Il personaggio

La Guida Michelin non ha piu soldi

A tu per tu con Edoardo Raspelli, giornalista, scrittore e gastronomo
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
28.08.2022 07:00

Non le ha mai mandate a dire, anzi. Tanto che la sua schiettezza è diventata quasi proverbiale (e gli ha dato qualche grattacapo). Soprattutto nei confronti della Guida Michelin, che lui stesso chiama Sguida Nichelin (con la pronuncia in italiano invece che in francese e con la enne al posto della emme per rimandare alla moneta «più insignificante della Storia» ). Edoardo Raspelli, giornalista, scrittore e gastronomo, sa di cosa parla quando si parla, appunto, di guide, ristoranti, alberghi e critiche gastronomiche. Anche perché, tra le altre cose, è stato responsabile di Gambero Rosso, ha fondato la Guida d’Italia dell’Espresso, ha condotto oltre 600 puntate del programma enogastronomico Melaverde e ancora oggi scrive e recensisce per ilgusto.it (portale frutto di una collaborazione tra La Stampa, Repubblica e altri quotidiani regionali) tutto quello che incontra, mangia e beve su e giù per l’Italia. «Ho la responsabilità, la capacità e qualcuno dice anche la bravura di prendere in fallo la Guida Michelin», chiarisce, sfogliando la pubblicazione che ogni anno assegna stelle e riconoscimenti a chef e ristoranti in Italia e anche in Ticino.

«Ecco, prendiamo questa - dice con la Rossa in mano - la recensione della Trattoria della Pergola a Trevenzuolo in provincia di Verona è pressoché la stessa da 19 anni. Ma non è l’unico caso». Le dita scorrono, cambiano regione. «Anche questo testo del ristorante Romolo a Mare a Bordighera in provincia di Imperia è sempre uguale».

Due esempi, secondo Raspelli, non gli unici che dovrebbero far riflettere un po’ tutti. Anche perché non c’è una Guida forse più blasonata, rispettata e a volte anche temuta di quella francese. Tanto da spingere molti chef a fare carte false pur di rincorrere l’agognata stella. «Poteri economici e scelte editoriali hanno fatto sì che i 3.600 alberghi recensiti l’anno scorso prima sono diventati 600 e poi sono completamente spariti. Inoltre, le pagine sono sempre meno ma il prezzo è sempre lo stesso. La verità è che Michelin non ha più soldi e che nessuno dice che ha solo 10 ispettori che non girano neppure tutta l’Italia».

La verità è che le Guide, con qualche eccezione, sono diventate purtroppo solo dei racconti per i vertici, per chi si può permettere di andare quasi tutti i giorni da Bottura o da Cracco

Un pesce di ironia

Anche chi critica viene criticato, insomma. Anche perché il diritto di critica dovrebbe essere sempre garantito, non solo in gastronomia. Tanto più che, a volte, il tutto viene condito con un’abbondante dose di ironia. Come dimostra il pesce d’aprile ordito dallo stesso Raspelli proprio nei confronti della citata Guida. «Raspelli è il nuovo direttore della Rossa», hanno titolato quasi tutti i quotidiani lo scorso 1° aprile. Peccato che la notizia era stata diffusa goliardicamente dallo stesso giornalista.

Messa da parte l’ironia, Raspelli si fa improvvisamente serio. «La verità è che le Guide, con qualche eccezione, sono diventate purtroppo solo dei racconti per i vertici, per chi si può permettere di andare quasi tutti i giorni da Bottura o da Cracco. Io cerco invece di rivolgermi a un pubblico normale sopratuttto oggi in cui i soldi sono meno e stiamo vivendo un periodo difficile per l’economia e i consumatori». Non che il critico non ci abbia tentato, anzi. «Un giorno ho provato a prenotare da Massimo Bottura (titolare dell’Osteria Francescana, ristorante con tre stelle Michelin nel centro storico di Modena), anche perchè è stato una mia scoperta. Ma ho dovuto farlo online, al computer, con tutto quel che ne consegue a livello di privacy, finendo inoltre in una lista di attesa lunga mesi. Ora mi chiedo. Se il sistema è questo come fanno le Guide a recensire il suo ristorante?».

Crostacei e ascensore

Non è andata meglio da Antonino Cannavacciuolo a Novara. «Ho mangiato bene, nulla da dire - riprende il critico - ma alcune cose mi hanno lasciato perplesso. La prima. Noto che sul menu ci sono vari piatti con crostacei, come ad esempio, ma è un esempio davvero, crespelle con gamberi rossi. Quindi chiedo se posso mangiare questi crostacei crudi. La risposta è stata: NO! Una risposta molto sgarbata. La seconda: il ristorante è al secondo piano di un edificio veramente bellissimo che però non ha l’ascensore. Mi domando: come fanno le persone con disabilità ad arrivarci? E sopratuttto perché nelle Guide non è menzionato questo fatto? Cannavacciuolo è sicuramente un eroe ad aver aperto un ristorante in un palazzo al secondo piano senza ascensore, ma se i critici non lo riportano mi chiedo dove cavolo hanno mangiato».

Raspelli è convinto. Non si tratta di dettagli o da informazioni non importanti. «Secondo me le persone che vanno al ristorante vogliono sapere anche che ambiente troveranno, com’è il posto, se ci sono posteggi, qual è l’accessibilità, ecc.».

È come se io mi mettessi a fare il critico d’arte come Vittorio Sgarbi pur avendo studiato storia dell’arte solo al liceo

Critica solo chi è competente

Recensire senza per forza rivolgersi solo a chi da Cracco o Bottura ci va una volta alla settimana, ma andare per ristoranti su e giù per l’Italia, magari alla scoperta di chicche e curiosità del territorio - come Raspelli ad esempio fa con il programma Melaverde o con la sua ultima trasmissione L’Italia che mi piace... in viaggio con Raspelli, visibile sul canale Europa - non significa scendere di livello o fare critiche meno interessanti. Tutt’altro. Significa rivolgersi a un pubblico normale. Mantenendo sempre lo stesso rigore e la medesima competenza. Due qualità non da tutti, però. Men che meno dei blogger o delle «recensioni fasulle di Tripadvisor». Il giudizio è chiaro. «È come se io mi mettessi a fare il critico d’arte come Vittorio Sgarbi pur avendo studiato storia dell’arte solo al liceo».

Chef in televisione

Raspelli non si scandalizza invece degli chef prestati alla televisione. «Non è un mezzo che guardo molto. Però ecco rimprovero ad Alessandro Borghese i suoi capelli perché sembra che se li lava ogni due mesi. Non riesco a non cambiare canale». Per il resto il giudizio, culinario ovviamente, è positivo. «Sono stato sia alla Madonnina del pescatore di Moreno Cedroni a Senigaglia che al Fourghetti di Bruno Barbieri a Bologna. Entrambi non c’erano. Ma ho mangiato benissimo perché la bravura di uno chef è anche quella di creare una squadra che non ha problemi a cucinare anche quando lui è assente come del resto funziona anche nella stampa scritta. Non è che se non c’è il direttore de La Domenica la prima pagina del giornale esce piena di errori».

Meno tenero è il parere «su chi dice che questi personaggi raggiungono risultati notevoli quando fanno programmi in televisione. Lunedì 22 agosto Hôtel condotto da Barbieri in onda su Tv8 ha fatto il 2,5% di share. Ristoranti di Borghese sempre su Tv8, l’1,2%. Lo stesso giorno una delle replice di Melaverde andata in onda alle 10.50 su Canale 5 ha raggiunto l’11,26% di share. Certo, Tv8 non è sicuramente un canale generalista come Canale 5, ma comunque lo spazio concesso a queste trasmissioni non corrisponde al risultato che raggiungono».