I ticinesi non mollano gli USA

I ticinesi non hanno cambiato i loro piani di vacanze per Donald Trump. Gli Stati Uniti restano una delle mete pasquali preferite, anche se l’inquilino della Casa Bianca non si sta prodigando in simpatia, mettendo e togliendo dazi a destra e a sinistra e rendendo un po’ più spinoso l’ingresso nel Paese. «Chi aveva previsto di partire non ha rinunciato o annullato la vacanza - precisa Davide Nettuno, responsabile per il Ticino di Hotelplan Suisse, uno dei più grandi tour operator del Paese - questo anche perché sarebbe incorso in penali e sanzioni. Inoltre, chi ha prenotato un viaggio negli USA per Pasqua lo ha fatto con molto anticipo, anche prima dell’insediamento di Trump». Nettuno è convinto. «Chi vuole andare negli States, ci va al di là di Trump».
È però vero che l’ente centrale del turismo statunitense, il National Travel and Tourism Office, ha mostrato un’altra realtà, secondo cui nel marzo 2025 le visite negli Stati Uniti dall’estero sono diminuite dell’11,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A pesare sono state le prenotazioni in arrivo dal Canada precipitate del 40% nel mese di marzo di quest’anno rispetto a marzo 2024. Un’altra diminuzione di arrivi, in particolare verso Disneyland, Hawaii e New York è segnalata dalla Cina contro cui Washington ha imposto dazi del 125%.
L’allarme dell’industria turistica USA
Ma a gettare uno sguardo allarmato è stata anche la società di ricerca Tourism Economics, che ha rivisto verso il basso le sue previsioni. Se in un primo momento aveva indicato un aumento del 9% dei viaggi verso gli USA, a febbraio ha rivisto le sue proiezioni, prevedendo un calo del 5% rispetto allo scorso anno, con una conseguente diminuzione degli introiti e in particolare di 64 miliardi di dollari per l’industria dei viaggi statunitense. Principali indiziati del calo sono i viaggiatori provenienti da Canada e Messico - Nazioni contro cui Trump ha usato una retorica aggressiva - che nel 2024 avevano rappresentato circa la metà di tutti i viaggi internazionali verso gli Stati Uniti.
Le reticenze e gli avvisi
Anche l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) segnala la comparsa di alcune prime reticenze nell’affrontare un viaggio verso gli USA; reticenze dettate dalla nuove leggi migratorie e dalla restrizioni introdotte dal presidente Trump. Diversi Paesi, tra cui Regno Unito, Germania, Svezia, Danimarca hanno ad esempio aggiornato le loro raccomandazioni, evidenziando che il rilascio di un visto non garantisce l’ingresso nel Paese e che i visitatori stranieri sospettati di aver infranto le regole di ingresso potrebbero essere trattenuti o arrestati. Tutto questo, mentre potrebbe essere pronto un nuovo divieto di viaggio per impedire ai cittadini di 43 Nazioni tra cui Bielorussia, Cambogia e Santa Lucia, di entrare negli Stati Uniti.
Quel che è certo è che per i ticinesi gli States stanno comunque perdendo appeal. Ma non per le sanzioni o per la nuova amministrazione. La causa principale, riprende Nettuno, è da ricercare nei prezzi, che «già l’anno scorso si sono alzati rispetto al passato» e ciò potrebbe aver influito sulla diminuzione di viaggi dal Ticino verso gli USA, visto che per andare oltre Oceano serve comunque «un certo budget e anche in Ticino si sta facendo sentire la crisi economica», afferma il responsabile per il Ticino di Hotelplan Suisse. Ecco allora che la meta più gettonata quest’anno per Pasqua è un’altra.
Le mete più gettonate
«In cima alle nostre prenotazioni troviamo il Mar Rosso - riprende Nettuno - seguita dalle crociere, che si dimostrano un trend in crescita anche per i prezzi molto interessanti per le famiglie, le grandi città, gli USA, l’Oceano Indiano e la Tanzania, con quest’ultima che sta vivendo un nuova spinta molto forte». Chiude la classifica delle mete pasquali, il Giappone. «Che non smette si affascinare e di richiamare un turismo regolare».