Il dibattito

«La Straordinaria a Trevano? Perché no»

Il sindaco di Lugano Michele Foletti strizza l'occhio a Zanini-Barzaghi: «Il Cantone però non se ne lavi le mani»
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
10.11.2024 11:00

«Cristina Zanini Barzaghi ha ragione. Il tema della cultura indipendente è cantonale e come tale va affrontato». Michele Foletti, sindaco di Lugano, reagisce così alle riflessioni dell’ex municipale della Città, oggi deputata PS in Gran Consiglio, apparse domenica scorsa su queste colonne. Una riflessione a tutto tondo sulle esigenze della cultura dal basso, ben rappresentata nel 2023 della Straordinaria-Tour Vagabonde, a cui oggi sembrano mancare spazi e prerogative per potersi esprimere come dovrebbe.

Parlando di spazi e della Straordinaria, Zanini Barzaghi ne aveva indicato con precisione almeno uno: lo stabile C del comparto scolastico ex SUPSI di Trevano, in buono stato ma recentemente dismesso. «Non conosco bene lo spazio in questione - dice Foletti - ma Zanini Barzaghi sì, quindi penso che potrebbe andare bene. Ora bisogna capire se il Cantone (a cui lo stabile appartiene, ndr) ha intenzione di entrare un po’ più nel merito oppure preferisce lavarsene le mani, attendendo che qualcun altro risolva il problema».

«Lavoriamo tutti insieme, Cantone e Comuni»

Quando si parla di cultura indipendente, in effetti, sembra sempre un po’ difficile trovare delle soluzioni che possano andare bene a tutti. Non capita sempre così. Soprattutto nel resto della Svizzera, dove invece non è raro, anzi abbastanza comune che vengano trovate risposte in termini di spazi a favore di operatori culturali, associazioni e gruppi capaci di inventare e creare iniziative ed eventi culturali, concerti, conferenze, incontri e chi più ne ha più ne metta.

E se Zanini Barzaghi su queste colonne si è soprattutto concentrata sul dove, dicendosi sorpresa dell’esistenza di molti luoghi sottoutilizzati in Ticino di cui non si capacita come possano rimanere tali a lungo senza essere messi a disposizione di chi è interessato - dal già citato stabile C dell’ex SUPSI a Trevano all’area ex Monteforno, passando per le ex Ferriere Cattaneo di Giubiasco, solo per fare alcune esempi - Foletti fa un altro passo avanti, esprimendosi sul come. «Secondo il mio parere - sottolinea - dobbiamo lavorare tutti assieme e non intendo solo Lugano con il Cantone, ma anche con gli altri Comuni, perché, se il problema per la cultura indipendente è quello degli spazi, penso che ci siano anche altri Comuni che possono averli per metterli a disposizione della cultura indipendente». Lo stabile C dell’ex SUPSI, del resto, sorge nel territorio del Comune di Porza.

«Esperienza interessante»

Tutto questo partendo da una convinzione. «Lugano è aperta alla cultura indipendente - continua il sindaco - e la dimostrazione l’abbiamo avuta con la Straordinaria, a cui la Città non ha solo contribuito finanziariamente, ma ha anche aiutato i ragazzi nell’organizzazione dell’esperienza».

Ecco perché la linea da ricercare dovrebbe essere già tracciata. Almeno sulla carta, nel vero senso della parola. «La carta della Gerra che è scaturita dall’esperienza della Straordinaria contiene tutta una serie di proposte e spunti che secondo me sono intelligenti - afferma il sindaco, che non solo ha frequentato la Tour Vagabonde ma ha trovato l’esperienza molto interessante soprattutto per la varietà delle proposte organizzate -. Uno di questi consigli - chiarisce - è quello, ad esempio, di mettere a concorso con dei bandi gli spazi a disposizione con contratti temporanei più o meno lunghi, senza cioè darli in modo esclusivo a un’associazione vita natural durante».

L’interrogazione al Consiglio di Stato

Lavorare insieme, dal Cantone ai Comuni, per cercare delle soluzioni. Sembra dunque essere questa la risposta, la via d’uscita per dare fiato a una cultura, quella alternativa, che oggi fatica a esprimersi, a trovare dei luoghi dove far emergere anche quelle componenti della società che altrimenti non avrebbero modo di affiorare o anche solo manifestarsi. E se per ora alle intenzioni non è seguito nulla di concreto, non è detto che sarà sempre così.

Anche perché delle prime discussioni tra Lugano e il Cantone sembrano già state avviate. Almeno tra il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) e il Dicastero cultura, sport ed eventi. Per sapere se porteranno a qualcosa di concreto, non resta che attendere. Come fatto finora. Tanto più che, come ha evidenziato nel corso di questa settimana con un’interrogazione al Consiglio di Stato Zanini Barzaghi, sono ormai passati molti mesi dalla presentazione il 5 febbraio scorso della carta della Gerra a favore della cultura indipendente, con la presenza di rappresentanti cantonali e della città di Lugano. E oggi ci si chiede a che punto sono appunto gli approfondimenti.

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