La ditta Bignasca sfiorata da una inchiesta

Deputato, imprenditore edile, creatore del sindacato TiSin (poi dismesso) e da ultimo candidato al Consiglio di Stato. A 36 anni Boris Bignasca ha già un discreto curriculum a cui aspira ad aggiungere un seggio in governo con le prossime elezioni. Ma gli ostacoli non sono pochi. Se non bastassero le sfide elettorali, nelle ultime settimane a impensierire Bignasca junior potrebbe essere, chissà, un altro curriculum: quello di un ex dipendente della sua azienda.
Nuova ditta
La Beta Costruzioni Sagl è nata in primavera sulle ceneri della storica ditta della famiglia Bignasca, la Bilsa Sa del fu Giuliano (in liquidazione dal 2022). Conta una decina di dipendenti, riassunti in buona parte dall’azienda precedente: un trapasso che non ha mancato di attirare le attenzioni della stampa, nei mesi scorsi. Anzitutto per le implicazioni finanziarie: la Bilsa ha annunciato la chiusura nel 2021 a causa di debiti a cinque zeri. Buona parte dei dipendenti, nonostante questo, sono stati «traghettati» nella nuova società facendo storcere il naso al sindacato Ocst.
Stessi operai. Stessi cantieri. Stessi guai, o quasi. Buona parte dei dipendenti della nuova azienda sarebbero frontalieri, come nella vecchia - una «contraddizione» rinfacciata già nel 2013 al management leghista a più riprese dagli avversari politici - ma di per sé la cosa non è affatto anomala, in un settore ad alta presenza di manodopera straniera. Uno di questi dipendenti, reclutato tramite agenzia interinale, è all’origine di una sanzione della Commissione paritetica dell’edilizia che risale agli inizi di dicembre.
Tutto è nato appunto dal curriculum del collaboratore. Cinquant’anni, originario della Bergamasca, muratore esperto. Anzi no. L’operaio risulta avere lavorato per Bignasca sotto diversi «cappelli» negli anni - prima come interinale alla Bilsa nel 2020, poi alla Beta nel 2022, infine assunto direttamente dalla Beta e licenziato a settembre - ma sempre con la stessa categoria salariale: la minima.
Nuovi problemi
In effetti scorrendo il Cv presentato dall’agenzia interinale alla paritetica si legge solo la dicitura «manovale semplice». Ma un altro curriculum presentato dallo stesso lavoratore a un’altra agenzia interinale e alla Paritetica riporta tutt’altre qualifiche: carpentiere, muratore, manovratore di macchine per il movimento terra. La differenza è di 7 franchi all’ora, oltre mille in meno al mese. Per il resto i due documenti sono identici.
«Ho cambiato il Cv»
«Dall’azienda mi hanno chiesto di cambiare il curriculum e io l’ho cambiato» ha raccontato l’operaio agli ispettori durante le verifiche. A La Domenica ripete la stessa versione: «Ho fatto quello che mi è stato chiesto e non ho certo segnalato io la cosa alle autorità» aggiunge. «Non voglio problemi, ho bisogno di lavorare».
A raccontare più nel dettaglio la vicenda è l’agenzia interinale che ha fatto scattare gli accertamenti. «La richiesta è arrivata dall’impresa edile», spiega uno dei collocatori che hanno gestito la pratica. «Volevano un profilo, e glielo abbiamo portato. Andava benissimo, ma ci hanno chiesto di assumerlo con un curriculum diverso per pagare di meno. Ci siamo rifiutati». Passa qualche giorno, e lo stesso operaio viene assunto tramite un’altra agenzia interinale. «Quando siamo venuti a saperlo, abbiamo segnalato la cosa a chi di dovere», conclude il collocatore.
La multa
La Commissione paritetica (Cpc) non entra nei dettagli. Per ora si è limitata a ordinare all’agenzia interinale un’integrazione salariale a favore del muratore, e a multarla per una somma equivalente. «Capita che vengano emesse delle multe per retribuzioni sotto-dimensionate da parte dei datori di lavoro», spiega un incaricato della Cpc che ha seguito il caso. «Una situazione come questa però, almeno personalmente, non l’avevo mai vista».
In tutto ciò - va detto con chiarezza - l’azienda di Bignasca non è stata toccata direttamente dalla sanzione: quando sono scattati i controlli, come detto, il muratore non era ancora stato assunto dalla Beta Costruzioni ma lavorava formalmente in prestito per conto dell’agenzia interinale. Quest’ultima potrebbe rivalersi della multa e chiedere un risarcimento: dopotutto, la retribuzione al ribasso a chi conveniva?
La Beta Costruzioni, contattata, si limita a sottolineare di non essere oggetto di multe o procedimenti da parte della Cpc. Anche Boris Bignasca ha preferito non commentare.