«Il profumo di legno sulla pelle ormai fa parte del mio vissuto»
Avolte il destino sta nel nome (o nel cognome) che porti. Nomen omen, si diceva a Roma tanti secoli fa. Una locuzione latina che calza a pennello per Denise, che di cognome fa Foresti. Non solo. Il legno dei boschi di abeti e delle foreste di castagno della val Lavizzara fanno parte del DNA della sua famiglia. Questa diciottenne che incontriamo a Prato Sornico rappresenta la terza generazione di falegnami nati in questa valle: falegname era il nonno Efrem, falegname papà Christian e falegname sarà Denise quando terminerà il suo apprendistato. Ora è al suo terzo anno.
Un passo indietro nel tempo
Sarà perché la loro attività si trova poco distante dal nucleo che trasuda di storia del paesino dell’alta Valle Maggia, ma entrando nella falegnameria Foresti ci sembra di fare un passo indietro nel tempo. Non si sentono rumori assordanti di gigantesche fresatrici o di seghe circolari industriali, bensì quello leggero di pialle manuali e di scalpelli. Anche l’interno della fabbrica è quasi tutto in legno, come i chalet di una volta. «La nostra è nata come falegnameria tradizionale, anche se pian piano pure noi stiamo introducendo nuovi macchinari che facilitano il nostro lavoro», racconta Denise. Ogni utensile è riposto in modo ordinato e la pulizia regna sovrana. Trovare un truciolo per terra è una missione impossibile «Ordine e pulizia, è la prima cosa che insegna ogni falegname che si rispetti», dice Denise, facendoci anche notare l’odore del legno che aleggia nello stabile. «Buono vero? Quando finisco di lavorare e vado a casa a fare la doccia lo sento ancora sulla pelle. È un profumo a volte anche intenso che adoro, ormai fa parte di me».
Una strada irta di difficoltà
Seguire le orme del padre e del nonno non è stato il primo desiderio di Denise. Terminata la scuola Media, la giovane sognava di diventare maestra d’asilo, non la falegname. Purtroppo la matematica non era il suo forte, perciò dovette accantonare l’idea di insegnare perché non aveva la media giusta per proseguire gli studi. Da quel momento iniziò una serie interminabile di stage professionali per capire cosa poteva fare da grande. In alcuni primeggiava, come quando stava per ottenere un posto da apprendista parrucchiera. Purtroppo però la sfortuna ci mise lo zampino, e invece di Denise la padrona prese un’altra ragazza per l’apprendistato.
La preoccupazione dei genitori
Più la giovane non trovava la sua strada, più a casa cresceva la preoccupazione. «Non è semplice vedere il proprio figlio che fatica a capire cosa fare da grande; noi adulti non possiamo entrare nella testa dei nostri ragazzi: vederli così smarriti ci spiazza, ci coglie impreparati perché la nostra storia è diversa, apparteniamo ad una generazione che non è la loro» spiega papà Christian. Anche per Denise la situazione era frustrante: l’ultima cosa che desiderava, era di restare a casa a guardare fuori dalla finestra. Una calda mattina d’estate sua mamma la prese a sé e le disse: «Vai a fare uno stage di un mese nella nostra falegnameria, vedi se questo lavoro fa per te». Denise disse subito di sì. In cuor suo, sapeva da sempre che quella poteva rappresentare l’occasione della sua vita.
La figlia del capo? Non è un problema
Oggi Denise Foresti è al suo terzo anno di apprendistato di falegname AFC. Agli swiss skills, i campionati regionali delle professioni svoltisi nei giorni scorsi a Gordola, è arrivata ottava ed è molto orgogliosa di aver terminato lo sgabello in legno che le avevano commissionato in gara. Denise dice di essere molto precisa e ordinata. Il suo sguardo è sereno e le nubi del passato sembrano essere alle spalle. Del suo lavoro le piace soprattutto il lato manuale, che può svolgere ancora oggi grazie alla tipologia tradizionale della falegnameria di suo padre.
Pur riconoscendo che essere la figlia del capo non è sempre un vantaggio, dice di non essere infastidita dal fatto di lavorare per suo papà. «Gli operai mi trattano come una di loro e io mi comporto come un’apprendista qualsiasi, mi reputo fortunata perché parlo molto con tutti». Il fatto di essere donna non è un problema per nessuno. «Anzi, quando andiamo dai clienti, molti mi fanno i complimenti».
Non lascerò mai l’Alta Valle Maggia!
La giovane non è ancora in grado di dire se questo sarà il lavoro della sua vita «Per ora me lo tengo ben stretto perché mi piace molto». Denise ha già in mente di recarsi per un periodo limitato in Svizzera tedesca dopo i diploma, sia per imparare la lingua, sia per lavorare in una falegnameria tecnologicamente più evoluta.
Mentre la giovane si racconta, il nostro sguardo viene catturato dalla bellezza della natura che ci circonda. La Val Lavizzara è stupenda e capiamo bene quando Denise di dice che lei non si immagina di vivere in città, in mezzo a palazzi e colonne di auto. «La sera se mi annoio faccio un giuro nel bosco, oppure costruisco capanne con gli amici. Qui abbiamo così tanta libertà. Dall’alta valle non andrò mai via». La natura sa essere anche spietata: la falegnameria Foresti si affaccia su ciò che rimane del centro sportivo devastato dal maltempo lo scorso giugno. Quando glielo facciamo notare lei risponde tranquilla «conosco i rischi di questa valle».