La classifica

Il più pagato è Quadranti

Il deputato PLR è il più remunerato in Gran Consiglio, e tra gli assenteisti spiccano gli UDC
Andrea Stern
Andrea Stern
30.03.2025 16:30

È Matteo Quadranti ad aggiudicarsi il titolo di stacanovista delGran Consiglio, edizione 2024. Il deputato PLRè stato colui che l’anno scorso ha partecipato al più gran numero di sedute commissionali, che ha trascorso più tempo a stilare rapporti e che ha effettuato più trasferte tra Bellinzona e il proprio domicilio di Balerna.Di conseguenza, Quadranti è il parlamentare che l’anno scorso ha incassato più di tutti, 43.948,40 franchi. Da quando vengono resi noti i compensi dei deputati, dal 2020, nessuno aveva mai incassato così tanto.

Coloro che hanno incassato di meno, o meglio nulla, sono Matteo Pronzini e GiuseppeSergi, cui a fine anno sono stati versati zero franchi.I due deputati MpS non prendono parte alle commissioni e non fanno valere spese di trasferta visto che vivono a Bellinzona.Oltretutto sia Pronzini sia Sergi hanno fatto riversare la totalità delle loro indennità di seduta in Gran Consiglio al loro movimento.Nel caso di Pronzini, presente 40 volte su 42, fanno 10.062 franchi, nel caso di Sergi, 34 presenze, il contributo è appena inferiore.

Gli altri parlamentari più generosi nei confronti del proprio partito sono i socialisti, il cui regolamento interno prevede che il 25% delle indennità in Gran Consiglio venga riversato al gruppo.Ivo Durisch, il più attivo tra i socialisti nelle commissioni, è quindi anche colui che ha contribuito di più al partito, con 8.625 franchi. Seguono Daria Lepori e Fabrizio Sirica.

Il contributo finanziario al proprio gruppo è previsto in misura più o meno marcata in tutti i partiti, tranne che in Avanti con Ticino&Lavoro, Helvethica Ticino, Più Donne e nell’UDC. Quest’ultimo, tra l’altro, è anche il partito che annovera al suo interno più assenteisti.

Perché se da una parte la nuova entrata Aline Prada è tra i pochi parlamentari che sono stati sempre presenti (15 volte su 15 in Gran Consiglio, 5 su 5 nella Commissione ambiente, territorio ed energia), dall’altra parte alcuni democentristi più attempati non sono particolarmente assidui di Palazzo delle Orsoline. Come Pierluigi Pasi, colui che ha ceduto il posto a Prada, che prima di dimettersi si era visto solo a 24 sedute commissionali su 46. O come Tuto Rossi, che ha partecipato solo al 64% delle sedute plenarie e al 34% delle sedute commissionali. O ancora come SergioMorisoli, che è senza dubbio uno dei parlamentari più influenti, oltre che fra i più presenti alle sedute plenarie, ma che in Commissione formazione e cultura si vede raramente.

Lui si giustifica dicendo che ha un’azienda con 600 persone da dirigere e che non è sempre facile conciliare gli impegni professionali e politici. Morisoli solleva anche un interrogativo, ovvero se tutte le 216 sedute commissionali tenutesi l’anno scorso fossero davvero essenziali. La sua impressione è che a volte si potrebbero riunire le trattande, ma si preferisce spalmarle su più incontri, quasi come se lo scopo fosse quello di incassare il proprio gettone. «Io partecipo alle commissioni se ci sono temi importanti - conclude -. Ma se devo perdere un intero pomeriggio solo per partecipare a un breve incontro transitorio, allora mi sembra più utile restare al lavoro».

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