I tentacoli della mafia marsigliese
I narcos di Marsiglia vanno «in provincia», somigliano ai tentacoli della piovra che si intrecciano con quelli di altre organizzazioni. Negli ultimi mesi le cronache hanno raccontato una cadenza di agguati. A Poitiers è stato ucciso Nicolas, appena 15 anni, una «vittima collaterale», un innocente.
Era vicino ad un locale quando un uomo, di nazionalità italiana poi arrestato, ha aperto il fuoco. Oltre al minorenne sono stati feriti altri quattro coetanei. All’inizio le autorità avevano parlato di una rissa ma poi hanno corretto: l’attacco è collegato alla DZ Mafia, l’organizzazione che domina su alcuni quartieri marsigliesi e si sta espandendo nel resto del territorio. Perché cerca mercati per la droga ma anche, in qualche caso, per trovare rifugi lontani dal «fronte di guerra». Sì, perché di questo si tratta.
Sempre in estate e sempre a Marsiglia un quattordicenne ha assassinato un tassista che si era rifiutato di accompagnarlo in una via. Un errore, ha spiegato. La realtà è che il killer era stato incaricato da un boss, attualmente detenuto, di eliminare un rivale. Il mandante non ha avuto timore di avvisare lui stesso gli agenti per denunciare il sicario: ha spiegato che il ragazzino aveva disatteso gli ordini. Storia surreale, diventata ancora di più quando la DZ Mafia ha diffuso un video, stile ISIS, per negare qualsiasi collegamento con un delitto che ha sconvolto l’opinione pubblica.Qualche settimana dopo altro episodio, a Rennes: un bimbo di soli 5 anni colpito alla testa da un proiettile durante un regolamento di conti. E poi ancora un agguato a Valence, per proseguire con la faida di Grenoble. In questa città la battaglia è esplosa dopo l’eliminazione di un padrino uscito di prigione e stabilitosi nella grande periferia parigina. Imboscata che ha aperto un conflitto teso mentre, ancora a Grenoble, nel mezzo di questa emergenza una banda ha cercato di derubare un furgone blindato in pieno giorno. Senza dimenticare quanto avvenuto a Nizza a luglio: sette persone, compresi dei bimbi, asfissiate nel loro appartamento preso di mira di nuovo «per errore». In manette due adolescenti.
I criminali sono sfacciati, usano il kalashnikov e di recente sono apparse persino le bombe a mano. La sfrontatezza, il modus operandi, l’impatto su certe zone spingono a parlare di deriva «messicana». Timori aggravati dal ricorso costante a minorenni che, in cambio di decine di migliaia di euro, sono disposti ad uccidere.
Un’inchiesta ha dimostrato come i capi si affidino ai social per reclutare i «soldati», usino sempre la rete per mettere a disposizione le coordinate per le imboscate oppure videogame come training. Forniscono mappe, punti, vie di fuga. E spesso pretendono di avere una foto che dimostri l’esecuzione. Tutto da remoto. C’è poco da fare. O meglio, c’è tanto da fare nel contrasto di una minaccia ampia.
Non è ovviamente solo una faccenda di polizia. Il governo ha promesso risposte dure, inviato rinforzi, mobilitato unità scelte. Il ministro della Giustizia non ha escluso di voler applicare sui minori coinvolti in attacchi il codice penale riservato agli adulti, questo per evitare che sfuggano a condanne severe. Il problema è che la Legge è costretta a inseguire network che spesso sono diretti sul campo da «luogotenenti» mentre i leader se ne stanno lontani, di preferenza all’estero.
Una approfondita inchiesta di Le Monde ha raccontato come in due bellissimi palazzi a Dubai, Act One e Act Two, oltre 40 appartamenti di lusso sarebbero stati acquistati da elementi legati alla malavita francese. La conferma di una «colonia» con precedenti non certo limitata ai transalpini. Il settore immobiliare della città apre varchi infiniti per chi ha a disposizione somme immense da investire e ripulire. Infatti, sono arrivati esponenti di clan irlandesi, australiani, italiani, balcanici. Potete aggiungere voi una nazionalità. Le autorità emiratine ne hanno arrestati alcuni, hanno accresciuto (di poco) la collaborazione, però gli affari vanno avanti comunque. Come le sparatorie in Francia: giovedì sera due trentenni sono stati assassinati nei pressi di un bar marsigliese.