In volo con la bottiglia, finalmente

Chissà se qualcuno ha mai provato a contare gli ettolitri di liquidi che sono andati svuotati negli aeroporti da quando, nel 2006, fu introdotto il divieto di attraversare i controlli di sicurezza con bottiglie di oltre 100 millilitri. Uno spreco incredibile, giustificato dal solo fatto che il 10 agosto di quell’anno all’aeroporto londinese di Heathrow erano stati fermati alcuni individui sospettati di aver voluto far saltare in aria sette aeroplani con delle bombe liquide nascoste in bottiglie di succo di frutta.
Da allora i liquidi sono stati banditi dai voli di linea, con l’eccezione di quelli acquistati a caro prezzo nei negozi situati dopo i controlli di sicurezza oppure direttamente sull’aereo.
Ma oggi quest’epoca volge al termine. Dopo diciassette anni di liquidi svuotati o ingurgitati in fretta e furia, finalmente sta tornando la possibilità di imbarcarsi con la propria bottiglia d’acqua, o di vino, o di olio di oliva.
Distinguere la bibita dall’esplosivo
Merito di un sistema di controllo dei bagagli a mano dotato di uno scanner che fornisce immagini ad alta risoluzione in 3D anziché in due sole dimensioni. L’individuazione di materiali non consentiti è facilitata dalla diversa colorazione che il software applica agli oggetti a seconda della loro composizione. Gli addetti alla sicurezza possono così distinguere i liquidi in base alla loro densità e capire se si tratta di normali bibite o di esplosivo.
Il primo aeroporto a dotarsi di questo nuovo sistema è stato quello di Shannon, in Irlanda, che già l’anno scorso è riuscito ad abolire il limite dei 100 millilitri. Gli hanno fatto seguito in primavera gli aeroporti inglesi di Teesside e, pochi giorni dopo, di London City. Di recente è stato l’aeroporto della capitale finlandese Helsinki a consentire di portare fino a 2 litri nel bagaglio a mano. E anche gli scali milanesi di Linate e di Malpensa, limitatamente al terminal 1, hanno annunciato di aver abbandonato il limite dei 100 millilitri.
A Zurigo prevista una fase test
Più lenta invece è la reazione svizzera. A Ginevra - secondo quanto riportato dal Tages Anzeiger - è già in corso una fase sperimentale ma l’adozione integrale del nuovo sistema è prevista solo per il 2032, in concomitanza con l’ampliamento dell’aeroporto, visto che al momento manca spazio per le nuove macchine. A Basilea non sono state fissate delle scadenze, visto che si è appena iniziato a studiare la questione. Mentre a Zurigo si prevede di testare i nuovi sistemi di controllo nel secondo trimestre del 2024. In teoria lo si sarebbe potuto fare prima ma - stando ancora al Tages Anzeiger - la pandemia e le conseguenti difficoltà finanziarie hanno bloccato tutti i progetti «non urgenti».
Nuovo apparecchio ad Agno
Resta in vigore il limite massimo di 100 ml anche all’aeroporto di Lugano-Agno, almeno per quei pochi voli che ancora richiedono i tradizionali controlli di sicurezza. «Al momento ci sono solo i voli charter per l’Isola d’Elba, due volte a settimana - spiega Davide Pedrioli, direttore di Lugano Airport -. Sono numeri che non giustificano l’acquisto di un nuovo sistema di controllo dei bagagli a mano».
Tuttavia, anche ad Agno si tenta di restare al passo coi tempi. «A giorni arriverà un nuovo apparecchio per il controllo dei bagagli da stiva, dal costo di circa 170.000 franchi - spiega Pedrioli -. Si tratta di un acquisto necessario, visto che il vecchio apparecchio non era più certificabile e che l’autorità aeroportuale intende comunque mantenere i servizi di base in vista di possibili sviluppi».
In futuro, chissà, forse sarà possibile portare ad Agno anche il nuovo sistema di controllo dei bagagli a mano tramite scanner. Il costo è di circa 300.000 franchi ad apparecchio, spiega Gianni Scapellato, già direttore di aeroporto a Malpensa e già docente al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI.
«Finiti i problemi con il curapipe»
«Queste nuove apparecchiature permettono di estrapolare visivamente il contenuto dei bagagli - osserva Scapellato -. L’operatore può scegliere un oggetto e ruotarlo a 360 gradi su tre assi, accertandosi così della sua natura senza la necessità di procedere a ulteriori ispezioni manuali.Il risultato è una procedura di controllo molto più veloce, come anche più serena per il passeggero, che solitamente non gradisce gli si mettano le mani nei bagagli. Io per esempio fumo la pipa e ho sempre avuto problemi per il curapipe. Ora l’operatore capisce che non è un oggetto pericoloso senza nemmeno dover aprire la valigia».
Il vantaggio di questa nuova tecnologia è che anche i dispositivi elettronici possono essere controllati dall’operatore direttamente nella borsa o nella valigia. Non c’è dunque più la necessità di estrarli per porli singolarmente nei vassoi.
Un dovere sancito da una convenzione
«Questo snellimento della procedura di controllo si chiama facilitation - afferma Scapellato -. Il mondo dell’aviazione civile è molto concentrato sull’aspetto della sicurezza, giustamente, ma anche la velocità è fondamentale. L’articolo 22 della convenzione di Chicago sull’aviazione civile internazionale dice espressamente che gli Stati devono adottare tutti i provvedimenti possibili per facilitare e rendere più spedita la navigazione degli aerei».
Con questa innovazione tecnologica, i tempi di attesa ai controlli di sicurezza si sono notevolmente ridotti. Anche se poi molto dipende ancora dal fattore umano. Lo scanner non sostituisce l’operatore, gli facilita soltanto il compito.
«Mi ricordo che a volte, quando ero a Malpensa, si faceva apposta a mettere un coltello o una pistola scarica nel bagaglio di un passeggero, per vedere se l’operatore se ne accorgeva - racconta Scapellato -. Ognuno di loro è costretto a scrutare anche fino a 300 bagagli all’ora. È facile che alla fine la vista e l’attenzione possano anche perdere qualche colpo. Ma è proprio quello che la tecnologia deve contribuire a impedire».