I mercanti del pallone
Un mondo, quello del calciomercato, in cui ogni acquisto è un «colpo», ogni giocatore un «fenomeno». Mercato in crescita (6 i miliardi spesi nel 2022 dai club delle «big five leagues»). Come i debiti. Eppure, per cantarla con Renato Zero, il «carrozzone va avanti da sé». Con le primedonne, i procuratori e i suoi re, o emiri. Con Pippo Russo, sociologo, giornalista, saggista (si veda il suo libro «Soldi e pallone. Come è cambiato il calciomercato») ci siamo intrattenuti su questo «pazzo» movimento del calcio.
La situazione italiana e internazionale
Per Pippo Russo «nel caso dell’Italia la sessione estiva ha confermato i vecchi vizi. Da un lato il ricorso quasi sistematico al mercato straniero, con un «target» che va abbassandosi, nel senso che si acquisiscono calciatori provenienti da campionati di seconda o terza fascia». Con quali conseguenze? «I giocatori italiani faticano sempre più a entrare nelle prime squadre e a giocare» - osservaRusso.
Discorso diverso per i club italiani d’alta fascia. «La tendenza è acquisire svincolati dal mercato italiano o calciatori in esubero o svincolati dei grandi club europei».In sintesi, «un mercato che ancora una volta dà il segno della crisi profonda in cui si trova il calcio italiano, crisi economica, di formazione, di strategia».
Un caso emblematico: il Barcellona
A livello internazionale per Pippo Russo stiamo già vedendo «giocare» una Superlega, non su un rettangolo di gioco, ma in borsa e a tavolino. «Si sta andando sempre più verso lo strapotere dei club più ricchi o comunque più potenti in termini politico-finanziari. Un circolo di super-ricchi sganciato dal resto del movimento, ricchi non soltanto perché hanno davvero denaro in cassa, ma perché agiscono da super-ricchi».
Un caso emblematico. «Il Barcellona - commenta Russo -, una società spaventosamente indebitata che continua ad agire come se fosse una grande potenza, come se avesse la solvibilità economico-finanziaria che non ha». «Un circolo che vede squadre come il PSG, il Manchester City o il Chelsea disporre di un numero di giocatori talmente esorbitanti che poi devono distribuirli in prestito nei vari campionati in occasione delle diverse sessioni di mercato».
Di burattinai e tifosi «smaliziati»
«Chi sono i mercanti del pallone? I grandi club e i grandi agenti – osserva il sociologo – che ormai agiscono in tandem riuscendo a condizionare in modo schiacciante tutte le trattative, tutta l’economia del calcio».
Un calcio(mercato) che non ha mai soste, perché se è vero che vi è quello estivo e quello invernale, la primavera e l’autunno diventano terrenofecondo per «rumors», «voci di mercato» che rimbalzano sui media dirette ai fruitori dello spettacolo calcistico, i tifosi, gli spettatori. «Tutto sommato credo che i tifosi, rispetto al calciomercato, si siano fatti abbastanza smaliziati - commenta Russo -. Proprio perché il mercato dura un anno sanno che il 90-95% delle voci sono solo suggestioni alle quali raramente abboccano. Il calciomercato in quanto tale non fa più sognare nessuno».
«L’opacità del calcio in Svizzera»
L’occasione di conversare con un conoscitore di calciomercato rende il giornalista «ladro» di informazioni. Cosa pensa Pippo Russo del calcio(mercato) svizzero? «Dal punto di vista tecnico sembra un calcio in crescita, lo attestano i recenti risultati ottenuti dalla nazionale svizzera». «Dal punto di vista economico-finanziario continua a essere un calcio molto opaco, anche perché favorito da una legislazione molto garantista nei confronti dei club». Cosa intende? «Se voglio consultare il bilancio di Inter, Milan o Juventus, vado sul sito del registro delle imprese italiano e spendendo 2 euro e 50 lo scarico. Se voglio consultare i bilanci di Basilea, Sion o Lugano non esiste al mondo. Non c’è un documento disponibile. Un problema serio, la stampa, i tifosi, l’opinione pubblica avrebbero diritto di vedere come vengono gestite le società di calcio, a qualsiasi latitudine, non solo in Svizzera».