Football

Il grande giorno del Superbowl

L'appuntamento è oggi e lo seguiamo con un commentatore d'eccezione: Guido Bagatta
Marco Ortelli
11.02.2024 06:00

«Ma l’America è lontana, dall’altra parte della luna», cantava Lucio Dalla nel 1979. Dieci anni prima, l’America e la luna erano entrate nelle nostre case grazie alla TV e alla missione spaziale Apollo 11. Un paio d’anni dopo Lucio Dalla, un’altra America era apparsa alle nostre latitudini, quella del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League NFL trasmessa in diretta da Detroit nel 1981 dalla «neonata» emittente televisiva Canale 5. Emittente che continuò a trasmettere football e relativa finale in diretta per altri due anni (1982-83) con le voci divenute iconiche di Guido Bagatta e Rino Tommasi, mentre dal 1984 in differita il lunedì successivo. Un mini boom che tra il 1981 e il 1986 aveva ammaliato anche i telespettatori della Svizzera italiana. Da qui, l’idea di contattare Guido Bagatta per presentare la partitona che domenica alle 15:30 a Las Vegas, domani, lunedì, dalle 00:30 in... Ticino, vedrà i Kansas City Chiefs sfidare i San Francisco 49ers (diretta TV in chiaro su Italia 1 alle 00:30 con il commento di Federico Mastria, Gabriele Cattaneo e Alessandro Trabattoni).

La cornice: rito, location, bagarinaggio e gossip

A 43 anni di distanza dalla sua prima telecronaca in diretta da Detroit, eccoci con Guido Bagatta in... diretta telefonica a parlare del Super Bowl in Nevada. Ma cosa significa questo evento per gli statunitensi? «È un appuntamento classico, un po’ come il Giorno del ringraziamento. Un modo di ritrovarsi, fare gruppo con la famiglia, gli amici», osserva Bagatta, che negli USA ha trascorso tre semestri universitari e vissuto complessivamente per quattro anni. E perché piace e ha così tanto seguito in Nordamerica (115 milioni gli spettatori incollati al televisore lo scorso anno)? «Contrariamente al baseball, al basket e all’hockey su ghiaccio, le cui finali si giocano al meglio delle 7 partite, il Super Bowl è un atto unico, che concentra su di sé tutta l’attenzione. Inoltre, la gran parte della popolazione, per un motivo «fisico» - ti fai male - non ha mai giocato a football, contrariamente al baseball, lo sport nazionale che più o meno tutti, uomini e donne, praticano nelle high school». Da qui l’ammirazione che si può provare per questi giocatori dal fisico possente.

Che si giochi per la prima volta nella storia a Las Vegas dà significati ulteriori alla sfida? «No, è l’evoluzione della specie. Per anni Las Vegas è stata considerata tabù, perché la città delle scommesse e nessuna lega professionistica si «azzardava» a fare qualcosa. Poi, per motivi vari, e anche poiché le scommesse si sono estese nella rete, online, ecc. Las Vegas è diventata un luogo su cui… scommettere. E poi Las Vegas è una città fatta per le convention, i party, il business». E da quando il football è diventato anche business…

Chi avesse voluto volare a Las Vegas per assistere live al Super Bowl avrebbe dovuto… sfoltire il suo portamonete. In settimana, sfogliando il sito della NFL, abbiamo trovato biglietti a 7’500 dollari, mentre nelle settimane scorse aveva fatto notizia la cifra di 10 mila dollari… «Anch’io ho letto la notizia - osserva Bagatta - ma qui bisogna distinguere tra valore nominale - face value - e reselling, il bagarinaggio che negli Stati Uniti è legale. La domanda allora è come i rivenditori vengano in possesso di questi biglietti». E un fan di Kansas o di San Francisco, quanto può aver pagato un biglietto? «Io sono rimasto ai 560 dollari stampati sul biglietto», osserva Bagatta.

L’esibizione di Usher a metà tempo, poi sul palco saliranno altri artisti come Reba McEntire, Post Malone e Andra Day, ma gli occhi delle telecamere saranno puntati sulla star musicale Taylor Swift, fidanzata di Travis Kelce, star dei Kanss City Chiefs. Una manna dal cielo per lo show… «Diciamo che con il potenziale di Taylor Swift, la sua presenza avrebbe fatto notizia anche se fosse fidanzata con un pallone. Questo fidanzamento potrà smuovere una parte d’America che di football ne sa poco o niente».

La partita: squadre, giocatori chiave e intelligenza

«Kansas City è la squadra che ha dominato gli ultimi anni, ha vinto due Super Bowl (2020, 2023), e questa è la quarta finale in 5 anni. Se bissasse il successo dello scorso anno sarebbe la prima volta dopo 20 anni che ciò accadrebbe (era capitato con New England vent’anni fa (2004-2005). Detto questo. Kansas City arriva da una bella finale di Conference contro Baltimora (17-10) e appare nettamente favorita». «San Francisco, dopo un buon inizio di campionato ha patito l’infortunio del suo quarterback. È poi stata «graziata» da Detroit nella finale di Conference, quando ha ribaltato lo svantaggio di 17 punti alla pausa (7-24) per andare a vincere con un clamoroso 34-31. Difficile che un tale ribaltamento possa capitare due volte in stagione, ma il Super Bowl ci ha insegnato che la partita secca può regalare sorprese. San Francisco poi, non vince esattamente da 30 anni…». Tra i giocatori chiave Guido Bagatta segnala i due quarterback, Patrick Mahomes dei Kansas City Chiefs e Brock Purdy dei San Francisco 49ers, la cui storia è una favola. «Purdy è stato scelto dai San Francisco 49ers con l’ultima scelta assoluta (la 262esima) del Draft NFL 2022, rendendolo il Mr. Irrelevant di quell’edizione, il «Signor Irrilevante». Debutta nell’ottobre del 2022 e in dicembre subentra nuovamente a seguito dell’infortunio del quarterback titolare che salta la stagione». Da «brocco anatroccolo», Brock Purdy diventa una fulgida star. «Occhio però anche Christian McCaffrey, il portatore di palla dei 49ers - prosegue Bagatta - se lui è in... palla e la difesa non si adegua ti ammazza perché corre e riceve in maniera meravigliosa».

Guido Bagatta «ovviamente» seguirà la finale non dentro ma davanti alla TV di casa con 6-7 amici «che ne capiscono», puntualizza. Affascinato dal football che ha cominciato a raccontare a 20 anni “folgorato” sulle strade della California. «È uno sport difficilissimo - racconta -. A differenza di quello che uno può credere, determinati giocatori devono essere molto più intelligenti della media, non solo tra gli sportivi, ma degli uomini tutti. Il quarterback memorizza 160 schemi, più o meno lo stesso i suoi compagni. E gli allenatori, in assoluto coloro che devono fare più cose senza lasciare nulla al caso, infortuni permettendo…».

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