Società

Gli svizzeri? Diversi tra loro eppure felici di stare assieme

Uno studio del Percento culturale Migros svela i segreti della convivenza nonostante le differenze linguistiche e culturali
La varietà piace anche se la società svizzera non è mista, le comunità tendono a stare spesso per conto loro.
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
15.09.2024 17:38

La conoscenza dell’altro porta a stabilire legami, relazioni e sconfiggere i pregiudizi. Alla fine sta tutta qui la ricetta per vivere e convivere meglio. Anche (o forse soprattutto) in Svizzera, Paese caratterizzato anche da un accentuato federalismo, 26 Cantoni, quattro lingue nazionali e molte culture, usi e costumi diversi tra loro. A voler approfondire meglio «la diversità svizzera» è stato di recente il Percento culturale Migros, commissionando all’Istituto Gottlieb Duttweiler uno studio rappresentativo. «Una buona convivenza - annotano Mira Song, responsabile della Direzione del Percento Culturale e Kerstin Klauser, responsabile del settore Società - significa concentrarsi sulle esigenze di tutti e tutte, delle generazioni presenti e delle future. Il modo in cui viviamo oggi e in cui vivremo in futuro dipende infatti dalle nostre azioni».

Diversi ma desiderosi di conoscersi

Differenti, eppure contenti (o per lo meno sereni) di vivere insieme. È questa la conclusione a cui è arrivato lo studio - che è stato presentato a Zurigo pochi giorni fa - secondo cui la maggioranza delle persone che vivono in Svizzera ha un atteggiamento positivo nei confronti della diversità e vuole integrarla meglio nella propria vita quotidiana. Un risultato quasi sorprendente. Che porta Song e Klauser ad affermare. «Sono state gettate le basi per una società certamente diversificata ma comunque capace di essere un tutt’uno: capace insomma di essere diversamente insieme. E su queste basi si può davvero costruire».

Più in dettaglio, secondo gli autori dello studio - che hanno sondato le opinioni di oltre 3.000 partecipanti provenienti dalla Svizzera tedesca, francese e italiana e altre 1.000 persone della Svizzera tedesca e francese - esiste un potenziale per far incontrare persone che non sarebbero contrarie al contatto in sé, ma che non hanno ancora avuto l’opportunità di farlo. «Questo stesso contatto - si rende noto - può cambiare l’atteggiamento negativo delle persone e incoraggiarle a riconsiderare le proprie riserve e a creare legami con altri».

Mai un vicino di casa PS o UDC

Riserve, dubbi e perplessità insomma non mancano. Anche se appartengono a una minoranza della popolazione. Il 5% circa degli intervistati ha risposto di aver provato emozioni negative all’idea di avere nuovi confinanti con un alto livello di istruzione o provenienti dalla Svizzera italiana o dalla campagna, mentre più del 30% ha invece provato emozioni negative nei confronti di vicini musulmani, con lo status di rifugiati o simpatizzanti dell’Unione democratica di centro (UDC). La politica incide soprattutto tra chi vota Partito socialista (PS), Verdi o UDC. Perché chi ha posizioni simili non vedrebbe problemi ad abitare vicini, mentre tutto cambia se come confinante ci sarebbe un votante dello schieramento opposto.

I giovani sono polarizzati

Ma ad avere posizioni molto profilate sono anche i giovani. I risultati della ricerca evidenziano anche che la percentuale di sentimenti sia negativi che positivi nei confronti di gruppi come quelli di persone vegane, transgender e non binarie od omosessuali è relativamente alta tra i più giovani. «Le persone giovani sono quindi molto polarizzate nei confronti di molte minoranze, anche se vengono ritratte dai media come relativamente omogenee e di orientamento progressista», annotano gli autori dello studio.

Ma non finisce qui. Perché anche in Svizzera appartenere a una categoria sociale significa rimanere chiusi nella propria bolla di conoscenze. «Quasi due terzi dei poveri e dei ricchi non conoscono nessuno o solo poche persone dell’altro gruppo. La percentuale di persone con un alto livello di istruzione che non conosce nessuno o solo poche persone senza istruzione post-scuola dell’obbligo è più o meno la stessa, cosi come la percentuale di svizzeri di lingua tedesca rispetto a quelli di lingua francese o italiana».

Mancano opportunità

La stessa cosa vale per la politica. «Circa la metà dei simpatizzanti dei partiti di destra e di sinistra non conosce nessuno o conosce solo poche persone dell’altro campo, e le conoscenze tra persone più giovani (sotto i 25 anni) e più anziane (sopra i 65) sono più o meno equivalenti». Eppure... eppure il quadro non è così negativo come sembra. Almeno sempre secondo gli autori della ricerca. «Se si chiede alle persone quali siano i motivi per cui non incontrano altre persone, la maggior parte dei gruppi cita la mancanza di opportunità piuttosto che l’effettiva mancanza di interesse».

Da qui la conclusione che «i contatti sono importanti per ridurre i pregiudizi negativi tra i diversi gruppi. Il sondaggio mostra che le persone provano meno sentimenti negativi e più sentimenti positivi nei confronti di un gruppo se hanno delle conoscenze all’interno di quel gruppo».

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