Il Gottardo vale più di 40 franchi
Per circolare un anno intero sulle autostrade austriache servono 96,40 euro, più un pedaggio per l’attraversamento di alcuni tunnel come l’Arlberg o il Brennero. In Slovenia ci vogliono 117,50 euro, tutto compreso, in Ungheria l’equivalente di 157 franchi, in Italia già solo per andare e tornare da Milano a Roma si pagano più di 80 euro. Solo in Svizzera, Paese per il resto tra i più cari al mondo, l’intera rete autostradale è a disposizione per la modica cifra di 40 franchi.
Un aumento «adeguato»
«Troppo poco», sostengono i consiglieri nazionali PLR Simone Gianini e Heinz Theiler, che tramite una mozione propongono di combattere l’annoso problema delle colonne al San Gottardo attraverso un aumento «adeguato» del prezzo della vignetta autostradale. Per garantire la parità di trattamento, l’aumento dovrebbe applicarsi a tutti gli automobilisti.
«Ma agli automobilisti con targhe svizzere dovrà poi essere rimborsata la differenza rispetto agli odierni 40 franchi, ad esempio tramite pari riduzione dell’imposta di circolazione», propone Gianini, che è anche presidente della sezione ticinese dell’ACS.
«Il pedaggio non è un’opzione»
L’idea di ritoccare verso l’alto il prezzo della vignetta (che dalla sua introduzione nel 1984 è stato aumentato una sola volta, da 30 a 40 franchi) nasce come risposta alla mai sopita proposta di introdurre un pedaggio al tunnel del San Gottardo.
«Per noi ticinesi il pedaggio non è un’opzione - afferma il consigliere nazionale -, nemmeno con un possibile rimborso agli automobilisti locali. Come ha già ben spiegato il Consiglio federale, l’introduzione di un pedaggio al San Gottardo significherebbe che l’unica strada aperta tutto l’anno tra il Ticino e il resto della Svizzera sarebbe a pagamento. Oltre a penalizzare pesantemente il nostro Cantone a livello turistico e commerciale, un tale scenario comprometterebbe la coesione nazionale».
Asse sovraccarico
D’altra parte non è neanche possibile stare a guardare il continuo e inarrestabile aumento del traffico sull’asse nord sud. Ogni anno il tunnel tra Airolo e Göschenen viene percorso da quasi 7 milioni di veicoli. E nei giorni di punta, quelli dei grandi esodi dei vacanzieri, fino all’80% delle vetture ha targa straniera.
«Ormai non è solo l’intera autostrada da Basilea a Chiasso a essere sovraccarica - prosegue Gianini -, ma anche le strade cantonali, nei fine settimana e durante le vacanze. Questo peggiora la qualità di vita dei cittadini e ne limita gli spostamenti quotidiani».
Lo stesso scenario, aggiunge Theiler, si verifica anche a nord, in particolare sulla Axenstrasse, che collega Flüelen a Brunnen. «Per le lavoratrici e i lavoratori nelle aree interessate è un onere - sostiene lo svittese -. Non tutti possono viaggiare in treno. Le aziende artigianali come pittori, elettricisti o imprese di pulizia dipendono dal poter raggiungere i luoghi di lavoro con i loro veicoli aziendali».
Una soluzione facilmente applicabile
E quindi, come uscirne? Visto che l’apertura della galleria ferroviaria di base del San Gottardo non ha permesso di ridurre il traffico stradale e che di miracoli non ne sono in previsione, Gianini e Theiler propongono di intervenire sull’aspetto finanziario. Non attraverso l’inviso pedaggio al San Gottardo e al San Bernardino proposto a suo tempo dall’urano Simon Stadler (Centro), dalla zurighese Corina Gredig (Verdi liberali) e dall’argoviese Mathias Jauslin (PLR), bensì con un ritocco del prezzo della vignetta volto a scoraggiare almeno in parte l’utilizzo dell’asse del San Gottardo come semplice via di transito.
«Dobbiamo finalmente affrontare questa discussione - riprende Gianini -. Le condizioni nelle nostre zone alpine stanno diventando vieppiù insostenibili e devono essere risolte con misure tecnicamente e politicamente realizzabili».
«I turisti esteri paghino di più»
L’aumento del prezzo della vignetta con retrocessione della differenza agli automobilisti svizzeri sarebbe una di queste misure, facile da realizzare sia tecnicamente che politicamente, secondo i due parlamentari PLR.
«Dobbiamo fare pagare di più il transito turistico estero - conclude Theiler -. I treni sono pieni e le strade intasate. Ciò ostacola aziende e artigiani nel loro lavoro. Queste infrastrutture di trasporto sono state finanziate dai nostri contribuenti anche per la nostra economia e non come passaggio a buon mercato per i turisti europei»