La neve rischia di essere «solo un bluff»
Per ora sulle piste da sci ticinesi sono saliti solo tanti curiosi, a respirare un’aria finalmente invernale. Ieri a Bosco Gurin «è stato bello vedere la gente passeggiare e divertirsi» ma il proprietario degli impianti Giovanni Frapolli ha risposto con la solita franchezza a quanti - tanti - invocavano l’apertura. «Non mi faccio mettere pressione, apriremo quando ci saranno le condizioni». I 50-60 centimetri scesi venerdì sopra i 1500 metri sono una buona notizia per i comprensori ticinesi ma solo fino a un certo punto.
«Abbiamo un manto bellissimo ma la neve è polverosa e non può nemmeno essere lavorata» fa eco dal Nara il direttore tecnico Fabio Mandioni. «Per ora possiamo solo limitarci a guardarla e certo, fa piacere».
Il problema dei gestori degli impianti è che sotto la bella imbiancata c’è ancora un suolo caldo, e le previsioni meteo per i prossimi giorni non fanno sperare in quello che servirebbe a questo punto: una bella gelata. «La neve adesso deve calare e compattarsi per permetterci di iniziare a battere le piste» spiega Mandioni.
«Freniamo gli entusiasmi»
Per scaldare gli animi ci vorrebbero temperature meno alte, il più in basso possibile. Attualmente le previsioni danno pioggia settimana prossima sotto i 1.800 metri, mentre settimana scorsa il termometro segnava ancora 10-15 gradi sopra i 2.000. «Alla fine sono le temperature a decidere se le piste possono aprire o meno» ribadisce Mandioni. Ad Acquarossa la previsione era di accendere gli impianti il 14 dicembre e per ora rimane invariata. «Una cosa sono gli obiettivi e un’altra la realtà. Anche l’anno scorso abbiamo avuto nevicate precoci a novembre e poi un caldo malaugurato. Certo adesso le premesse sono buone».
Oltre alle sensazioni ci sono anche i numeri del Ticinopass, alla sua prima stagione: il consorzio dell’abbonamento unico non fornisce cifre ma il direttore Denis Vanbianchi assicura che le vendite negli ultimi due giorni hanno avuto «una bella impennata» finalmente. Il merito è anche delle azioni che scadono a fine mese ma «sicuramente la neve è cascata a fagiolo come si suol dire» osserva Vanbianchi, che è anche direttore degli impianti di Campo Blenio (40 centimetri di neve caduta) e conta di aprirli il weekend del 7-8 dicembre «condizioni meteo permettendo». I cannoni qui hanno già iniziato a sparare un po’ di coltre artificiale «nella speranza di creare almeno un po’ di fondo» ma valgono gli scongiuri che si fanno un po’ in tutto il Ticino.
«Rischiamo l’ennesimo bluff» riassume ancora una volta Frapolli con il proverbiale pragmatismo. «La neve in pianura piace a tutti e va bene l’atmosfera natalizia, per carità, ma i sognatori devono guardare le previsioni». Anche a Bosco Gurin (60 centimetri, apertura parziale prevista già il prossimo weekend) i cannoni sono pronti a sparare: «Se viene il freddo la verità è che non abbiamo bisogno della neve - chiosa Frapolli - ce la creiamo da soli».