A spasso nel tempo

Il fachiro di casa nostra con le mani troppo lunghe

24 aprile 1931
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
13.04.2025 06:00

Citiamo dal vocabolario online della Treccani: «Fachiro: s. m. [dall’arabo faqīr, propr. “povero, bisognoso”]. Religioso mendicante indù dedito a pratiche ascetiche che possono portare fino a fenomeni di catalessi (in origine il nome era assunto genericamente dai mistici musulmani, soprattutto da quelli affiliati a confraternite religiose). Nell’uso com., individuo che si sottopone a straordinarie esibizioni fisiche di digiuni, mutilazioni e altre prove di volontaria sofferenza». Correva il 1931 e un fachiro balzò all’onore delle cronache di casa nostra, come riferì il «Corriere del Ticino» il 24 aprile: «Un fakiro alla buona, Alessandro Bonomi di Berzona, domiciliato ad Airolo, si accontentava di “épater” il pubblico bevendo acqua e pezzetti di vetro, mangiando stoppa in fiamme e sputando nastro e svolgendo qualche giuoco di prestigio; fu durante una di queste sue esibizioni artistiche che il Bonomi spinse un po’ troppo oltre l’arte del prestigiatore, compiendo dei furti a danno di qualche cameriera; denunciato per furto e per frode di scotto, il Bonomi è comparso stamane davanti al Tribunale presieduto dal Pretore dr. Alberti, cercando di giustificare le sue colpe; era difeso dal dr. Pino Bernasconi il quale ha fatto stamane il suo esordio nell’arringa penale». Il fachiro di Airolo non la passò liscia, come si potè leggere nella successiva edizione del nostro giornale: «Quel Bonomi processato ieri per furto e difeso dal dr. Pino Bernasconi è stato condannato a due mesi di detenzione».

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