Ambiente

Il (cattivo) tempo che verrà

Nubifragi, estati asciutte e sempre più caldo – Il climatologo Marco Gaia: «Il cambiamento è pericoloso»
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
22.09.2024 06:00

«Prima si agisce, meglio è». Marco Gaia, meteorologo e responsabile del settore Previsioni e consulenze di MeteoSvizzera, non ha dubbi. La Svizzera deve portare a termine la Strategia climatica 2050 alla svelta. Serve insomma procedere spediti verso un approvvigionamento energetico non più basato sui combustibili fossili. Gaia non fa politica. Quando parla non segue quindi una visione della società ancorata a quella dei partiti o alle ideologie. Il suo è un approccio scientifico. E la scienza oggi «ha conoscenze abbastanza robuste da indirizzare le nostre scelte», precisa.

Tutto questo partendo da un dato di fatto. Che non deve far paura o terrorizzare. Ma va preso così com’è. «Il cambiamento climatico è estremamente reale, non si può fermare ed è pericoloso», prosegue il meteorologo. Pericoloso soprattutto anche per chi abita a Sud delle Alpi. Non c’è bisogno di ricordare quanto successo a fine giugno in alta Vallemaggia o una settimana prima in Mesolcina. Non ce n’è bisogno perché a destare preoccupazione bastano le informazioni e i dati in mano ai climatologi. Anche se in fondo basta guardare a quanto è successo questa settimana in Europa orientale e in Italia.

Più caldo e più piovoso

«Dal 1864 al 2023 la temperatura annuale media a Sud delle Alpi è aumentata di circa 2,8 gradi centigradi», spiega Gaia. Inoltre, pur essendo il Ticino «una zona ad alta variabilità meteoreologica si constatano da circa 20 anni variazioni di temperatura soltanto superiori alla norma». Tradotto: gli anni sono sempre più bollenti. Mentre in passato si assisteva anche ad anni più freschi rispetto alla norma di riferimento.

La musica non cambia quando si parla di piogge. «Dal 1981 a oggi l’intensità delle precipitazioni su 10 minuti è aumentata del 18% mentre quella su un’ora del 10%». Non è un aumento di poco conto. Al contrario. Perché significa che quando piove, oggi piove più intensamente rispetto ad alcuni decenni fa. Del resto, il 29 giugno in alta Vallemaggia in meno di 6 ore è scesa la pioggia che normalmente cade in 1-2 mesi. Non chiamatele bombe d’acqua, però. «Preferisco nubifragi», precisa Gaia. Che per gli eventi meteorologici ha sempre preferito adottare «una comunicazione chiara, seria e sobria».

Un cambiamento che non si può fermare

Sia quel che sia «i cambiamenti climatici non si possono fermare - chiarisce lo scienziato - ma sicuramente siamo ancora in tempo per arginarli. Proprio questo è il senso della Strategia climatica 2050». Se non si invertirà la rotta, insomma «gli scenari climatici più probabili sono caratterizzati in Svizzera da estati sempre più asciutte, inverni più piovosi, giornate estive sempre più canicolari e inverni più poveri di neve ». Di quanto esattamente saranno le variazioni «dipenderà proprio dalla velocità con cui riusciremo ad abbandonare i combustibili fossili. Le ricerche hanno mostrato come con un’efficace politica di protezione del clima può arginare di due terzi i cambiamenti climatici attesi in Svizzera». Anche in caso di successo della Strategia climatica 2050 «dei cambiamenti in Svizzera saranno comunque inevitabili e per questo motivo è indispensabile prevedere anche provvedimenti di adattamento della nostra società», annota Gaia.

Nuove misure di protezione

Agire prima che sia tardi non significa soltanto limitare le emissioni di anidride carbonica nell’aria. Emissioni che sono responsabili del riscaldamento dell’atmosfera e del cambiamento climatico. Vuol dire anche avviare tutta una serie di controlli dei provvedimenti a protezione del territorio. Che «essendo stati concepiti e costruiti tra gli anni ‘60 e gli anni ‘90» potrebbero non più essere attuali. Potrebbero insomma non essere più in grado di reggere l’urto delle mutate condizioni meteorologiche. «In Svizzera abbiamo da secoli una cultura della protezione dai pericoli naturali ed è una vera fortuna - prosegue Gaia - ma ora si tratta di aggiornarla adattandola ai cambiamenti climatici». Dai muri di sostegno alle canalizzazioni, la lista degli interventi di prevenzione è lunga. E secondo il meteorologo va portata a termine alla svelta evitando così il rischio di non farsi trovare impreparati di fronte al prossimo evento catastrofico.