario Waldo Grossi, municipale, sostiene che l’ombra fortifichi la salute. «Con il freddo i bambini si coprono meglio e si ammalano meno». Invece l’abitué Aurelio Rossi, 75 anni, viene tutti i giorni da Sant’Antonino ma non si trasferirebbe a Cadenazzo. «Abbiamo un migliore piano regolatore e meno traffico». Questione di punti di vista: in uno studio pubblicato nel 2024 da Wüest Partener, in realtà, i due comuni erano primi a pari merito in Svizzera per qualità di vita a costi bassi. La zona d’ombra evidentemente non pesa così tanto.