Stati Uniti al voto

I successi di Biden in economia che Harris ignora

Forse mostrare empatia con le difficoltà finanziarie, vere o presunte, degli elettori potrebbe essere più fruttuoso che rivendicare una discontinuità
Elisa Volpi
27.10.2024 06:00

It’s the economy, stupid» («è l’economia, sciocco») è uno slogan invecchiato molto bene. La frase, coniata nel 1992 da James Carville, stratega politico di Bill Clinton, era un invito ai democratici a focalizzarsi sulle questioni economiche nella campagna presidenziale. A distanza di più di 30 anni, quella frase è ancora terribilmente attuale nel contesto elettorale americano: tutti i sondaggi sono concordi nell’evidenziare come l’economia sia il tema più cruciale per i cittadini in questa elezione. Secondo Gallup, il 52% degli elettori lo considera il fattore decisivo nella scelta tra i due candidati. Un livello simile non si raggiungeva dal 2008, quando le elezioni si svolsero nel pieno della Grande Recessione.

Ma c’è un’enorme differenza tra la situazione economica degli Stati Uniti nel 1992 e quella attuale. Nel 1992 l’economia andava male: recessione e alta disoccupazione avevano caratterizzato gli ultimi due anni dell’amministrazione di George H. Bush. Nel 2024, invece, l’economia americana è straordinariamente florida. Secondo Bloomberg, sotto Biden, l’economia ha creato 14,8 milioni di posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione stabile sotto il 4%, il più basso dagli anni ‘60. Nonostante l’inflazione, la ricchezza netta delle famiglie è cresciuta, raggiungendo i 156,2 trilioni di dollari nel 2023, un livello record. Addirittura, durante l’amministrazione Biden, la disuguaglianza economica è diminuita grazie all’aumento dei salari reali per i lavoratori a basso reddito. E il mercato azionario ha registrato una crescita del 45% dall’inizio del mandato di Biden, superando le performance degli altri mercati sviluppati. L’unica pecca in questi risultati straordinari è l’inflazione, eppure a guardare più attentamente la situazione non è così drammatica. Raggiunto un picco del 9,1% nel 2022, l’aumento dei prezzi è sceso rapidamente al 3,1%.

Questo processo di disinflazione è stato più veloce rispetto alle crisi inflazionistiche del passato, e si prevede che scenderà ulteriormente al 2,3% entro la fine del 2024. Anche se l’inflazione ha eroso parte dei redditi nel 2022, nel 2023 i salari hanno iniziato a superare l’aumento dei prezzi. Nonostante questi numeri favorevoli, Biden resta un presidente impopolare (per Gallup ha un tasso di approvazione del 38%, un livello storicamente basso), cosa che si riflette negativamente anche su Kamala Harris. Gli elettori - soprattutto i giovani e quelli delle classi inferiori - sembrano ancora concentrati sull’aumento del costo della vita, trainato dai prezzi più alti di generi alimentari e carburante.

In generale, tanti sembrano non essere consapevoli dei successi di Biden e sono convinti che l’economia stia andando peggio della realtà. Questa è una cattiva notizia per Harris perché la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato come la percezione dei fatti economici sia ben più importante dei fatti stessi nel guidare le nostre scelte politiche. In questo contesto, è difficile giudicare quale sia la strategia migliore per Harris, ma forse mostrare empatia con le difficoltà finanziarie, vere o presunte, degli elettori (come fece Bill Clinton nel 1992) potrebbe essere più fruttuoso che rivendicare una discontinuità con Biden che è poco credibile e realizzabile.