In arrivo una valanga di votazioni
Almeno 10 oggetti federali - tra iniziative e referendum - saranno sottoposti al giudizio popolare in quello che si annuncia come un 2024 politicamente bollente. Dall’AVS ai premi di cassa malati, dalla biodiversità all’estensione della rete autostradale, nel carniere c’è abbondanza di temi destinati a scatenare accesi dibattiti.
Tutta un’altra storia rispetto al 2023, quando i cittadini sono stati chiamati a esprimersi su soli tre temi federali - l’imposizione minima OCSE, la legge sul clima e la legge COVID-19 - capaci di raccogliere una partecipazione alle urne appena superiore al 42%. Ma l’anno scorso era un anno elettorale ed è quindi normale che l’attenzione si sia focalizzata sul rinnovo delle cariche.Ora che i parlamentari sono ognuno al loro posto, ecco che il popolo può tornare a discutere di temi.
I primi due sono esplosivi: la 13. AVS e l’aumento dell’età pensionabile a 66 anni. Due proposte che stanno scatenando fuoco e fiamme già in questi primi giorni di campagna.
Tanto è cambiato in undici anni
La tredicesima mensilità ai pensionati era già stata sottoposta in forma simile ai cittadini ticinesi, su iniziativa della Lega, nel settembre 2012. Allora l’oggetto cantonale fu bocciato dal 60,72% dei votanti ma ora che la proposta arriva dall’Unione sindacale svizzera (USS) le chance di approvazione potrebbero essere maggiori. Anche perché nel frattempo nel dibattito si è inserito il rincaro, che seppur non galoppante sta mettendo in difficoltà chi come i pensionati percepisce una rendita fissa.
Tra i favorevoli alla 13. AVS si annoverano la sinistra compatta, la Lega, qualche esponente del Centro e persino qualche UDC. La sezione ginevrina, ad esempio, raccomanda di approvare l’iniziativa «per aiutare i nostri anziani a lottare contro la precarietà». Il Consiglio federale avverte che questa misura costerebbe 5 miliardi di franchi all’anno e che farebbe quindi ulteriormente precipitare la già deficitaria situazione finanziaria dell’assicurazione vecchiaia. Ma, chissà, stavolta gli elettori potrebbero anche privilegiare i conti privati a quelli pubblici.
In quest’ottica sarebbe davvero sorprendente se il popolo dovesse accogliere l’altra iniziativa al voto il 3 marzo, sempre relativa all’AVS ma in senso inverso, visto che chiede di innalzare l’età pensionabile a 66 anni, sia per le donne, sia per gli uomini, per poi legarla alla speranza di vita. Una misura che servirebbe a garantire il futuro dell’AVS ma che in Parlamento ha trovato i favori solo del gruppo PLR e di qualche UDC. Molto difficilmente andrà meglio a livello popolare.
A giugno i costi della salute
Ancora più difficile sarebbe pronosticare l’esito delle altre iniziative in lista d’attesa, già solo per il fatto che il Consiglio federale non ne ha ancora ufficializzato la messa in votazione. È tuttavia molto probabile che il 9 giugno 2024 il popolo sarà chiamato ad esprimersi su almeno altre due iniziative popolari, entrambe sui premi di cassa malati. Quella dell’Alleanza del Centro «per un freno ai costi nel settore sanitario» e quella del Partito socialista «per premi meno onerosi», oltre ai relativi controprogetti elaborati dal Consiglio federale.
Si tratta di due iniziative che affrontano un tema di scottante attualità - l’esplosione dei costi sanitari - e che sapranno senza dubbio mobilitare l’elettorato.
Altre scintille in settembre
Pronta in rampa di lancio - ma verosimilmente rimandata all’appuntamento del 22 settembre 2024 - è anche l’iniziativa per la biodiversità. Lanciata dagli ecologisti e osteggiata dagli agricoltori, la proposta rischia di riproporre il lacerante scontro tra città e campagna già osservato nel 2021 durante la campagna per le due iniziative popolari contro i pesticidi, infine bocciate dalla maggioranza di popolo e Cantoni.
L’appuntamento di settembre potrebbe essere particolarmente elettrizzante se il Consiglio federale dovesse decidere di mettere in votazione anche il referendum contro la riforma del secondo pilastro e soprattutto il referendum contro gli ampliamenti della rete autostradale decisi dal Consiglio federale e dal Parlamento. Quest’ultimo, lanciato dall’Associazione traffico e ambiente (ATA) con il sostegno di PS e Verdi, ha raccolto una miriade di firme con grande facilità. L’oggetto sembra destinato a provocare una mobilitazione anche alle urne, specie se il 22 settembre dovesse giungere al termine di un’estate particolarmente torrida e trafficata.
Decine di testi ancora in fila
Pronta al voto è anche l’iniziativa «per la libertà e l’integrità fisica», l’ennesimo tentativo degli ambienti scettici sulle vaccinazioni di limitare il margine di azione delle autorità nella lotta alle pandemie. Visto l’esito dei precedenti tentativi, nulla lascia pensare che questa iniziativa debba avere più fortuna.
Già formalmente riuscite, ma in attesa di un messaggio del Consiglio federale, sono altre sette iniziative. Ultima in ordine di tempo a essersi aggiunta al gruppo è l’iniziativa che chiede di limitare i fuochi di artificio. Ma la più polarizzante è senza dubbio l’iniziativa «200 franchi bastano», che vuole ridurre il canone destinato alla SSR. Dichiarata riuscita nell’agosto scorso, verrà verosimilmente messa in votazione solo nel 2026.
Ma intanto la carne al fuoco non manca. Senza contare che ci sono altre 22 iniziative popolari allo stadio della raccolta firme e 2 in fase di conteggio. E poi ci sono le iniziative popolari a livello cantonale, da quella che vuole abolire la tassa di collegamento a quella che chiede «100 giorni per la musica». Tanti oggetti che bussano alla porta di cittadini votanti che nei prossimi tempi non rischiano affatto di annoiarsi.