Scienza

«Inquietanti» presenze domestiche

Vivono a miliardi nell'aria, nell'acqua e sugli oggetti che usiamo – L'esperta Federica Mauri ci guida alla scoperta degli acari
© CdT / Chiara Zocchetti
Marco Ortelli
16.03.2025 12:00

Non sono fantasmi, ma possono diventare l’incubo delle economie domestiche. Sono i microrganismi che abitano le nostre case: batteri, funghi e muffe, acari della polvere, protozoi, virus... Ci siamo intrattenuti con Federica Mauri, ricercatrice e responsabile Igiene e ambiente dell’Istituto di microbiologia della SUPSI con sede a Mendrisio, che nella vita quotidiana osserva e studia non solo le presenze visibili e invisibili negli ambienti esterni e interni del Cantone, ma anche la loro costituzione genetica, grazie a uno «sguardo microscopico» nell’ordine del nanometro, ossia un miliardesimo di metro.

Un brulicare di vita

Riprendendo il libro di David Bodanis, La tua casa segreta (Mondadori, 2001), ci immedesimiamo con il personaggio che, al risveglio, si alza dal letto e si dirige verso il bagno. «A ogni passo il pavimento prende a oscillare e la polvere domestica a sollevarsi dai mobili, impercettibilmente scossi. Sotto i piedi, qualcos’altro si muove… Si tratta di acari, migliaia e migliaia, maschi, femmine, neonati…». Microscopici aracnidi avidi di cellule morte della pelle e che dimorano nei materassi, nei tappeti, nei divani. Si stima che ve ne siano almeno 42.000 per ogni 30 grammi circa di polvere contenuta nei materassi. In un normale letto matrimoniale ne vivono in media circa 2 milioni... Davanti a questi numeri, la battaglia per eliminarli appare una battaglia persa. Per almeno cercare di «contenerne» la presenza rimandiamo allora a uno dei tanti manuali di pulizia domestica presenti nelle - non impolverate - librerie.

Federica Mauri, cosa ci può dire, in quanto microbiologa, delle «micro vite» che vivono nelle nostre case? «Non abitano solo le nostre case, ma anche noi perché, come sappiamo, noi stessi siamo fatti anche di microrganismi. Ne consegue, come spesso tengo a dire, che non ci sono per farci necessariamente del male, ma che sono organismi positivi. Basti pensare al microbiota intestinale (soprattutto batteri, ma non mancano virus, funghi e protozoi, si stima che il numero di specie diverse in ogni essere umano per tutto il corso della vita sia compreso tra 500 e 1.000 ndr). O alle muffe del formaggio, che danno il gusto. Se poi parliamo di microrganismi presenti nelle nostre case il quadro generale è molto sicuro».

E che dire degli «spaventosi» acari? Se la microbiologa ben li conosce in quanto abitatori delle nostre case, precisa: «Certo, è risaputo che sono molto fastidiosi, il mio campo di studio si focalizza tuttavia soprattutto sui batteri».

La casa ambiente

Allarghiamo il campo passando alla cosa di cui Federica Mauri si occupa quotidianamente, l’ambiente nel Cantone. «Ci occupiamo di igiene e ambiente e abbiamo molteplici campi d’applicazione, dalla ricerca ai servizi al territorio. Alcune delle nostre attività prevedono l’identificazione e lo studio di batteri, funghi e virus presenti nelle case e in edifici pubblici ad alta frequentazione per determinare il loro impatto sulla qualità dell’aria».

E cosa risulta a livello di qualità? «I risultati ottenuti finora rilevano una buona qualità dell’aria, abbiamo una contaminazione bassa, appunto dovuta ai microrganismi - batteri, funghi - normalmente presenti nell’ambiente, sia interno, sia esterno. In merito ai virus, i campioni raccolti finora sono attualmente in fase di analisi».

«Nanosguardi» col microscopio

Traendo spunto dalla immagine sottostante che ritrae la microbiologa accanto a un microscopio. «Guardiamo funghi e batteri, di entrambi i facciamo anche coltivazioni, la formazione delle colonie - un consorzio di batteri che si riuniscono - è peraltro visibile a occhio nudo. Per i virus è tutta un’altra faccenda». Il microscopio utilizzato da Federica Mauri guarda l’ulteriormente piccolo fino a giungere alla rivelazione del contenuto genetico dei microrganismi per una analisi più mirata.

Quale il pensiero della ricercatrice osservando e studiando queste presenze più o meno visibili? «Meraviglia e interesse. È molto interessante vedere la loro capacità di adattamento in condizioni sfavorevoli, stupisce sapere ad esempio che ci sono batteri in grado di vivere nello spazio. Studiare i microrganismi consente poi di comprendere vieppiù l’impatto che possono avere su di noi e sulla nostra salute».

Federica Mauri, specializzata in microbiologia applicata, è responsabile del settore «Igiene e Ambiente» della SUPSI e leader dei gruppi di ricerca «Metodi molecolari e bioinformatica» e «Ambiente Naturale».

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