Fatti vedere da un filosofo
Stress, ansia e altri disturbi accompagnano le giornate di sempre più uomini e donne di tutte le fasce d’età in ogni luogo del mondo. Con le festività che magari fanno riaffiorare «tristezze» ritenute oltrepassate. Le cause? Molteplici, con le ferite da perdita ad essere devastanti. La cura? In soccorso possono giungere, per citare le più consolidate, la scienza medica con la psichiatria accompagnata dalla farmacologia, la psicologia con sedute nelle più svariate specializzazioni, la filosofia con la consulenza filosofica.
Con Maura Bartoli - formazione in filosofia, psicologia e germanistica alle Università di Milano e Heidelberg - ci introduciamo nel suo studio luganese per saperne di più di questa forma di «cura» filosofica ideata all’inizio degli anni Ottanta dal filosofo tedesco Gerd B. Achenbach, fondatore della prima Associazione per la Pratica Filosofica IGPP, della quale la nostra interlocutrice fa parte dal 2003.
Chi bussa alla sua porta?
«Si interessano alla consulenza filosofica anche persone che cercano un’alternativa alla psicoterapia e psicanalisi che spesso sono molto lunghe e tendono ad oggettivare, standardizzare i pazienti per trovare terapie/modi di procedere per un gran numero di persone».
Lo specifico della consulenza filosofica
«La consulenza filosofica è diversa perché mantiene l’unicità dell‘interlocutore. Nel dialogo filosofico consulente e consultante sono alla pari. Normalmente si inizia con il racconto del consultante: la fase dell’ascolto è molto importante. In seguito, la fase dialogica, durante la quale il consulente filosofico fa emergere eventuali contraddizioni o incongruenze del discorso, accompagna il consultante in un percorso di chiarificazione del pensiero. Spesso la sofferenza nasce da visioni del mondo fossilizzate; il pensiero, vittima dell’abitudine, finisce per diventare circolare impedendo di risolvere problemi esistenziali, decisionali, relazionali o professionali».
Crisi e soggettività
«Spesso il nostro modo di pensare non si trasforma o non si trasforma abbastanza velocemente per adattarsi ai cambiamenti caratteristici di ogni vita e superare le difficoltà che comportano. Pensiamo al passaggio dall’adolescenza all’età adulta, al matrimonio, a malattie, divorzi, lutti… e si entra in crisi. Ogni crisi è anche un momento di generazione di soggettività». Crisi, dalla parola greca crino, giudico, distinguo. Maura Bartoli: «Si entra in una crisi quando il sistema di giudizi non funziona più rispetto a quanto accade nel mondo, e rispetto alle nostre trasformazioni. Diventa indispensabile ricomporre il giudizio per andare avanti. Verificando le proprie idee spesso il consultante riconsidera la propria visione del mondo e ritrova il suo equilibrio».
Durata della seduta
«Circa un’ora. Il metodo è quello elenctico, che consiste nel far emergere eventuali incongruenze o contraddizioni. C’è anche la possibilità di dialogare in tedesco, se il consultante lo preferisce».
Filosofia e ricerca della felicità
La felicità è un attimo, dividila con Stock 84, recitava un noto spot degli anni ‘80. Nel suo saggio La felicità, pubblicato nel 2008, il filosofo Salvatore Natoli scrive: «La felicità - si dice comunemente - è fatta di attimi... È poi proprio vero che gli uomini sono felici nell’attimo, o la felicità, in senso stretto, si può predicare solo di un’intera vita?». «Lo spot pubblicitario è emblematico - osserva Maura Bartoli -. Nel nostro contesto di pensiero utilitaristico, plasmato dalle esigenze dell’economia, la felicità è spesso vista come soddisfazione di desideri e quindi di breve durata: appena se ne soddisfa uno ne emerge un altro. Riprendendo Salvatore Natoli, i greci invece ci insegnano che è sicuramente importante l’obiettivo, ma è molto più importante la meraviglia del percorso. Meraviglia come inesauribile curiosità nei confronti di noi stessi così come degli altri. Per i greci la realizzazione di sé è il fattore decisivo per la felicità. Il famoso motto scolpito sul frontone del tempio di Apollo a Delfi dice conosci te stesso. Se ci si prende il tempo per conoscersi, per chiarire i propri pensieri e capire la propria visione e il modo in cui ci si relaziona col prossimo si avranno più possibilità di essere felici o perlomeno di vivere bene».
Consulenza filosofica per diventare felici? «Il termine greco per felicità - osserva Maura Bartoli - è eudaimonia (buona riuscita del proprio demone, della propria virtù, vocazione). Felice è colui il quale ha la capacità di governare sé stesso per la propria buona riuscita. In questa accezione la felicità non è soddisfazione di un desiderio bensì premio di una aretè, virtù. La virtù in senso greco non si contrappone ai vizi ma è la capacità di qualsiasi cosa, animale o persona di assolvere bene il proprio compito».
In questa conversazione ha evocato i greci... «I greci avevano una visione del mondo diversa dalla nostra, permeata dalla tradizione giudaico-cristiana. Una visione ciclica del tempo, non lineare e non escatologica. Il greco Socrate è il filosofo par excellence. Persino di fronte alla condanna a morte risponde ai suoi giudici: “Se mi diceste ora ti lasciamo andare, ma a condizione che tu non passi più il tempo nelle tue ricerche e smetta di filosofare (…) vi ribatterei che, pur nutrendo per voi amicizia e affetto, preferisco obbedire al mio daimon piuttosto che a voi e finché avrò vita non cesserò di filosofare”».
Se la filosofia è amore per la sapienza, la filosofia impiega anche… il «martello», secondo la definizione di Friedrich Nietzsche. «La filosofia è sempre stata una critica delle opinioni diffuse, esercita lo spirito critico, e col dilagare del populismo è diventata indispensabile. Mettere in questione le idee acquisite col tempo e verificare se sono il frutto di preconcetti, pregiudizi, opinioni sbagliate è fondamentale». A proposito di Nietzsche, dal 30 gennaio 2025 gli interessati (per info: maurabartoli.com) potranno seguire tre corsi che Maura Bartoli terrà a Lugano sul filosofo tedesco.