Attualità

Il 46.esimo parallelo

Dall'Oregon alla Siberia, una linea che collega il Ticino al mondo
Andrea Stern
Andrea Stern
18.09.2022 13:00

In Ucraina ha dato il nome a una pluripremiata cantina vitivinicola, la 46th Parallel Wine Group, che vinifica uve cresciute nelle regioni di Kherson, Nikolaev e Odessa. Tutti vigneti situati lungo un parallelo che - si fa notare con orgoglio - attraversa anche regioni vinicole più famose come Bordeaux o la Borgogna.

In Svizzera invece il 46. parallelo segna il territorio senza che nessuno vi abbia mai prestato particolare attenzione. Il parallelo attraversa dapprima il Vallese da ovest a est. Poi, dopo un passaggio in Italia, torna in Svizzera più o meno all’altezza del valico doganale di Palone, in territorio di Tresa. Attraversa quindi il villaggio di Sessa, sfiora Bedigliora e Curio, taglia in due la pista dell’aeroporto di Agno, passa da Sorengo, Lugano, entra nel lago, tocca di nuovo terra verso Castagnola, riattraversa il lago, centra in pieno il Museo delle dogane alle Cantine di Gandria e torna infine in Italia per continuare il suo giro del mondo.

Per lungo tempo il passaggio del 46. parallelo in Ticino è rimasto pressoché inosservato. Finché, durante i lavori di sistemazione dell’area dell’ex Grand Hotel Palace, l’allora sindaco di Lugano Giorgio Giudici ha fatto svolgere alcune misurazioni e si è reso conto che il parallelo passa esattamente dalla porta principale della Chiesa di Santa Maria degli Angioli. Da appassionato di numeri quale è, Giudici ha subito percepito il grande potenziale di questa straordinaria convergenza.

Un cartello per sognare

«Questo è un prodotto turistico che potremmo vendere benissimo, senza nemmeno dover spendere granché - afferma Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino -. Basterebbe, per esempio, incastonare nella piazza del LAC una striscia lunga un metro che segni il passaggio del 46. parallelo. In ottone, mica in oro. Accanto si potrebbe mettere un cartello che indichi le principali località nel mondo che si trovano alla stessa latitudine».

Un cartello che permetterebbe di sognare, di girare il mondo stando fermi in piazza Luini. Il 46. parallelo, come tutti i paralleli, attraversa infatti l’intero globo terrestre, percorrendo paesi e territori molto diversi tra loro ma accomunati dalla stessa latitudine. E quindi da giornate che hanno la stessa durata.

In tutte le località situate lungo il 46. parallelo il sole è visibile per 15 ore e 45 minuti durante il solstizio d’estate, per 8 ore e 38 minuti durante il solstizio d’inverno. Ciò non significa però che tutte queste località abbiano lo stesso clima.

La capitale cinese del ghiaccio

In Cina, per esempio, il 46. parallelo passa vicino a Harbin, una città di oltre 10 milioni di abitanti, considerata la capitale degli sport invernali in Manciuria. La stagione fredda ad Harbin è infatti molto lunga e rigida, con temperature che possono scendere fino a meno 40 gradi. Grazie a questo clima glaciale ogni anno viene organizzato il Festival delle sculture di ghiaccio, che attira artisti e visitatori da tutto il mondo.

Fa molto freddo anche sull’isola di Sachalin, all’estremità orientale della Russia. Sebbene si trovi sullo stesso parallelo di Lugano, l’isola conosce un clima rigido con inverni lunghi e innevati ed estati talmente brevi che gli unici ortaggi che riescono a crescere sono patate, cavoli e carote. L’isola di Sachalin, su cui vive circa mezzo milione di persone, è anche conosciuta per la sua folta popolazione di orsi bruni.

Molto più clemente è il clima al punto zero del 46. parallelo, situato nel comune francese di Longré, lì dove il parallelo incrocia il meridiano zero, noto anche come meridiano di Greenwich. Situato nella zona DOC (denominazione di origine controllata) del cognac, Longré è un tranquillo paesino dove regnano agricoltura e viticoltura.

Enogastronomia, ma non solo

«Il legame del 46. parallelo - riprende Pianezzi - presenta notevoli possibilità di sviluppo a livello enogastronomico. Ma non solo. Ci sono molte opportunità da approfondire».

Proprio per questo Pianezzi, in qualità di consigliere comunale del Centro (ex PPD), ha presentato un’interrogazione al Municipio di Lugano per chiedere di segnalare il passaggio del 46. parallelo in città e soprattutto di intavolare relazioni con le altre realtà situate sulla medesima linea.

Alcune delle quali si sono già accorte da sole di questa particolarità, indipendentemente dalle iniziative luganesi. Dai media locali statunitensi si apprende per esempio che a Butte, un centro del Montana con poco più di 30 mila abitanti, gli allievi delle scuole hanno piantato degli alberi per contrassegnare il passaggio del 46. parallelo in centrocittà.

A Trento, in Italia, un gruppo di amici ha invece fondato un’associazione culturale che si chiama appunto «46. parallelo» e che si prefigge di favorire gli scambi e la cooperazione internazionale. Sempre a Trento il passaggio della coordinata geografica è stato segnalato con un cartello, indicato come possibile modello da Pianezzi nella sua interrogazione.

«A Torino marcano il passaggio del 45. parallelo con degli obelischi - nota ancora Pianezzi -. A me personalmente piace di più l’idea di una striscia sul terreno, di qualcosa che faccia pensare a una linea che attraversa il mondo intero».

Lo studio degli esercenti

Indipendentemente dalla forma in cui potrà essere segnalato, il 46. parallelo raccoglie i suoi fautori in città. A partire dal noto ristoratore Guido Sassi, che con altri esercenti di Piazza Riforma già nel 2016 aveva commissionato uno studio alla Scuola alberghiera di Losanna. «Ci avevano fatto i complimenti per quello studio - ricorda Sassi -, ma da allora giace in un cassetto senza che si sia mosso nulla».

Eppure, nota ancora Sassi, si tratterebbe di una forma di promozione turistica economica e affascinante, almeno per le persone più sensibili alle particolarità geografiche. Lugano è sulla stessa linea del Montana, della Borgogna, della Mongolia o ancora dell’estremità orientale della Russia. Basta chiudere gli occhi per iniziare a sognare.