Attualità

Diventare «stalker»: il ruolo della cultura patriarcale

Quando la ricerca di gratificazione si distorce trasformandosi in un’ossessione
La Svizzera ha un numero di femminicidi percentualmente uguale a quello dell’Italia.
Viviana Kasam
19.11.2023 10:30

Difficile da credere, ma la Svizzera ha un numero di femminicidi che in percentuale eguaglia quello dell’Italia. Le cifre parlano chiaro: nel 2022 si sono registrati 19.978 reati in ambito domestico, di cui 86 omicidi tentati o consumati. Il 40% di tutti i reati registrati dalla Polizia avvengono nel luogo che per le donne dovrebbe essere il più sicuro: la propria casa.

Questi dati li ha forniti la dottoressa Marina Lang, psicologa e psicoterapeuta responsabile del centro Competenza Violenza della Polizia cantonale, lunedì scorso, nell’ambito del festival Cervello&Cinema presso il cinema LUX di Massagno, dedicato alle «Emozioni fuori controllo» e organizzato da Fabio Meliciani per BrainCircleLugano, quest’anno alla terza edizione (grazie al contributo di Banca Stato). Il festival si concluderà lunedì 20 novembre, con il film «The freedom writers» dedicato alla ribellione giovanile e commentato dallo psichiatra Andrea Raballo dell’USI, che esercita anche presso l’organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale, insieme a Ivan Tresoldi, poeta e artista writer.

Quando i rapporti di coppia diventano pericolosi c’è spesso una resistenza a rivolgersi alla Polizia

Un nucleo specializzato

«Quando i rapporti di coppia diventano pericolosi - spiega Marina Lang - c’è spesso una resistenza a rivolgersi alla Polizia. Non tutti sanno che al nostro interno opera un nucleo specializzato in questa problematica: il Gruppo Prevenzione Negoziazione, che cerca di mitigare la situazione prima che degeneri, operando in forma anticipatoria. La vittima che si rivolge ai nostri servizi non deve necessariamente intraprendere un’azione penale, ma può limitarsi a una segnalazione iniziale e contare sull’aiuto di agenti e psicologi di polizia specialisti nella materia. Il nostro intento è di aumentare il numero delle segnalazioni. Lo stalker - che può essere un lui ma anche una lei - si può bloccare se si interviene subito».

Il circuito della dipendenza

L’utilità di un intervento precoce la spiegano anche le neuroscienze «Nello stalking - che deriva dal verbo inglese to stalk, braccare, termine che nella caccia indica il momento in cui il cacciatore si apposta per uccidere la preda - si attivano gli stessi circuiti delle dipendenze», dice Sara Palermo, neuroscienziata presso l’Università degli Studi di Torino e della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. «Come l’amore, anche l’odio agisce sul sistema dopaminergico del reward, la ricompensa. L’amore attiva il rilascio di dopamina nel cervello, creando una potente sensazione di piacere e gratificazione che rafforza il legame emotivo tra due individui. Anche il comportamento di stalking può essere associato all’iperattivazione della dopamina: ma la ricerca compulsiva di gratificazione da parte dell’aggressore diventa distorta e si manifesta come un’ossessione incontrollata nei confronti della vittima. Il circolo vizioso «ricerca del piacere-azione-piacere» crea dipendenza (come nel caso delle droghe) e richiede un progressivo incremento della dose. In questo caso, la droga è la messa in atto dei comportamenti persecutori, che procurano un senso potente ma labile di piacere».

La ricerca compulsiva di gratificazione da parte dell’aggressore diventa distorta e si manifesta come un’ossessione incontrollata nei confronti della vittima

Il ruolo della cultura patriarcale

L’amore, insomma, è un sentimento bifronte: lo dicevano già gli antichi poeti, Ovidio, Catullo, e la mitologia greca è piena di casi di stalker, spesso divini: emblematico Apollo che insegue e perseguita Dafne, finché la poveretta preferisce trasformarsi in un cespuglio di alloro pur di non cedere alla violenza del dio. Ma Giove non era da meno… tanto da trasformarsi in toro pur di rapire Europa e dare così il nome al nostro continente, che celebra una violenza contro le donne.

Per fortuna non sempre la fine di un amore si trasforma in odio. Le persone equilibrate, che hanno avuto esperienze infantili felici, possono provare sentimenti di rabbia, di offesa, di rivalsa nei confronti di un partner che li ha abbandonati. Ma perché questo si trasformi in atti di violenza, devono essere presenti alterazioni del tono dell’umore e specifici tratti di personalità e temperamentali, esperienze traumatiche di abbandono infantile, gelosia patologica o malattie neuropsichiatriche che coinvolgono il sistema del reward. E nel caso dello stalking maschile, gioca un ruolo anche la cultura patriarcale che identifica la donna come oggetto di possesso maschile: l’uomo che non riesce a mantenere il possesso viene messo in crisi nella sua identità e quindi non si rassegna alla sconfitta.

Questione di dopamina

Proprio come per la droga, l’astinenza crea dolore, e il dolore si lenisce nel «braccare» la persona che ci fa soffrire, creando un picco di dopamina. Ma appena l’effetto della dopamina se ne va - e dura sempre meno - c’è la coazione a cercare una nuova esperienza di piacere persecutorio.

C’è poi una differenza sostanziale: le donne stalker difficilmente passano alla violenza fisica, mentre per gli uomini lo stalking è spesso l’inizio di un percorso che porterà all’aggressione, se non al delitto.

Per questo è fondamentale agire subito. Spiega Sara Palermo: «Esistono possibilità terapeutiche, sia di tipo psicologico che farmacologico e anche neuromodulatorio, ancora in fase sperimentale, con uso di tecniche di stimolazione cerebrale profonda, trasmissione magnetica transcranica, neurofeedback».

Singole azioni di stalking possono costituire un reato ed essere denunciate

Singole azioni sanzionabili

E poi c’è l’azione giuridica. In Svizzera lo stalking non è ancora un reato penale (ma si sta valutando a livello federale un progetto di legge in questo senso). Tuttavia, «singole azioni di stalking possono costituire un reato ed essere denunciate» evidenzia la dottoressa Lang «come l’abuso di impianti di telecomunicazioni, la minaccia, la coazione, la violazione di domicilio, le lesioni personali, la violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d’immagini, nonché i reati contro l’integrità sessuale, in particolare la coazione sessuale».

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