Dopo la discoteca balla la violenza
Alcuni tassisti preferiscono girare alla larga. Meglio evitare. Meglio evitare di prendere come clienti chi è appena uscito dalle discoteche. Sanno bene che l’ora tarda e qualche bicchiere di troppo possono mischiarsi tra loro per diventare due ingredienti esplosivi. «Certo che esiste un problema di ordine pubblico». Aldo Gee, direttore artistico del Morandi Club di Lugano, non usa tanti giri di parole. Preferisce guardare in faccia la realtà e snocciolare alcuni rimedi che la discoteca come la sua mettono in campo per cercare di prevenire. Perché è già successo.
Calci, pugni, spintoni, bottigliate. Sangue e botte non sono più un’eccezione fuori dalle discoteche nelle albe di sabato e domenica a Lugano. L’ultimo episodio noto è accaduto a fine giugno. Nei fotogrammi riportati dai media online si scorge un gruppo di giovani che si accanisce contro una persona stesa a terra. Sono le cinque di mattina. Le violenze avvengono poco lontano da due discoteche. L’ultimo episodio ma non l’unico. Perché a febbraio è successa più o meno la stessa cosa nel quadrilatero della movida luganese tra via Canova, via Marconi e via Stauffacher. Insulti, spintoni e pugni. E come in giugno, non appena è arrivata la polizia c’è stato il fuggi fuggi. Sull’asfalto solo bottiglie e lattine vuote. Attorno agli occhi o sulle pelle di qualcuno sono invece rimasti lividi e ferite.
«Con gli over 30 non succede»
«Chi sceglie questo mestiere sa già a cosa va incontro. Se non vuole avere problemi non apre», dice Andrea Montini, coproprietario del Jungle Club, un’altra discoteca di Lugano. Ciò non significa non fare niente, anzi. «Per prima cosa poco prima dell’orario di chiusura facciamo uscire le persone a scaglioni - riprende Aldo Gee - poi mandiamo i nostri agenti di sicurezza nei gruppi che fanno casino. Inoltre, torneremo ad alzare l’età media d’entrata perché con gli over 30 non abbiamo mai avuto problemi». Il direttore artistico del Morandi Club va al nocciolo della questione.
A impervesare fuori dalle discoteche all’alba sono perlopiù ragazzini che «arrivano già ubriachi, cercano di nascondere negli zaini e nelle borse lattine e bottiglie e quando chiudiamo all’esterno si scatenano in un vero e proprio delirio».
Mosse e contromosse
Ecco perché già un mese fa polizia comunale di Lugano e gestori cittadini si sono seduti attorno a un tavolo . «Con la polizia c’è un bel confronto, si lavora bene», precisa Montini. Tanto che tra le proposte messe sul tavolo, appunto, c’è quella di uniformare le diffide un po’ come avviene in Italia con le DASPO per gli ultras degli stadi di calcio, così da impedire a una persona già allontanata e diffidata da un locale di entrare in un altro. «Una seconda proposta è quella di far intervenire la polizia all’esterno della discoteca durante la chiusura», precisa Aldo Gee, che insieme ai suoi colleghi si accorge delle scorribande notturne dei giovani raccogliendo decine e decine di bottiglie vuote fuori dal locale dopo i weekend.


Tra buttafuori e controlli
Mosse e contromosse per arginare, contrastare, impedire risse e scontri che succedono sempre all’alba, sempre dopo la chiusura dei locali notturni, in strada. E che testimoniano la presenza di un problema. Che un po’ tutti conoscono. Tassisti compresi. Tutto questo quando invece all’interno dei locali sembra filare tutto liscio. È fuori, è dopo la chiusura che i nodi vengono al pettine. «All’interno non abbiamo mai avuto problemi», conferma Montini. Buttafuori e agenti di sicurezza si ergono come dighe all’entrata. «Il grosso del lavoro lo facciamo alle porte. Se una persona ci dà l’idea di non essere adeguata al locale non entra», prosegue il coproprietario del Jungle Club. Poi ci sono i diffidati, «pochi in verità». Molti di più «i richiami verbali». Stessi controlli anche al Morandi Club. «Chi viene pizzicato con una bottiglia nello zaino non entra», taglia corto Aldo Gee.
«Diffide molto rare»
Anche al ZUMA disco pub di Novazzano «le diffide sono molto rare - commenta il gerente Matteo Magliazzi - e scattano quando gli avventori violano le regole ed esagerano quando arriva la polizia». Solo in quel caso «prendiamo nome, cognome e indirizzo e inviamo le diffide». Magliazzi vuole però chiarire un punto. «La maggioranza dei nostri clienti viene per divertirsi. Certo, le risse possono capitare, come del resto possono avvenire anche fuori da un bar». È però vero «che l’ora tarda e qualche drink a volte possano innescarsi a vicenda. Noi non abbiamo comunque mai avuto grossi problemi. Neppure quando arrivavano molti più clienti dall’Italia dopo la fine delle restrizioni in Svizzera legate alla pandemia».
«Non demonizziamo i ragazzini»
Aldo Gee però resta convinto. «Anche se con gli over 30 non riusciamo a riempire la discoteca torneremo ad aumentare l’età media per entrare». L’opionione di Montini è invece diversa. «Non dipende dall’età dei clienti. Può succedere ai 18enni ma anche ai 50enni di esagerare. È sbagliato puntare sempre il dito contro i ragazzini». Intanto il Municipio di Lugano proprio venerdì ha comunicato che verrà fatto uno studio per la ricerca di nuovi spazi per i giovani.