Il marmo ticinese conquista il Fuorisalone

L’idea è audace. Prendere una roccia formatasi nel periodo triassico, quando la Svizzera era ancora sommersa dal mare, e metterla in mano ai migliori studenti dell’ECAL, la scuola universitaria di arte e design di Losanna. Il risultato sono i sorprendenti oggetti che si potranno ammirare in anteprima mondiale al Fuorisalone 2025, l’evento che si terrà dall’8 al 13 aprile nell’ambito della Milano Design Week.
«Per la prima volta, il Ticino viene portato al centro della scena del design internazionale attraverso un progetto che unisce artigianalità, innovazione e identità svizzera», osserva Natascia Maurino, CEO di Cristallina Design, ideatrice di questo progetto che vuole coniugare il marmo di Peccia, l’unico marmo bianco in Svizzera, con il talento creativo degli studenti internazionali di una delle scuole di design più prestigiose al mondo.
Un sogno che si concretizza
«È da quando come famiglia Maurino abbiamo ripreso la cava di Peccia, nel 2010, che mi frullava in testa l’idea di realizzare degli oggetti per la casa con questa pietra naturale così elegante- spiega Natascia Maurino -. La concretizzazione di questa idea si è resa possibile grazie alla collaborazione con l’ECAL di Losanna, che ha risposto in maniera entusiastica. Gli studenti sono venuti a visitare la cava di Peccia e il nostro laboratorio di Biasca, hanno studiato le particolarità del marmo, dei suoi 14 colori e delle sue 56 sfumature, si sono completamente immersi nel mondo della pietra naturale ticinese. Dopodiché ognuno di loro ha presentato un progetto, i migliori dei quali sono stati infine realizzati».
Forti legami con il territorio
Ognuno di questi oggetti mantiene uno stretto legame con il territorio e con la sua storia. «Corals», per esempio, realizzata dal giovane coreano Min Jun Choi, è una collezione di appendiabiti, portagioielli e tavolini che richiama visivamente l’epoca della calcificazione degli elementi marini, tra cui i coralli, che ha dato vita al marmo bianco. «Blooming», della spagnola Esther Alcalde, si ispira alla flora ticinese, con forme che ricordano petali e fiori. «Nature», della thailandese Nuttiya Ratchtrachenchai, trae invece origine dalla natura selvaggia e dall’architettura della Vallemaggia. «Cristavino», del francese Alix Malamaire, è dal canto suo una collezione di accessori raffinati per il mondo del vino che vuole essere un tributo alle tradizioni vinicole ticinesi. E via di seguito.
«Ognuno di questi oggetti racconta qualcosa del Ticino - riprende Maurino -. Il nostro obiettivo è proprio quello di valorizzare il marmo ticinese, un materiale pregiato che è unico in Svizzera, attraverso una fusione tra design e arte che mantenesse un legame con il territorio. Devo dire che gli studenti dell’ECAL ci sono riusciti benissimo, con delle creazioni che ci hanno stupito molto positivamente».
Un palcoscenico di prestigio
Mentre il progetto prosegue, con una seconda ondata di studenti che si stanno riversando nella cava di Peccia alla scoperta di questa pietra brillante e resistente, i risultati della prima ondata vengono ora sottoposti al giudizio del pubblico in un’occasione di prestigio mondiale come quella del Fuorisalone di Milano.
«Abbiamo scelto di debuttare al Fuorisalone - riprende Maurino - perché rappresenta il palcoscenico perfetto per far conoscere Cristallina Design al mondo e via Tortona è il luogo simbolo in cui è nata la Milano Design Week. Partecipiamo all’interno di una collettiva svizzera, che sottolinea il valore dell’eccellenza elvetica e la nostra volontà di portare il design svizzero nel panorama del lusso internazionale».
Una storia lunga oltre 130 anni
Si apre così un nuovo capitolo nella storia iniziata nel lontano 1894, quando Giuseppe MaurinoSenior diede il via all’estrazione di gneiss a Pollegio, ponendo le basi di quella che oggi, alla quarta generazione famigliare, è una solida realtà aziendale nel mondo della pietra naturale che sa distinguersi per la sua competenza, la sua versatilità, come anche per il suo rispetto per il territorio.
«La sostenibilità è un aspetto fondamentale nel nostro lavoro - conclude Natascia Maurino -. Per realizzare i nostri oggetti utilizziamo preferibilmente gli scarti da opere più grandi nell’edilizia. E ad ogni modo l’estrazione del marmo avviene con la massima cautela, all’interno della montagna, tanto che qualcuno degli studenti arrivando a Peccia si chiedeva dove mai fosse la cava. Siamo molto legati alla natura e la sua salvaguardia è la nostra massima priorità».