La camionista con una marcia in più
Non può ancora affrontare le strade asfaltate. Le mancano pochi mesi prima di mettersi in tasca la patente per gli autocarri da cantiere. Quel giorno rappresenterà il coronamento di un sogno. Eithlyn Stucki nutre una fervente passione per i mezzi pesanti. Sin da piccola, quando accompagnava al lavoro suo padre camionista.
Dopo aver salutato mamma Yula, ogni mercoledì pomeriggio sgattaiolava sulla cabina di papà Eros e lo osservava guidare nell’intreccio di strade che si snodavano davanti a loro. In autostrada facevano a gara a chi riconosceva per primo la marca dei camion che incrociavano lungo le corsie. «Vinceva sempre lui, ma qualche volta li azzeccavo pure io», ricorda la giovane con il suo bel sorriso schietto.
Per lei, non è mai stata una questione di motori ma «di dimensioni, perché da lassù il mondo è piccolo e tu ti senti potente». Eithlyn è nata diciannove anni fa a Curtina, in val Colla.
Dopo aver conseguito il diploma di contadina in Svizzera interna, due anni fa si è iscritta all’apprendistato di autista di mezzi pesanti ed ha trovato lavoro presso la Campana trasporti a Piandera paese, la stessa azienda di papà Eros. È lui che si occupa della sua formazione.
Le camioniste hanno una marcia in più
Eithlyn Stucki non è l’unica donna camionista in Ticino. Ce ne sono altre: poche, ma ce ne sono. Diverso il discorso della Svizzera interna, dove questa figura professionale è più diffusa tra le donne.
Anni fa la storia di Janina Martig fece scorrere fiumi di inchiostro. Scoperta a 17 anni da un talent scout, la giovane basilese, che oggi ha 41 anni, finì sulla copertina del leggendario «Sports Illustrated Swimsuit».
Tuttavia, malgrado la folgorante carriera nella moda, Janina smise i panni della modella per indossare quelli della camionista, una professione che sognava fin da piccola.
Da quando nel 2013 fondò la sua azienda di logistica specializzata in trasporti, l’imprenditrice basilese ha continuato a puntare sulle camioniste. «Sono fermamente convinta che le donne siano le più brave al volante», dichiarò una volta ad un sito specializzato nel settore dei motori.
Una tesi, quella di Janina, che Thomas Campana, il datore di lavoro di Eithlyn, sposa appieno. «Le donne al volante sono attente, prudenti, concentrate. Secondo me hanno una marcia in più rispetto a noi uomini. Me ne accorgo quando incrocio le autiste degli autopostali alle prese con le curve della val Colla». Forse Thomas Campana, che dà lavoro a sei persone, non assumerebbe soltanto donne «ma due o tre sì, senza problemi».
Bisogna avere la testa sulle spalle
Oggi i camion sono un connubio perfetto di potenza e confort, raggiungendo livelli di comodità paragonabili alle auto. «La fatica - spiega Thomas - non la senti più, mentre una volta gli autocarri erano rigidi e rumorosi». Tuttavia guidare un mezzo pesante non è facile: occorre abilità, esperienza e un’attenzione costante. Le dimensioni sono notevoli e il rischio di incappare in un incidente è sempre dietro l’angolo. Inoltre Il traffico è intenso e spesso sulle strade non c’è una grande disciplina perciò «bisogna avere la testa sulle spalle».
Dote che Eithlyn sembra già vantare. «Ha occhio la ragazza - commenta il titolare della Campana Trasporti - è precisa e prudente; quando fa scuola guida con suo padre è concentrata; del resto quando si è presentata chiedendomi lavoro non ho avuto dubbio alcuno: l’ho assunta senza un attimo di esitazione. Sapevo che la scelta sarebbe stata quella giusta».
Siamo un’unica famiglia
La passione per i camion sconfina anche nel tempo libero della diciannovenne. Durante i fine settimana Eithlyn frequenta i raduni di autocarri. In Svizzera ma pure all’estero. «Ad esempio la scorsa settimana mio padre ed io siamo andati al Truck Team in the Valley 2.0 a Novate Mezzola, sul Lago di Como. Una gran bella festa, dove abbiamo visto diversi camion personalizzati; alcuni sembravano opere d’arte!». La giovane non si è mai lasciata sfuggire neppure gli appuntamenti di Ambrì e di Interlaken, dove una volta Eithlyn ha incrociato pure Janina. «Una tipa in gamba, perché fa molto per promuovere il nostro mestiere anche tra le donne e questo mi piace». Più in generale, Eithlyn trova che in queste occasioni «l’ambiente è sempre molto bello, perché quando ci ritroviamo tutti insieme parliamo, ridiamo, ci sentiamo parte di un’unica grande famiglia».
«Il mio futuro ruota attorno alla Val Colla»
Eythlyn non ambisce ai lunghi viaggi e neppure allo stress al quale sono sottoposti i camionisti che trasportano merci nel mondo. Per loro, ogni viaggio è una corsa contro il tempo: una colonna sulla strada o un’avaria imprevista potrebbero compromettere la loro corsa. Invece Eythlin preferisce il mondo dei cantieri «forse perché lo conosco fin da quando ero piccola. Inoltre sono molto legata alla mia famiglia e mi peserebbe tantissimo stare lontana da casa: i miei genitori hanno un’azienda agricola e non potrei spostarmi molto, sono convinta che il mio futuro ruoti attorno alla Val Colla».
Non date retta ai pregiudizi
Purtroppo la professione di autista di mezzi pesanti non è molto gettonata, neppure tra gli uomini. Senza l’apporto delle nuove generazioni, presto il Ticino potrebbe svegliarsi senza più autotrasportatori. «Eppure è così un bel mestiere! Alle giovani che intendono percorrere la mia strada dico di non dar retta ai pregiudizi; mandate al diavolo chi si diverte ancora a sfornare battutine tipo «donne al volante pericolo costante»: proseguite dritte verso la vostra meta, vedrete che la nostra è una professione bellissima».