Politica

Il PLR decolla da Lugano

Paolo Morel stila un bilancio e schiaccia l'occhio a Berna
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
15.01.2023 07:00

A esattamente un anno dall’elezione alla «carica più difficile del Ticino» - come fu definita dopo le turbolente esperienze di Giovanna Viscardi e Guido Tognola - il presidente della sezione PLR di Lugano Paolo Morel accoglie oggi il Congresso cantonale del partito.

Signor Morel, è pentito di aver assunto la presidenza del PLR di Lugano?

«Direi proprio di no. È stato un anno impegnativo ma gratificante. Impegnativo perché il ruolo di presidente prevede un lavoro a 360 gradi. Gratificante perché si è lavorato e discusso producendo concretezza».

È ancora persuaso che sia «la carica più difficile del Ticino»?

«È stato difficile partire, c’era molto da fare, ma poi si è creato un ottimo ambiente e tutto sembra oggi più facile. Sembra, perché ancora non ci sono stati veri e propri scontri e non mi illudo che non ne possano arrivare».

Perché un imprenditore come lei si dedica alla politica? Siete una specie sempre più rara...

«Vedere il partito in difficoltà a Lugano è stato di stimolo a tornare attivamente ma soprattutto mi preoccupa il generale scollamento dalla politica. La politica è il luogo democratico dove difendere i propri valori, il proprio modo di vedere la società e il suo futuro. Anche l’imprenditore ha interesse a che la democrazia resti vivace».

Viscardi lasciò in modo polemico, Tognola lasciò travolto dalle polemiche, lei come lascerà?

«Non penso a lasciare, comincio adesso a raccogliere i frutti del lavoro svolto sin ad ora, ma per indole quando lascio cerco di non sbattere la porta e mi tengo il buono che ho lasciato alle spalle».

Quali risultati ritiene di aver ottenuto in quest'anno?

«Maggiore coesione e uno spirito meno interessato alle singole persone e più ai temi».

Stiamo già lavorando al programma per la legislatura 2024-2028 e spero sapremo produrre liste interessanti per Municipio e Consiglio comunale

Quali risultati intende ottenere da qui alle comunali?

«I primi mesi dell’anno saremo concentrati a supportare i nostri candidati alle elezioni cantonali e spero che la popolazione risponda andando a votare. Stiamo già lavorando al programma per la legislatura 2024-2028 e spero sapremo produrre liste interessanti per Municipio e Consiglio comunale».

Lei diceva di voler definire alcuni temi su cui puntare. Quali sono questi temi?

«Abbiamo approfondito temi come l’ospedale cantonale suggerendo di cercare spazi idonei se vogliamo rimanere in corsa per l’ospedale del futuro. Lugano città universitaria e non città con una università. Attenzione al traffico cittadino che a breve vedrà aprirsi cantieri di riqualifica importanti. Infine facciamo luce sul futuro dell’aeroporto».

Con il gruppo rappresentato da Giovanna Masoni o quello di Stefano Artioli?

«A noi interessa solo che non diventi l’aeroporto personale di qualcuno e che ci siano le garanzie per uno sviluppo a lungo termine. Ma prima di tutto chiediamo chiarezza».

Cosa non è chiaro?

«Oggi ci si dice che va tutto bene, che l’aeroporto fa utili e che quindi si può fare tutto con calma.Ma siamo sicuri che va davvero tutto bene? Un bilancio dell’aeroporto non esiste, finisce tutto nei conti della Città. E poi una cosa è la gestione corrente, un’altra è garantire il futuro della struttura.Non si può andare avanti così a oltranza».

Alle prossime elezioni il PLR avrà l’occasione di riprendersi il sindacato. Il problema è con chi.

«Molte cose possono accadere da qui ad aprile 2024».

Valenzano Rossi e Badaracco? Sono due personalità forti ognuna con le sue competenze, peculiarità ed ambizioni ma in questo ultimo anno hanno saputo avvicinarsi e fare gioco di squadra

Karin Valenzano Rossi e Roberto Badaracco formano una squadra?

«Sono due personalità forti ognuna con le sue competenze, peculiarità ed ambizioni ma in questo ultimo anno hanno saputo avvicinarsi e fare gioco di squadra».

Ha provato a far tornare in pista Michele Bertini?

«Bertini è tornato nella direttiva luganese. Se e quando vorrà tornare attivo dipenderà molto da lui. Sono convinto che avrebbe ancora molto da dare alla politica ticinese».

E cosa ha detto a Guido Sassi quando è passato al Centro?

«Nulla, è un suo diritto. Mi ha infastidito il modo in cui lo ha fatto».

Il PLR fa parlare di sé più per le fuoriuscite che per i nuovi acquisti. Perché?

«Perché i nuovi acquisti non vanno quasi mai in rete al primo tiro. Guardi la lista dei candidati al Gran Consiglio, memorizzi i nomi e tra qualche mese sarò volentieri a sua disposizione per riparlarne».

Tra i nuovi arrivi a Lugano c’è Natalia Ferrara.Porterà nuova linfa o zizzania?

«Ad aprile può garantirci la conferma del terzo seggio in Gran Consiglio. Eventuali attriti potrebbero sorgere in seguito, per le Comunali, a dipendenza di ciò che Natalia Ferrara deciderà di fare.Ad ogni modo il suo arrivo è positivo per gli equilibri del partito poiché permette di meglio rappresentare l’ala radicale».

Giudici si è espresso sull’andamento generale della città riportando critiche in modo analogo verso tutti i partiti

Perché tanti pesi massimi, da Giorgio Giudici a Fulvio Pelli, remano contro il partito?

«Giudici si è espresso sull’andamento generale della città riportando critiche in modo analogo verso tutti i partiti. Pelli ha espresso democraticamente il suo dissenso ad uno specifico progetto e non al partito. La sua esperienza e il suo modo strutturato di affrontare la discussione politica sono estremamente arricchenti per i giovani attivi oggi a Lugano».

Secondo lei Foletti è un buon sindaco? Resterà a lungo?

«Foletti sta dando alla città tutto quello che può, malgrado non credo che il sindacato fosse una sua ambizione. Starà alla cittadinanza decidere se questo basterà per restare a lungo».

Lei ha mai comprato criptovalute?

«Ho acquistato fondi d’investimento che contengono criptovalute».

Quindi crede nel Plan B?

«Io sono favorevole a una città attrattiva e propositiva. Credo che ci saranno tante criptovalute che spariranno, ma le blockchain resteranno e verranno utilizzate dai nostri figli e nipoti in ambiti che ancora non immaginiamo».

Non vede rischi?

«L’unico rischio è quello reputazionale.Ma per ora vediamo solo effetti positivi, c’è movimento, c’è interesse per Lugano».

Chi potrà essere il prossimo sindaco di Lugano?

«Vedremo come andranno le elezioni cantonali e poi rifletteremo alle ambizioni comunali».

Lei non ha ambizioni politiche?

«Mi è stato chiesto se fossi interessato al Consiglio di Stato ma un impegno politico al 100% non sarebbe compatibile con la gestione dell’azienda. Diverso sarebbe un impegno a livello di Parlamento nazionale. Sarebbe un onore poter rappresentare il Ticino a Berna. Penso che in un momento di grandi cambiamenti una voce che vive quotidianamente la realtà del mondo del lavoro e dell’impresa potrebbe aiutare a completare una lista politica».

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