Ticino

La carica dei veterinari

I professionisti aumentano più degli animali, il presidente dell’Ordine: «Troppa offerta»
Andrea Togni, presidente Ordine veterinari del Canton Ticino. © CdT/ Chiara Zocchetti
Prisca Dindo
09.03.2025 16:53

L’intervento più particolare che abbiamo eseguito? Questo», dice Andrea Togni mostrando una foto scattata con il suo telefonino. Nell’immagine che il titolare della clinica veterinaria di Massagno Albanova mostra, appare un maestoso esemplare di leopardo delle nevi steso su un lettino. L’animale è sprofondato nel sonno indotto della sedazione mentre l’equipe del veterinario ticinese effettua una TAC. «Ogni tanto ci capita di collaborare anche con lo zoo di Magliaso», chiarisce Togni. Ai nostri occhi profani, l’avveniristico macchinario che circonda il corpo del felino in una delle stanze della clinica sembra non aver nulla da invidiare ai modelli che vediamo negli ospedali. «In effetti questa TAC per gli animali è esattamente uguale a quella utilizzata per le persone, noi siamo stati i primi ad acquistarla sette anni fa, ora in Ticino ce ne sono quattro», spiega ancora il veterinario.

Diagnostica evoluta

Non si tratta dell’unica analogia con il mondo sanitario di noi umani. Ormai, in una società dove gli animali da compagnia occupano un posto sempre più importante nel cuore dei loro padroncini, anche il mestiere del veterinario ha subito un’accelerata.

Dal servizio urgenze alla chirurgia (anche in laparoscopia), dalle visite specialistiche alle indagini strumentali, dalle analisi di laboratorio alla diagnostica per immagini. Le cliniche come quelle di Andrea Togni, il quale è pure presidente dell’Ordine ticinese dei veterinari, sono pronte per qualsiasi evenienza. In sede ci sono due specialisti veterinari in anestesiologia e chirurgia oltre a cinque veterinari diplomati. Come specialisti esterni, un’oftalmologa, un cardiologo, un oncologo, un neurologo e una radiologa. «Negli ultimi anni la diagnostica si è evoluta molto, una volta in caso di necessità si poteva eseguire soltanto una radiografia, poi è arrivata l’ecografia ed ora si utilizzano TAC e risonanze magnetiche, a dipendenza delle necessità. Ricordiamo però che eseguire la giusta diagnostica non significa ancora guarire l’animale, ci vogliono gli specialisti in grado di leggere i dati».

Sempre più veterinari

Secondo l’Ufficio federale di statistica, il trenta per cento delle case svizzere possiede un animale domestico. 1.38 milioni di gatti e 500’000 cani rappresentano da soli la maggioranza degli animali da compagnia nel nostro paese. Ma altre specie, come gli uccelli, i pesci e i roditori, guadagnano terreno nelle simpatie di proprietari effettivi e potenziali. Quando la domanda è alta, cresce anche l’offerta. «Il numero dei veterinari che operano in Ticino negli ultimi anni è passato da centocinquanta a duecentocinquanta circa. Un balzo molto più grande rispetto al seppur ragguardevole numero di animali domestici presenti nelle case dei ticinesi».

Le zone d’ombra

Una presenza di professionisti importante «malgrado una legge federale risalente a diversi anni fa che di fatto impedisce a qualsiasi specialista non di lingua madre italiana di operare in Ticino; tanto per intenderci: un cardiologo di Altdorf che non parla l’italiano non può prendere l’auto ed attraversare il Gottardo per operare in uno studio di Airolo. Glielo vieta la legge». Andrea Togni spiega poi che ci sono altre zone d’ombra nel settore, regolato dal Dipartimento della sanità. «Ad esempio ognuno può definirsi clinica quando clinica non è. Non c’è un regolamento che limita l’utilizzo di questo nome a chi non ha una struttura di tipo ospedaliero. Ciò non è molto corretto nei confronti dei proprietari di animali; inoltre notiamo pochi controlli cantonali sul fronte delle specializzazioni vantate dai numerosi veterinari operanti in Ticino, il nostro dubbio è che a volte potrebbero essere specializzazioni farlocche, a discapito di chi si rivolge a loro pensando di avere a che fare con un vero specialista».

Il prezioso rapporto con i proprietari

Tenere in casa cani e gatti non è certo una novità, così come non lo è coccolarli. Gli archeologi hanno scoperto resti di esseri umani risalenti a più di diecimila anni fa sepolti insieme ad animali domestici.

Tuttavia, è innegabile che oggi Fido e Minou siano trattati con i guanti di velluto rispetto al passato. Mai come ora si è disposti a far qualsiasi cosa pur di garantire una vita lunga e in salute agli amici a quattro zampe. Anche se si tratta di conigli, tartarughe o iguana. «Non c’è nulla da fare: quando i figli escono di casa, gli animali riempiono il vuoto causato dalla loro assenza, lo dicono spesso i nostri stessi clienti». In genere i figli sopravvivono ai genitori, i pet no, perciò si fa di tutto per tenerli in vita il più a lungo possibile.

Situazioni delicate

Dal profilo psicologico, la clientela di un veterinario è molto variegata. Ci sono persone ansiose che proiettano le emozioni sui loro animali, altre che ostentano più distacco. «Tra noi e i proprietari si instaura nel tempo un bel rapporto, che viene a mancare quando l’animale non c’è più e ciò fa sempre un certo effetto in noi e nel nostro personale». Delicate sono le situazioni legate ai decessi improvvisi dei proprietari di animali «succede che il gatto o il cane dei figli morti all’improvviso passino alla mamma o al papà della padroncina o del padroncino che non c’è più e ciò implica una personalizzazione dell’animale difficile da gestire».

Non basta l’amore per gli animali

Oltre alle visite, controlli, vaccinazioni, diagnostica di routine, in genere la clinica Albanova è molto occupata dalla chirurgia d’urgenza, come ad esempio le fratture degli arti causate da incidenti. «I gatti in questo campo sono più a rischio, dato che, a differenza dei cani, si aggirano per le strade liberi». Quando le cose vanno storte, l’importante è decidere insieme al proprietario come procedere perché «la trasparenza è fondamentale nella nostra attività. Oggi non basta solo conoscere il mestiere e amare gli animali. Bisogna essere in grado di gestire anche l’emotività dei clienti, perché non tutti reagiscono nella stessa maniera».

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