«La mia eredità per i più fragili»
Festeggiare un compleanno e pensare a un regalo. Non per sé stessi, ma per gli altri. Basterebbe questo a spiegare chi è Casimiro Piazza a chi non lo conosce. Invero pochissimi nel Luganese. Perché l’artista, che soffierà su 80 candeline il prossimo 16 novembre, nell’arco della sua vita ha finora realizzato almeno 3mila opere pittoriche e scultoriche e ha partecipato a più di 300 mostre personali e collettive. I tanti riconoscimenti e apprezzamenti ricevuti non hanno però scalfito di un soffio quel che Piazza è sempre stato. Un generoso. Un uomo che si è sempre messo al servizio degli altri. Dei più fragili, soprattutto. Come testimonia la Scuola di scultura e pittura aperta ormai vent’anni fa a Villa Luganese. Che l’artista vorrebbe lasciare in eredità, questo è il regalo, al Cantone così da continuare l’aiuto alle persone diversamente abili e agli allievi delle scuole speciali. Che ha sempre sostenuto gratuitamente.
«Forse sto partendo»
«C’è solo da entrare e prendere le chiavi», dice con disarmante semplicità, mentre cammina tra i banchi di lavoro, gli scaffali di utensili, le opere ancora da finire, i colori e le vernici che riempiono e danno anima all’atelier da cui sono passati e continuano a passare centinaia di persone desiderose di apprendere l’arte o semplicemente lasciar uscire il proprio io interiore. Oggi Piazza non sa ancora se il suo regalo potrà realizzarsi. «Le discussioni sono in corso», precisa. «Ma possono entrare quando vogliono. Speriamo che decidano entro la fine dell’anno così almeno posso essere, forse, un po’ più tranquillo».
Gli anni, del resto, passano per tutti. E l’artista, che ha già avuto problemi di salute in passato, non si nasconde. «Forse sto partendo, forse». Non si nasconde adesso come non si è mai nascosto in vita sua. Generoso e limpido. Come i suoi occhi azzurri. «Poi, potrei sempre venire lo stesso a collaborare. L’importante è che questa scuola possa continuare ad andare avanti», specifica, fermandosi davanti a una scultura in legno, che uno dei suoi allievi deve ancora finire, forse attratto da un particolare o un dettaglio invisibile agli altri, ma non a lui.
Il primo dipinto a 11 anni
Lui che ha sempre avuto l’arte nel cuore e nelle mani. Perché, oltre che pastore di pecore nella zona sotto i Denti della Vecchia, già da bambino inizia a frequentare la bottega «dal Bernard» Giacomazzi nel vecchio nucleo del villaggio di Sonvico, dove il maestro falegname - così come è scritto nel bel libro del giornalista Raimondo Locatelli dedicato all’artista - lo aiuta a destreggiarsi con scalpelli e mazzotto per insegnargli i primi rudimenti del mestiere. A 11 anni realizza il suo primo dipinto, Natura morta. Un pastello su carta raffigurante un fiasco di vino e un bicchiere appoggiati sul tavolo di casa sua. A 12 è la volta dell’olio su tela Santa casa lauretana, che riproduce una veduta del santuario di Sonvico. Un dipinto che non passa inosservato e attira le attenzioni di Ugo Moglia, pittore dai quadri densi e pieni di colore. In quegli anni impara anche la lavorazione del marmo e del granito nella bottega da scalpellino del cugino Arturo Bignasca in via Zurigo a Lugano. A 14 prende lezioni di pittura dal professor Filippo Villa, docente alla Scuola professionale di Lugano, poi entra in contatto con vari artisti pittori e scultori, primo fra tutti Pepo Frigerio, che rimarrà una figura e una presenza costante nella sua vita. «È stata una grande persona. L’ho assistito fino al giorno della sua morte. È stato un artista poco considerato, poco valorizzato».
Da idraulico a postino
Rimasto senza papà e con vari fratelli e sorelle, «mio papà è sempre stato in giro per il mondo, l’ho visto pochissimo e quando è tornato purtroppo si è ammalato ed è morto», Piazza deve quindi anche guadagnarsi da vivere e così si diploma come idraulico per poi passare alle dipendenze della Posta, dove resterà per trent’anni. Prima come portalettere, poi come postino. Pregassona, Paradiso, Molino Nuovo, Cassarate e Breganzona sono i suoi quartieri. Fino alla metà degli anni Novanta, quando, dopo gravi problemi di salute, «ho passato dei momenti terribili», chiede il pensionamento.
L’ansia interiore
Scrive Locatelli nel libro: «Forse perché spronato da problemi cardiaci che lo inducono a riversare nell’arte un’ansia interiore e la voglia di superare momenti critici, Casimiro si dimostra instancabile nella sua vita, pensando anche agli altri, devolvendo - come sempre ma ancor più con il trascorrere degli anni - parte degli introiti della vendita di quadri e sculture a persone o associazioni bisognose». Non è insomma un caso che dal 2005 in poi, con l’apertura della Scuola di scultura e pittura a Villa Luganese, «si apre - scrive ancora Locatelli - il periodo probabilmente più significativo e denso di contenuti e valori della sua attività di artigiano-artista».
Un artista popolare e amato. Così Locatelli definisce Piazza. Un artista che a pochi giorni dal suo 80esimo compleanno ha deciso di festeggiare la ricorrenza con due eventi. Il primo è una mostra all’ex asilo Ciani, che sarà inaugurata venerdì 8 novembre, alle 18.30. «Sarà un’esposizione a scopo benefico - spiega l’artista - e a sostegno del mio progetto. Saranno esposte tutte le mie opere e anche alcune eseguite dai miei utenti con disabilità e degli allievi delle scuole speciali del Luganese, che partecipano ai miei corsi dal 2007». Tutte le opere saranno in vendita e il ricavato sarà devoluto in beneficienza. Il giorno dell’inaugurazione verrà inoltre presentato il libro di Locatelli con la presenza del direttore delle Biblioteche cantonali, Stefano Vassere. La mostra sarà invece presentata dal giornalista Dalmazio Ambrosioni.
Due eventi speciali
Una mostra, un libro e... una cena di solidarietà. Si terrà sabato 16 novembre dalle 18 al Palazzo dei Congressi. Durante l’evento saranno presentati dei filmati e ci sarà anche una lotteria con 80 premi in palio (tra cui quadri di noti artisti ticinesi e italiani per un valore di circa 40mila franchi ) e altre sorprese. La partecipazione alla cena ha un costo di 100 franchi. Nel prezzo è compresa anche una copia del libro. L’iscrizione alla cena è obbligatoria e va fatta spedendo una email a [email protected] entro il 9 novembre. «Spero davvero che possa andare tutto bene. Spero, come si dice, di farcela. Perché le cose da organizzare in vista della mostra e della cena sono tante e a 80 anni non è evidente». Auguri!